Benché non originario di Gorizia, vi ebbe importanti incarichi nel collegio dei gesuiti e vi trascorse buona parte degli ultimi anni di vita. Nacque a Fiume nel 1710 da nobile famiglia e in quella città iniziò gli studi nel collegio gesuita, dove figura come novizio negli anni 1726-27. Passò poi, nel 1728, al collegio di Leoben in Stiria, indi a Graz nel 1729-31. Il Codelli lo dice educato a Vienna, ma in realtà qui approdò solo più tardi, per gli studi di teologia. Durante tutto il percorso di studio ebbe sempre incarichi organizzativi, segnale della stima che i superiori avevano di lui. Le qualità evidenziate, inizialmente soprattutto in ambito letterario, erano apprezzate dai gesuitici che ben volentieri lo accettarono nella loro Compagnia. Terminato questo primo ciclo, si dedicò all’insegnamento, iniziando proprio a Gorizia come docente alle scuole inferiori del collegio dei gesuiti nel 1732-35. Si trasferì poi a Vienna (ove era già stato nel 1734 al fine di perfezionarsi in matematica) per gli studi di teologia nel 1736-39. Da allora iniziò una carriera didattica prima, dirigenziale poi nei collegi gesuitici austriaci. Da Judenburg passò a Graz e poi a Gorizia nel 1743-45 come professore di filosofia e catechista; di nuovo a Vienna, sempre quale docente di filosofia, per un lungo periodo, dal 1746 al 1760 (se si eccettua una breve permanenza a Fiume), prima al Collegium Viennense poi al neocostituito Collegium regium Theresianum, del quale infine dal 1758 divenne vicerettore. ... leggi Furono questi gli anni migliori anche per la sua produzione scientifica, di carattere teologico e filosofico, se si tiene presente che insegnò pure nella facoltà teologica dell’Università viennese. Dal 1761 al 1763 fu di nuovo a Gorizia, questa volta come rettore del collegio, prima di recarsi per quattro anni a Passavia in veste di vicerettore. Nel 1769, nuovamente a Vienna, era bibliotecario alla Domus probationis, ma ormai era pronto per incarichi dirigenziali più elevati: divenne, infatti, il 18 novembre 1770, rettore del Collegium Viennense. Secondo il Codelli le sue qualità intellettuali, la prudenza e la moderazione, lo avrebbero ben presto condotto «al governo di tutta la provincia austriaca» dell’ordine, se questo non fosse stato soppresso nel 1773; così egli fu nominato canonico della metropolitana goriziana, alla quale diede giovamento con la sua dottrina e lustro per la singolare religiosità e pietà. Divenutogli, per l’età, pesante l’incarico, vi rinunciò, ritirandosi a Fiume, ove morì nel 1786. Pubblicò nel 1748 presso Kaliwoda a Vienna una Physica, tratta dalle sue lezioni. Dedicata a Carlo Alessandro di Lorena, essa si divide in due parti: fisica generale (corredata da tavole illustrate) e particolare, nella quale ultima parla dei corpi celesti, metalli, minerali, piante ed animali. Lo Z. riporta le opinioni degli antichi e dei moderni, quali Gassendi, Cartesio e Newton, affermando di non aver preso partito per nessuno se non per la verità e di aver accettato, quindi, le tesi degli uni o degli altri solamente se condivise sul piano scientifico. Per questo la teoria copernicana è per lui in quel momento certo la più congruente con l’osservazione e la fisica, tuttavia non deve essere difesa come una tesi, ma come un’ipotesi, che forse nel futuro sarà superata da altre. Accetta molti fondamenti della fisica newtoniana, ma ritiene che, probabilmente, la gravitazione non dipenda dall’attrazione, ma dalla pressione della «substantia aetherea», che pervade tutto il cielo. Nel 1750, sempre a Vienna, pubblicò Philosophia mentis et sensuum ad usus academicos accomodata. In essa trovò posto la fisica dell’opera precedente, unita ad un trattato di metafisica e logica, con esercitazioni scolastiche di logica. L’opera avrebbe avuto diverse edizioni perché adottata in numerose scuole. Del 1755 sono le Institutiones Theologicae, che contengono le sue lezioni all’Università. Vi sono presenti i trattati De gratia Salvatoris e De virtutibus theologicis, in cui parla delle virtù teologali, con stile piano e chiaro, in polemica con eretici e protestanti, difendendo l’autorità della Chiesa e l’infallibilità del papa, che ha potestà sopra il concilio. Altre opere minori sono i Monumenta illustrium ducum qui pro Augustissima Domo, profuso sanguine et vita, aetate nostra inclaruerunt del 1747, una serie di poesie celebrative latine in onore di ufficiali caduti durante la guerra di successione austriaca, e la Synopsis historico-genealogica regiae domus Lotharingiae del 1748, una raccolta di brevi biografie di duchi della casa di Lorena, accompagnate da poesie celebrative e ritratti. Si tratta di opere stampate a Vienna in occasione della laurea di nobili studenti. Questa personalità non si deve confondere con l’omonimo Giuseppe Zanchi (1673-1738), anch’egli fiumano e gesuita nonché rettore del collegio di Gorizia nel 1722-24.
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G. ZANCHI, Monumenta illustrium ducum qui pro Augustissima Domo, profuso sanguine et vita, aetate nostra inclaruerunt, Wien, Kaliwoda, 1747; ID., Synopsis historico-genealogica regiae domus Lotharingiae, Wien, Kaliwoda, 1748; ID., Physica, Wien, Kaliwoda, 1748; ID., Philosophia mentis et sensuum ad usus academicos accomodata, Wien, Kaliwoda, 1750; ID., Institutiones theologicae, Wien, Trattner, 1755.
CODELLI, Scrittori friulano-austriaci, 223-226; C. SOMMERVOGEL, Bibliotheque de la Compagnie de Jesus, VIII, Paris, Picard, 1898, 1457-1458; FORMENTINI, Contea di Gorizia, 66; L. LUCKACS, Catalogi personarum et officiorum Provinciae Austriae S. I., Romae, Institutum historicum, 1978-1993; ID., Catalogus generalis seu nomenclator biographicus personarum provinciarum Austriae Societatis Iesu (1651-1773), Romae, Institutum historicum, 1988.
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