Compositore, cantore e trombonista francese, il C. lavorò prevalentemente in Italia e a Ragusa (l’odierna Dubrovnik, in Croazia). La data della sua nascita viene collocata intorno al 1520 tenendo presente che in tre stampe musicali italiane del 1542-43 vi sono due mottetti attribuiti a «Courtois» e due madrigali a «Lamberto» che diversi studiosi identificano nella stessa persona. Una prima presenza attestata documentalmente risale invece al 1550 quando «Lamberto Cortese et compagni cantori» suonarono durante la settimana di Pasqua per l’arciconfraternita del SS. Crocifisso in S. Marcello a Roma. In seguito il C. fu, grazie all’interessamento di G. Nasco che lo stimava molto, maestro di musica presso l’Accademia Filarmonica di Verona dal 3 maggio 1553 al 4 aprile 1554, anno nel quale fu chiamato a far parte della compagnia strumentale principesca di Ragusa come «tibicinus». Qui si fermò per sedici anni, oltre che come trombonista, anche come maestro di cappella di corte e della cattedrale; sempre a Ragusa nel 1555 gli nacque il figlio Enrico che, formatosi alla scuola paterna, divenne trombonista e compositore. Il 19 aprile 1570 il C. «vir musicae facultatis excellentia insigniter commendatus» venne chiamato dal capitolo del duomo di Udine a succedere ad I. Chamaterò alla guida della cappella musicale, per un triennio, col compenso di 30 ducati annui, oltre a generi alimentari, e con l’obbligo di insegnare gratis a tutti i sacerdoti e chierici in servizio «artem canendi cantum firmum et figuratum», e di intervenire tutte le domeniche e i giorni festivi in coro, alle ore consuete. ... leggi Dai documenti di quegli anni null’altro si ricava se non che «messer Lamberto franzese maestro di chapella in domo» il 25 febbraio del 1572 figurava tra i «fratelli qual sono intradi in la veneranda fraterna del Santissimo Sachramento dapoi la riforma». Spirato il triennio, il 14 giugno 1573 venne riconfermato per un solo anno, dopo di che il 5 luglio 1574 chiese ed ottenne un’ampia fede di buon servizio. Da Udine, come testimonia un documento riportato da W. Pass, si recò alla corte imperiale di Vienna ove ricevette dall’imperatore Massimiliano II centocinquanta fiorini d’oro per aver inviato ripetutamente a sua maestà cesarea mottetti e salmi penitenziali. La ricompensa gli venne consegnata direttamente dal maestro di cappella imperiale Philippe De Monte. Non si sa però per quanto si sia trattenuto a corte. Per certo in Italia lo si ritrova dal novembre 1578 come maestro di cappella del duomo di Treviso, incarico di breve durata dal momento che nel dicembre 1579 aveva già lasciato la città, forse alla volta di Venezia ove il primo maggio 1580 licenziò un libro di madrigali indirizzandolo a Michiel Marin di Bona, Nicolò Giovanni Gondola e Marco Tomaso Baseglio gentiluomini ragusei. Mancano comunque documenti relativi al luogo della sua attività dal 1580 al 23 agosto 1582 data in cui fu eletto maestro di cappella del duomo di Vicenza, carica che lasciò prima del 26 marzo 1585 quando venne sostituito. Dopo quest’ultima notizia cala il silenzio sulla sua vicenda umana. Della sua opera compositiva resta, incompleto, un libro di Madrigali a cinque novamente posti in luce […] (Venezia, F. Rampazzetto, 1580). La raccolta, che si apre con una composizione inneggiante alle scogliere di Dubrovnik, contiene anche un madrigale di Enrico, figlio di Lambert. Diversi suoi mottetti e madrigali sono inoltre sparsi in antologie edite tra il 1542 e il 1582 o manoscritte (come l’intavolatura d’organo tedesca della Biblioteca nazionale di Torino) ma, essendo talvolta attribuiti semplicemente a «Lamberto» (secondo alcuni studiosi «Petrus Lambertus») o a «Courtois» (Jean, Lambert o Enrico?), attendono ancora una verifica della paternità. Certamente di L. C. sono le seguenti composizioni: Perché crudel amor (in Il primo libro delle muse a tre voci, Venezia, G. Scotto, 1562); Destra di quel amor (madrigale spirituale in sei parti, a quattro, cinque, sei voci, in Musica spirituale libro primo di canzon et madrigali a cinque voci. Composta […] da Ian Nasco. Da Lamberto Curtoy. Da Adrian Vuillahert. Da Vincenzo Ruffo. Da Grisostimo da Verona, Venezia, G. Scotto, 1563); Oimè dov’è ’l mio sole (in Primo libro delle muse a quattro voci. Madrigali ariosi […], Roma, A. Barré, 1555); Petit Jacquet (canzone strumentale a quattro voci, in Musica de diversi autori, la bataglia francese et canzon delli ucelli insieme alcune canzoni francese, Venezia, Gardano, 1577; anche in G. dalla Casa, Il vero modo di diminuir, con tutte le sorte di stromenti […], Venezia, Gardano, 1584). Di incerta attribuzione al momento risultano invece perduti quel libro a stampa di madrigali che A. Doni (La libraria del Doni Fiorentino, Venezia, 1550) attribuiva a «Lamberto Curtois» e quei «mottetti e salmi penitenziali» indirizzati dal C. all’imperatore Massimiliano II prima del 1574.
ChiudiBibliografia
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