Nato a Udine presumibilmente nel 1527 da Adamo di Baviera e Caterina, il L. apparteneva ad una famiglia di intagliatori di origine germanica, domiciliati in città, in borgo Santa Lucia. Il padre Adamo di Baviera morto nel 1556, si identifica probabilmente con quel «magister Adam theutonicus sculptor et intagliator», che nel 1543 ricevette dal comune di Udine ducati dieci per aver fatto «gli uomini di legno che battono le ore del pubblico orologio in piazza San Giovanni». La moglie Caterina, sposata nel 1526, nei trent’anni del loro matrimonio gli aveva dato quattro figli: G., Orazio, Ercole e Ferdinando. Il primogenito G., fu chiamato erroneamente Gennesio o Gensio per molti secoli; fu Nagler nel 1839 a proporne l’identificazione con Giorgio Liberale da Udine, lodato dal medico Pietro Andrea Mattioli come illustratore del suo Dioscoride. Il periodo della sua formazione non risulta chiaro, ma sappiamo dal Vasari che fu discepolo di Pellegrino da San Daniele. Il L. si trasferì a Gorizia, dopo la morte del suo maestro avvenuta nel 1547, forse al seguito del Mattioli e vi si stabilì definitivamente nel 1555. Possedeva nella sua nuova patria, una casa «fuori dal Traunich», tre campi «sopra il ponte dell’Isonzo in Plisiucha» e due piccoli campi «posti appresso la strada de sotto le case delli Brainichi». La collaborazione del L. con Mattioli si concretizzò nella realizzazione, in due versioni successive, delle illustrazioni dell’importante testo scientifico e clamoroso successo librario del Cinquecento: il Dioscoride. ... leggi Per l’edizione del 1554, stampata a Venezia da Vincenzo Valgrisi, il L. preparò 562 disegni di piante, animali e pesci e ne eseguì l’intaglio su legno; in seguito sotto la supervisione del Mattioli, approntò un apparato illustrativo completamente rinnovato: 810 silografie molto più grandi e curate delle precedenti. I disegni furono realizzati e incisi dal L. con la collaborazione di Wolfgang Meyerpeck da Freiburg e inseriti per la prima volta nella versione tedesca del Dioscoride, stampata a Praga nel 1563 da Georghj Melantrichj a spese di Vincenzo Valgrisi e riutilizzati nelle edizioni successive dell’opera. Nel 1559, per intercessione di Mattioli, venne concesso al L. da Ferdinando I un diploma nobiliare; Mattioli si era trasferito a Praga su richiesta di Ferdinando I e voleva farsi raggiungere dall’incisore. In una lista degli Stati provinciali goriziani del 1560, il L. risulta tra i centoquarantasette fuorusciti veneti e banditi residenti a Gorizia, ma i suoi spostamenti attraverso il territorio veneto, fanno escludere che egli fosse nel novero dei banditi. Benché avesse ottenuto un diploma nobiliare, nel 1571 gli fu negata l’aggregazione al patriziato di Gorizia dai nobili provinciali, perché veneto di origine e pittore di mestiere. Il L. a Gorizia aderì probabilmente al gruppo dei luterani: Bartolomeo di Porcia lo mise tra quelli che ricevevano l’eucarestia “sub utroque specie”, quindi al di fuori della messa cattolica. Nel 1562, sempre per intercessione del Mattioli, Ferdinando I commissionò al L. l’incarico di raffigurare al naturale la fauna marina dell’Adriatico. Il lavoro procedette a rilento per diciassette anni sino alla morte dell’incisore, ritardato da «infirmità, morte di moglie et altri danni». L’opera si identifica con il codice S. n. 2669 della Biblioteca nazionale di Vienna e consta di cento fogli sciolti di pergamena di formato oblungo. Le illustrazioni rappresentano cani di varia razza, bozze di pesci acquerellati e altri pesci realizzati con la massima accuratezza ad acquarello e guazzo. Successivamente nel 1579, Ferdinando II commissionò al L. una seconda serie zoologica, rimasta incompiuta per la morte del pittore. Nel 1563 gli venne affidato l’incarico dai commissari imperiali, di disegnare e rilevare le località di confine oggetto di trattative con i Veneziani, non avendo a disposizione «nessuno di altrettanto fedele e diligente». Una carta geografica (disegni su pergamena) del Friuli, della Marca Trevigiana e dell’Istria, appartenuta a Ferdinando del Tirolo e ora conservata a Vienna, è stata datata dagli storici della cartografia agli anni tra il 1560 e il 1570, e l’alta qualità del lavoro e le dimensioni del supporto pergamenaceo, analoghe a quelle della serie sulla fauna dell’Adriatico, la fanno attribuire al L. Guglielmo Coronini Cronberg nelle sue ricerche sui fratelli Liberale, trovò notizia nei rotoli delle spese della chiesa dei SS. Ilario e Taziano di Gorizia, dell’incarico datogli di realizzare la pala dell’altare grande. I primi pagamenti gli furono versati tra il 1574 e il 1576; dal novembre del 1576 i versamenti furono fatti al L. e al fratello Ercole. Dopo questa data il suo nome scomparve dalla contabilità e fu sostituito il 13 luglio 1577 da Orazio Liberall Maller und Pyltschnizer, suo fratello. L’altare fu smontato e disperso durante i lavori di ampliamento della chiesa nel corso del XVII secolo. Il L. in quel periodo non risiedeva più a Gorizia: si ha infatti notizia del suo spostamento nel 1576 alla residenza arciducale di Innsbruck, dove l’anno seguente portò tutta la famiglia. Le ultime notizie sulla vita del L. sono relative ad una lettera datata 17 luglio 1579, diretta al cardinale d’Austria. Nel 1580 i debiti fiscali mandarono all’incanto la casa goriziana del L. con l’opposizione della seconda moglie per ragioni dotali; due anni dopo la moglie e i figli morirono e furono vendute anche le proprietà terriere e la possibilità di riscattare l’abitazione entro sei anni fu riconosciuta al fratello Ercole che però lasciò scadere i termini.
ChiudiBibliografia
Schedario BIASUTTI, presso la BSAU.
G. VASARI, Le Vite dei più eccellenti pittori, scultori, architettori, Firenze, Giunti, 15682, 734 (= Roma, Newton, 2001); CAPODAGLI, Udine illustrata, 335; DI MANIAGO, Storia, 51-52; DI MANZANO, Cenni, 112; G. K. NAGLER, Neus allgemeines Kunstler-Lexikon, Munchen, 1839; R. M. COSSAR, Il pittore Giorgio Liberale, patrizio Goriziano, «Archivio veneto», 71 (1941), 62-75; COSSAR, Storia dell’arte, 33, 67, 75, 87; P. CARACCI - V. ROSSITTI, Genesio Liberale illustratore di un erbario del secolo XVI, «Bollettino delle civiche istituzioni culturali», 6-7 (1967-1968), 91-93; G. CORONINI CRONBERG, Giorgio Liberale e i suoi fratelli, in Studi di storia dell’arte in onore di Antonio Morassi, Venezia, Alfieri, 1971, 85-96; MARCHETTI, Friuli, 762; V. ROSSITTI, Dizionario degli incisori friulani, Udine, Del Bianco, 1981, 47; L. LAGO - C. ROSSIT, Descriptio Istriae: la penisola istriana in alcuni momenti significativi della sua tradizione cartografica sino a tutto il secolo XVII, Trieste, Lint, 1981, 111-113; S. CAVAZZA, Un’eresia di frontiera, «Annali di storia isontina», 4 (1991), 32-33; Divus Maximilianus, 318-319, 337-338; Pietro Andrea Mattioli. La vita e le opere, a cura di S. FERRI, Perugia, Quattroemme, 1997.
Nessun commento