Primo di nove figli, nacque a Pordenone nel 1460 da Daniela Ortiga e Giambattista, il cui padre Francesco, di professione “muraro”, nel corso dei primi decenni del Quattrocento s’era trasferito da Innsbruck alla cittadina friulana sul Noncello. Allievo dell’umanista Giovanni Stefano Emiliano, chiamato anche il Cimbriaco, si formò in un ambiente culturale assai fecondo e vivace, alla cui nascita contribuirono tanto la presenza in Pordenone di rinomati umanisti, come Marcello Filosseno, Gian Franco Fortunio, Girolamo Rorario, quanto il mecenatismo dell’influente famiglia dei Mantica. Ricevuto da Federico III d’Asburgo l’alloro poetico a soli ventinove anni, di lì a poco si trasferì a Vienna dove divenne docente universitario; nel 1492, tuttavia, era di nuovo a Pordenone, padre guardiano del locale convento dei francescani, ordine di cui aveva indossato l’abito con il nuovo nome di Paolo, ed iniziò a esercitare l’insegnamento a Motta di Livenza, proseguendo poi a Belluno e Feltre e continuando a comporre componimenti poetici, alcuni dei quali gli valsero la riconoscenza degli Asburgo, in particolare di Massimiliano I che lo insignì del titolo onorifico di notaio imperiale e giudice ordinario. Nel 1505, per ricambiare le lodi di difensore della Chiesa cattolica di cui Paolo aveva esaltato le gesta nel poema De bello germanico adversos Hereticos, l’imperatore gli concesse un diploma di nobiltà, riconoscendo per valido lo stemma familiare con una cornucopia d’oro, ricolma di spighe di grano, in campo azzurro. ... leggi Nel 1505 si trasferì definitivamente a Vienna, dove accettò l’incarico di precettore nella casa di Marquando di Brisiach, segretario di Massimiliano I; i suoi legami con la corte viennese gli erano valsi pure, nel 1493, un precedente incarico presso l’Università per avviarvi l’insegnamento su Tibullo, Properzio, Marziale e Giovenale. Morì assassinato nel 1517, probabilmente a ragione del suo tenace impegno contro l’eresia protestante, e forse di un suo ruolo attivo nell’attività dell’Inquisizione. In possesso di ottima conoscenza e padronanza dei testi classici, l’A. fu poeta di genere per lo più celebrativo, autore in cui i motivi tradizionali del Rinascimento si fusero spesso con quelli della lotta cristiana contro il Turco e quelli della reazione cattolica nei confronti di un nemico non meno temibile, rappresentato allora dal protestantesimo tedesco. PAULUS AMALTHEUS PRIMA FAVILLA DOMUS, come ebbe a definirlo il fratello Marcantonio componendone l’epitaffio, fu davvero il primo di una lunga schiera di letterati ed eruditi che in secoli diversi procurarono chiara fama alla famiglia degli Amalteo.
ChiudiBibliografia
Ms BCTv, 1354, S. Fapanni, Notizie degli scrittori e degli uomini illustri, che fiorirono nell’antico territorio Trevigiano, nonché nelle diocesi di Treviso e di Ceneda, I, 186-223.
La produzione poetica di C.P. A. rimase per lungo tempo completamente inedita: solo nel 1741, nel tomo V della Miscellanea di varie operette […], pubblicata in Venezia dal Lazzaroni, col titolo C. Pauli Amalthei ordinis minorum S. Francisci poetae laureati carmina et epistolae, quae reperiri potuerunt, apparvero tre lettere ed un epigramma indi-rizzati al fratello Marcantonio, insieme con un poemetto dedicato al vescovo di Gurk Raimondo Peraudi; nel 1880, A. ZINGERLE, inserì nei suoi Beiträge zur Geschichte der Philologie (Innsbruck, s.n., 1880) una quindicina di carmina da lui rinvenuti nel ms 664 della Biblioteca universitaria di Innsbruck, lo stesso di cui si è avvalso A. BENEDETTI per il suo Cornelio Paolo Amalteo umanista pordenonse, Udine, Arti grafiche friulane, 1969; altri tre componimenti sono stati inseriti da C. ZUCCHIATTI nella Carminum appendix, che accompagna i carmina curati da A. BENEDETTI, alla voce Cornelio Paolo Amalteo del sito Poeti d’Italia in Lingua Latina tra Medioevo e Rinascimento, <http://www.poetiditalia.it/poetiditalia/frames6.jsp>.
G. MAZZUCHELLI, Gli Scrittori d’Italia […], I/1, Brescia, Bossini, 1753, 573-574; LIRUTI, Notizie delle vite, II, 1-59; TIRABOSCHI, Storia, VII, 1344-1345; G. PIZZI, Storia degli Amaltei, Oderzo, Becco Giallo, 1990 (Passato e Presente. Le storie, 2), 12-22; M. VENIER, Poesia latina degli Amalteo, «Aevum», 3 (2006), 687-716.
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