Nato a Venezia il 22 dicembre 1840, si formò e compì i suoi studi nel vivace ambiente cattolico della città lagunare, risentendo l’influsso del Saccardo e del Berengo e collaborando con don Alberto Cucito, esperto pedagogista, a lungo membro del Comitato permanente dell’Opera dei congressi, nonché fondatore di un patronato per i ragazzi del popolo. Ordinato sacerdote nel 1870, D. N. si trasferì – sembra anche per motivi di salute – a Udine presso la famiglia di origine veneziana di Angelo Loschi, che lo volle istitutore dei figli Giuseppe e Ugo. Assunse l’incarico di direttore spirituale del collegio-convitto femminile Uccellis. Fu nominato segretario dell’Associazione cattolica friulana, preesistente all’Opera dei congressi, sulla cui attività relazionò in un’imponente rassegna delle forze cattoliche dell’arcidiocesi udinese svoltasi nel giugno 1877. Su invito dell’arcivescovo di Udine, Andrea Casasola, che intendeva istituire anche a Udine strutture educative analoghe a quelle veneziane, l’abate D. N. progettò la fondazione del Patronato per i figli del popolo, che ebbe la sua sede nella restaurata chiesa di S. Spirito e sue adiacenze, dove nel 1876 furono approntati i locali per la scuola elementare e per la refezione meridiana, gratuitamente offerta ai più poveri (dai trenta frequentanti del primo anno scolastico, 1876-1877, si passò a più di cento nel secondo e a oltre quattrocento e cinquecento fanciulli nel terzo e quarto). Nel 1878 D. N. fondò e diresse per venti anni «Il Cittadino italiano», «quotidiano religioso-politico-scientifico-commerciale» che ebbe una certa diffusione soprattutto in città e fu ben presto stampato presso la Tipografia del Patronato da lui stesso creata, cui poi si aggiunsero una legatoria e una libreria; con tali strutture egli intese rivitalizzare l’asfittica cultura cattolica locale. ... leggi Fu il primo presidente del Comitato cattolico diocesano dell’Opera dei congressi, cui afferivano i comitati parrocchiali; istituì un circolo della Gioventù cattolica e rappresentò sovente il movimento cattolico friulano nei convegni regionali e nazionali dell’Opera. In realtà, dopo l’adunanza dell’agosto 1881, il movimento cattolico diocesano condusse vita piuttosto stentata fino alla metà degli anni Novanta. Anche sul terreno elettorale-amministrativo le liste cattoliche, benché appoggiate dal «Cittadino italiano», vennero ripetutamente sconfitte a causa del diffuso astensionismo. Nel 1881 l’abate D. N. creò per i figli di famiglie «agiate e civili» il collegio-convitto Giovanni da Udine, facendo costruire, grazie alla munificenza di alcuni benefattori, nuovi locali adibiti a scuole tecniche e ginnasiali-liceali, affidate alla direzione dei padri gesuiti, nonché a refettorio e dormitori. Purtroppo le istituzioni educative e scolastiche sorte per sua iniziativa dovettero chiudere i battenti nel 1887, sembra perché osteggiate da certi ambienti anticlericali ma pure cattolici, e soprattutto perché travolte dai debiti (le sue opere furono poi acquistate dalla Congregazione religiosa delle ancelle della carità). Da allora D. N., costretto ad abbandonare il centro di S. Spirito, concentrò la sua attività sul giornale e sulla tipografia, che tra l’altro stampò in edizione di lusso dei componimenti poetici di Leone XIII, del quale fu nominato cameriere segreto soprannumerario. La sua tipografia conseguì premi e riconoscimenti in vari concorsi tipografici in Italia e all’estero, in particolare ottenendo da Leone XIII la medaglia d’oro e il diploma con cui, nel febbraio 1902, le conferì il titolo di “pontificia”. Utilizzò tali strumenti a scopo di difesa religiosa, di lotta contro la “rivoluzione liberale” e di tutela delle classi sociali più disagiate da sottrarre alla propaganda socialista. Attorno a «Il Cittadino italiano» si raccolse invero, anche negli anni meno brillanti del locale movimento cattolico, il manipolo dei più agguerriti cattolici friulani, tra cui gli amici don Eugenio Blanchini, attivissimo prete-sociologo amico del Toniolo, Vincenzo Casasola, a lungo leader del movimento cattolico diocesano, mons. Pietro Antivari, rettore del seminario. Tuttavia il rigoroso intransigentismo antiliberale di mons. D. N., come pure la sua fin troppo spiccata attenzione alla “questione sociale”, l’esplicita denuncia del “dispotismo” della borghesia agraria e la crisi finanziaria in cui era precipitato il suo giornale indussero l’arcivescovo Pietro Zamburlini a rimuoverlo nel 1898 dalla direzione del quotidiano, pur rimanendo esso di proprietà sua e dei fratelli Loschi. Secondo qualche fonte, egli si sarebbe ritirato per ragioni di salute, pensando di affidare la testata alla Commissione diocesana della buona stampa. «Il Cittadino italiano» fu liquidato subito dopo la scomparsa del suo fondatore, avvenuta il 28 luglio del 1900. Il primo gennaio 1936, nella sacrestia di S. Spirito, fu inaugurato un busto a ricordo del benemerito sacerdote.
ChiudiBibliografia
Necrologio ne «Il Cittadino italiano», 30-31 luglio 1900; P. DELL ’OSTE, Preziosi e cari ricordi spirituali della mia S. Messa d’oro, Udine, G. Percotto e figlio, 1932, 140-159; ID., In memoriam [del sac. Giovanni Dal Negro], Udine, G. Percotto e figlio, 1936; T. TESSITORI, Storia del movimento cattolico in Friuli (1858-1917), Udine, Del Bianco, 1964, voce; O. COMELLI, La stampa cattolica in Friuli. Note storiche, Udine, AGF, 19662, 11-18; N. AGOSTINETTI, Il Friuli e l’Opera dei congressi, Udine, La Nuova Base, 1976, voce; B. COLAVIZZA, La diocesi di Udine 1891-1906. Fermenti innovatori e tendenze conservatrici, Udine, IFSML, 1979, 55-96 e passim; F. SALIMBENI, Dal Negro, Giovanni, in Dizionario storico del movimento cattolico in Italia 1860-1980, diretto da F. TRANIELLO - G. CAMPANINI, III/1, Le figure rappresentative A-L, Casale Monferrato, Marietti, 1984, 278-279.
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