ONGARO DOMENICO

ONGARO DOMENICO (1713 - 1796)

ecclesiastico, erudito, bibliofilo

Immagine del soggetto

Ritratto ideale di Domenico Ongaro, olio su tela di Antonio Bertolli, fine del XIX secolo (Udine, Civici musei).

Nacque a San Daniele del Friuli il 14 aprile 1713, da Bernardino e Camilla, e fu battezzato il giorno dopo, come risulta dalla registrazione presso l’Archivio parrocchiale della città. Studiò sotto la guida di Carlo Pantaleoni e dell’abate Giusto Comisso, che risultano aver esercitato il loro magistero nella locale pubblica scuola di grammatica tra il 1720 e il 1737. Già nel 1733, a soli venti anni, l’O. era precettore nel Collegio dei nobili di Parma. Rientrato in Friuli, fu dapprima maestro di belle lettere a Gemona e nel 1738 al seminario arcivescovile di Udine, dove nel 1740 fu nominato prefetto degli studi. Nel 1757, infine, divenne parroco di Colloredo di Montalbano dove morì il 26 marzo 1796. Una vita piuttosto semplice, priva di avvenimenti eclatanti, ma ricca dal punto di vista degli apporti culturali che egli seppe dare a quanti ebbero la fortuna di entrare in contatto con lui. Ricercatore scrupoloso e gran conoscitore del patrimonio bibliografico custodito nelle maggiori biblioteche del Friuli, l’O. seppe bene impersonare lo spirito del suo tempo nel rigore con cui si dovevano studiare i documenti, individuando prima di tutto la loro autenticità. A molti eruditi del suo tempo egli fornì notizie importanti, ma come osservava il Narducci «benché l’O. abbia somministrato notizie a quasi tutti gli scrittori di storie politiche e letterarie del secolo scorso, pure nessuno ebbe a tesserne la biografia. Retribuzione riservata ai modesti raccoglitori di storiche e letterarie memorie». Uno di questi servizi l’O. svolse per il cardinale di Brescia Angelo Maria Querini che stava preparando l’edizione dell’epistolario del patrizio veneziano Francesco Barbaro, uomo politico che era stato a metà del Quattrocento luogotenente della Repubblica di Venezia in Friuli, ma soprattutto umanista impegnato. ... leggi Incaricato direttamente dal patriarca Daniele Dolfin, cui il Querini si era rivolto, l’O. esaminò nella Biblioteca Guarneriana di San Daniele del Friuli alcuni codici contenenti lettere del Barbaro, direttamente in Biblioteca nel 1737 e a casa sua nel 1740, in deroga al divieto espresso nell’atto di fondazione della Biblioteca stessa, ossia nel testamento di Guarnerio d’Artegna, redatto dal notaio Niccolò Pittiani. La concessione di un tale privilegio non era piaciuta soprattutto a Gian Giuseppe Liruti, che se ne lamentò: probabilmente egli era rimasto dispiaciuto quando il patriarca aveva preferito a lui un giovane quasi inesperto come l’O. per la ricerca in favore del Querini. Del resto si può ben comprendere il dispiacere dello studioso che proprio in quegli anni lavorava nella Biblioteca di San Daniele per preparare un nuovo catalogo, ora pubblicato da Laura Casarsa. La polemica fra i due, che spesso assunse toni accesi ed ironici, si manifestava su quasi ogni argomento. Uno di questi, degno di nota, è la precisazione da parte dell’O. della data di morte di Guarnerio, per il Liruti avvenuta il 13 luglio 1467, mentre effettivamente il giorno esatto era il 10 ottobre 1466, dimostrando lo studioso sandanielese anche come l’errore era stato possibile. Scorrendo con l’occhio sull’obituario della Guarneriana, in orizzontale, dal nome a sinistra alla data a destra, a causa di un non perfetto allineamento, si era avuta la lettura sbagliata. Del prestito del 1740 esiste una carta di debito sottoscritta dall’O., ancora in Guarneriana: sono elencati una decina di manoscritti di cui si dà una descrizione sommaria e tuttavia utile per ricostruire la storia dei codici citati. Si tratta delle citate lettere di Francesco Barbaro, ora nella redazione canonica edita da Claudio Griggio. Grazie alle annotazioni della carta dell’O. è stato possibile all’editore ricostruire la storia delle redazioni preparatorie curate dallo stesso autore e di riconoscere nell’attuale manoscritto Guarneriano parti di manoscritti perduti diversi sul piano redazionale. Un altro lavoro importante in cui l’O. lasciò il suo segno è costituito dalla sistemazione del patrimonio bibliografico della Biblioteca arcivescovile di Udine. Il successore del patriarca Dolfin nella sede arcivescovile di Udine, Girolamo Gradenigo, volendo che fosse valorizzata la Biblioteca arcivescovile e venisse catalogato il fondo manoscritti, affidò l’incarico a Domenico Coleti che però si valse, soprattutto per i codici provenienti dall’abbazia benedettina di Moggio, dell’inventario allestito dall’O. Il Coleti, con molta onestà dichiara il suo debito nei confronti del predecessore: «[…] At pretiosa supellex haec sine ordine in pluteis recondita iacuisset, nisi Ungarus, vir clarus pro ea qua pollet eruditione […] membranaceos latinos codices diligenter introspiciens, brevem licet, exactum tamen indicem […] contexuisset […]». Notevole fu anche la sua attività di editore: nel manoscritto Joppi 20 sono documentati i suoi studi preparatori per l’edizione dei poeti latini Properzio, Tibullo, Catullo e Rufino, ma ancora più importante fu l’allestimento nel 1785 dell’edizione del poeta Ermes di Colloredo del quale scrisse la biografia con dedica e prefazione al volume. Numerose sarebbero poi le segnalazioni di sue ricerche in favore di altri studiosi dei quali si potrebbe fare una lunga lista aggiungendo al nome del Querini quelli di Girolamo Tiraboschi, Giambattista Verci, Nicola Celotti, Bernardo Maria de Rubeis, Giuseppe Garampi senza che da nessuno venisse menzionato nei propri lavori. Di suo non pubblicò molto: Ode a Giovanni Donato veneto senatore, Udine 1756; Dei giuochi militari che hanno avuto corso in Friuli, Udine 1762 (discorso tenuto nell’Accademia di Udine di cui era membro); tre canti in ottava rima in Componimenti poetici per lo sposalizio solenne del signor marchese Rodolfo conte Colloredo […] con la signora contessa Claudia di Maniago, Venezia 1765 e, postumi, Le scuole pubbliche in Udine nel sec. XV, Udine, Patronato, 1885; Ragionamento sulla Guarneriana di S. Daniele, Udine, 1893. Tra i lavori inediti si segnalano le Memorie e osservazioni sulla letteratura friulana del sec. XIV, ma numerose sono le sue trascrizioni di raccolte documentarie importanti, come quella del Chronicon Spilimbergense della Guarneriana, che servì a Giuseppe Bianchi per la sua edizione a stampa e recentemente per la nostra riedizione con traduzione a fronte. Abbiamo anche traccia dell’O. bibliofilo alla ricerca di manoscritti e libri rari in un fascicolo di lettere intrattenute con un Carlo Abrami di Gemona e conservate nel manoscritto Guarneriano 276. Il 28 giugno 1786 il notaio Giacomo Farra redigeva il testamento di D. O., in cui la comunità di San Daniele veniva istituita erede del «corpo non indifferente di buoni e rari libri, e di non pochi codici manoscritti, che insieme formano una piccola sì, ma scelta, pulita, pregevole libreria» e ciò certamente in ricordo di quanto avevano fatto prima di lui Guarnerio d’Artegna e Giusto Fontanini. Purtroppo, anche grazie alla nuova legislazione italica, gli eredi riuscirono a invalidare il testamento e la libreria venne venduta. Alcuni suoi manoscritti sono rimasti a San Daniele del Friuli, altri però sono dispersi tra Udine, Verona e il Vaticano, pur tuttavia sono ben diciannove i manoscritti della collezione Joppi nella Biblioteca civica udinese che contengono suoi lavori.

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Bibliografia

Mss BCU, Joppi, 20, Studi per le edizioni delle lettere del Barbaro per Tibullo, Properzio, Rufino, Eusebio, varianti di antico messale aquileiese. Plura di Guarnerio d’Artegna e della sua famiglia; ivi, 84, Note genealogiche sui Colloredo; ivi, 621, Poesie e vari atti riguardanti la famiglia Colloredo; ivi, 416, Catalogo dei manoscritti della Biblioteca Guarneriana di San Daniele (Copia di V. Joppi); ms BGSD, 276, Epistolario con C. Abrami.

D. ONGARO, Dei giuochi militari che hanno avuto corso in Friuli, Udine, Del Pedro, 1762; ID., Componimenti poetici per lo sposalizio solenne del signor marchese Rodolfo conte Colloredo […] con la signora contessa Claudia di Maniago, Venezia, Bassanese, 1765; [ID.], Vita del conte Ermes di Colloredo, in Poesie in lingua friulana del conte Ermes di Colloredo ora per la prima volta date in luce, Udine, Pecile, 1785, XIX-XXVI; Chronicon Spilimbergense nunc primum in lucem editum (1241-1469), a cura di D. ONGARO - G. BIANCHI, Udine, Turchetto, 1836; L. CASARSA, Inventari antichi della Biblioteca Guarneriana di San Daniele del Friuli, Udine, Del Bianco, 1984, 151-192; ONGARO, Scuole; ID., Ragionamento sulla Guarneriana di S. Daniele, Udine, Tip. Patronato, 1893.

MARCHETTI, Friuli, 996; DBF, 577; L. NARDUCCI, Cenni biografici dell’abate Domenico Antonio Ongaro, San Daniele, Pellarini, 1899 (fascicolo di festeggiamento per la prima messa di Mattia Dorigo); G. BIASUTTI, L’abate Domenico Ongaro letterato sandanielese del sec. XVIII, «Pagine Friulane», 12 (1901), 2-3; SCALON, Biblioteca, 5; M. D’ANGELO, Un erudito nel clima culturale del Friuli del Settecento. L’abate Domenico Ongaro, San Daniele del Friuli, Comune di San Daniele del Friuli, 1998 (Quaderni Guarneriani, n.s., 1), 21-43.

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