Nato l’8 agosto 1858 a Venezia da un funzionario di stato e dalla nobildonna Teresa Trento, L. giunse a Udine nel 1870 al seguito della famiglia. Qui, insieme al fratello Ugo, venne istruito dall’abate Dal Negro, un amico di casa proprietario della Tipografia del Patronato – lasciata poi in eredità ai due fratelli – e rettore del collegio-convitto cittadino Giovanni da Udine, presso il quale L., laureatosi in lettere a Padova nel 1881, avrebbe insegnato per alcuni anni prima di assumere la cattedra all’Istituto forestale di Vallombrosa, tenuta dal 1890 al 1915. Detto incarico non gli impedì, tuttavia, di mantenere saldi legami con l’ambiente udinese, grazie anche ai lunghi soggiorni nel capoluogo friulano durante le vacanze scolastiche. A pochi anni dal suo rientro in Friuli, L. iniziò ad accusare disturbi di natura nervosa, che lo avrebbero portato ad un ricovero coatto a Treviso, dove morì il 26 ottobre 1937. All’attività di insegnante L. affiancò quella di pubblicista, testimoniata da numerosi articoli apparsi per lo più sul giornale udinese «Il Cittadino italiano»; inoltre quella di erudito e di moralista, documentata da opuscoli dotti o divulgativi; e infine quella di traduttore, dovuta ad una vera passione per le lingue straniere, di cui conosceva ben quattordici varietà. La pratica della traduzione spazia negli àmbiti più svariati (saggi, novelle, romanzi, una grammatica slovena stilata in tedesco) e si accompagna a lavori originali che riflettono, da un lato, l’approccio sistematico allo studio delle lingue, dall’altro il desiderio di divulgare gli esiti di tale applicazione. ... leggi Uno di questi lavori è dato da una grammatica russa, compilata nel 1881 e tuttora conservata insieme ai suoi innumerevoli manoscritti presso la Biblioteca civica V. Joppi di Udine (BCU, F.p. 2633/24). Per quanto si tratti di un lavoro assai modesto, esso tuttavia ci immette nell’ambito dei rapporti intrattenuti dall’autore con Jan Baudouin de Courtenay, il linguista polacco naturalizzato russo che nel 1873 aveva iniziato ad esplorare la fascia slavo-romanza dell’Udinese in ordine ad un progetto del Ministero russo della pubblica istruzione, ed aveva pubblicato alcuni importanti lavori concernenti quest’area, soprattutto la Val Resia, su cui si stava concentrando l’attenzione anche di studiosi locali come Giovanni Marinelli, Franceso Musoni e lo stesso L. L’incontro con il de Courtenay, testimoniato da un ricco carteggio protrattosi dal 1890 fino al 1908 e conservato negli archivi dell’Accademia russa delle scienze a San Pietroburgo, rappresentò una svolta nell’esistenza intellettuale di L., che era rimasto folgorato dall’ampiezza e profondità dei suoi interessi, compresa la passione politica d’impronta liberale. Così, oltre a tradurre opere di narratori russi, primo fra tutti Gogol’, L. si impose il compito ben più arduo di offrire in versione italiana alcuni lavori specialistici del de Courtenay relativi alla Val Resia o più genericamente agli “slavi d’Italia”: Il saggio di fonetica delle parlate resiane (ms 2635/4), Resia e i resiani (ms 2634/16), Il catechismo resiano (2637/10), Degli slavi in Italia: lezione pubblica (ms 2635/14). Delle quattro versioni L. pubblicò solamente quella del Catechismo (1894; il testo originale russo è del 1875), dotandola di una lunga ed elaborata introduzione. Il rinnovato interesse di questi ultimi anni per il ruolo avuto dal de Courtenay sullo scenario sociopolitico e culturale del Friuli, quale emerge dalla lunga corrispondenza epistolare (1875-1928) avuta con illustri esponenti dell’epoca, si è ripercosso favorevolmente anche sulla figura di L. in quanto suo traduttore, tant’è che la monografia Resia e i resiani (testo originale russo del 1876) e la conferenza sugli slavi d’Italia (testo originale russo del 1893) hanno visto la luce rispettivamente nel 1998 e nel 2000.
ChiudiBibliografia
Archivio dell’Accademia delle scienze russa, 102, n. 2/188: 63 [61] lettere di G. Loschi a Baudouin de Courtenay.
A. SACCAVINO, Commemorazione del prof. Giuseppe Loschi, «AAU», s. VI (1937-1938), 27-31; A. CRONIA, La conoscenza del mondo slavo in Italia, Venezia-Padova, Istituto di Studi Adriatici, 1958, 792: 420, 505, 521, 523, 533; N.I. TOLSTOJ, O rabotach I.A. Boduèna de Kurtenè po slovenskomu jazyku in I. A. Boduèn de Kurtenè (k 30-letju so dnja smerti), Moskva, Izdatel’stvo akademii nauk SSSR, 1960, 67-81: 78-79; A. IVANOV, La grammatica russa e le traduzioni di Giuseppe Loschi, «Atti Ist. Ve.», 122 (1963-1964), 1-11; L. SPINOZZI MONAI, Dal Friuli alla Russia: mezzo secolo di storia e di cultura in margine all’epistolario Jan Baudouin de Courtenay (1875-1928), Udine, SFF, 1994, passim; ID., Giuseppe Loschi, il traduttore della conferenza Degli slavi in Italia, in J. BAUDOUIN DE COURTENAY, Degli Slavi in Italia / O Slovanih [sic!] v Italiji (a cura di/uredil), Centro studi Nediža/Študijski center Nediža, San Pietro al Natisone/Špeter, 1998 [1999], 7-23; ID., Una nota su Giuseppe Loschi, il traduttore di Resia e i Resiani, in J.I.N. BAUDOUIN DE COURTENAY, Resia e i Resiani / Rez’ja i rez’jane, a cura di A. MADOTTO - L. PALETTI, Padova/Resia, CLEUP/Comune di Resia, 2000, IX-XVIII.
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