Nacque il 7 dicembre 1864 a Visco (Udine). Dopo le scuole popolari, proseguì gli studi a Gorizia. Nel 1879 entrò nel noviziato dei gesuiti (Aux Alleaux-Laval, Francia). Tra le note caratteristiche, che ogni candidato stendeva, ebbe a scrivere: «Mi sentirei inclinato alle missioni estere, ma principalmente alla predicazione nelle parti del Litorale austriaco perché mi piacciono le lingue friulana, italiana, tedesca e slovena». Concluse il noviziato a La Cartuja (Valencia, Spagna). Dal 1883 al 1886 studiò filosofia a Portorè (Dalmazia); dal 1887 al 1890 insegnò latino e greco al Ginnasio liceo dei gesuiti a Zara. Ordinato sacerdote a Cracovia nel 1892, nel 1897 andò a Soresina (Cremona) a studiare teologia ascetica. Dal 1898 al 1921 esplicò una vasta attività a Gorizia e nella contea: assistente spirituale in collegi e famiglie religiose; conferenziere, predicatore. Insegnante di lingue nel seminario delle missioni, fu docente di diritto canonico e direttore spirituale nel Centralseminar. Durante la prima guerra mondiale, data la sua conoscenza delle lingue, fu incaricato di varie missioni all’interno dell’Impero austro-ungarico (assistenza agli ammalati a Trieste, accompagnamento e assistenza ai profughi). Nel 1918 riprese l’attività a Gorizia e insegnò anche lingua croata fino al 1921, allorché, superiore alla residenza di Trieste, la Santa Sede lo incaricò, quale visitatore apostolico, di prendere contatto con la realtà dei Paesi baltici, tre Stati (Lituania, Lettonia, Estonia) di recente formazione, in un panorama religioso e politico complesso, per la vicinanza di Germania e Unione Sovietica, e per la conflittualità fra Lituania e Polonia. ... leggi Nel 1922, nominato delegato apostolico per gli stessi Paesi, ebbe l’ordinazione episcopale, col titolo arcivescovile di Mira. Da allora, si trasferì a Kaunas in Lituania. Nei Paesi baltici svolse un’intensa attività pastorale. La questione di Vilnius (occupata manu militari dalla Polonia ed eretta dalla Santa Sede a provincia ecclesiastica) gli scatenò contro la ostilità del governo lituano, dell’opinione pubblica e di gran parte dell’ambiente ecclesiastico. Decise di trasferirsi a Riga in Lettonia, accolto con favore da quel governo, da cui ebbe riconoscimenti e soddisfazioni (fu insignito della più alta decorazione lettone) e ai cattolici, pur minoritari nello Stato, venne restituita la cattedrale di S. Giacomo. Incaricato della piccola Chiesa estone, quale amministratore apostolico (1924-1931), nel 1926 fu nominato internunzio in Lettonia (nunzio dal 1928). Ritornava ogni anno in Italia e nella sua archidiocesi di Gorizia, dove, durante la sede vacante (1932-1934), cresimò in più paesi. Morì a Riga il 18 marzo 1935 e, dopo i funerali di stato, fu sepolto nel cimitero di S. Michele.
ChiudiBibliografia
A. GIANNINI, I concordati postbellici, Milano, Vita e pensiero, 1929, 164-165; Ricordando Mons. Zecchini, «Osservatore romano», 3 maggio 1935; B. KRIŠTANIEVIČIUS, Jézuitainepriklausomoje Lietuvoje, «Laiskai Lietiuviams», 24 (1973), 130; F. TASSIN, Mons. Antonino Zecchini (1864-1935) e Mons. Luigi Faidutti (1861-1931): due diplomatici friulani nei paesi baltici, «Studi Goriziani», 86 (1987), 93-109; G.F. CROMAZ, Lettere dalla Lituania, Cividale, Dom, 1992; L. KLINKE, Erzbischof Eduard Profittlich und die katholische Kirche in Estland 1930-1942, Ulm, Gerhard Hess Verlag, 2000; F. TASSIN, Diplomatico e pastore: il nunzio apostolico Antonino Zecchini in Lettonia (1921-1935), «Nuova Iniziativa Isontina», 3 (2001), 61-66; V. SALLO, The catholic church in Estonia 1918-1931, «The Catholic Historical Review», 88 (2002), 281-292; V. PERNA, Relazioni tra Santa Sede e Repubbliche baltiche (1918-1940). Monsignor Zecchini diplomatico, Udine, Forum, 2010.
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