PRAMPERO (DI) GIACOMO

PRAMPERO (DI) GIACOMO (1876 - 1953)

studioso, commissario militare, amministratore

Immagine del soggetto

Giacomo di Prampero nel 1922 (collezione di Prampero).

Esponente della nobile famiglia di Prampero, primogenito del senatore Antonino e di Anna Kechler, nacque a Udine nel 1876. Adolescente, lasciò quella città per motivi di studio: frequentò il liceo nel collegio dei barnabiti di Lodi e intraprese poi la carriera militare come ufficiale di cavalleria. Nel 1904 sposò Bianca del Torso, da cui ebbe due figli, Antonino e Artico, morto in Albania nel 1941 e medaglia d’oro. Dopo quattordici anni di servizio, ottenne l’aspettativa dall’esercito e si stabilì definitivamente in Friuli, alla cui crescita culturale, economica e sociale dette costante apporto in un dialogo costruttivo con il padre e con personaggi eminenti quali Pier Silverio Leicht, Francesco Rota, Eugenio Linussa, Pio Paschini, Giuseppe Vale, Piero Pisenti, Elio Morpurgo. Dal 1911, oltre alle private occupazioni e a una vasta produzione di studi editi ed inediti sulla storia locale e sull’archivio di famiglia, P. ricoprì ruoli direttivi o di controllo nelle più importanti istituzioni a carattere locale o nazionale. Fu presidente della Società filologica friulana, dalla cui carica nel 1925 si dimise per la nomina a commissario prefettizio aggiunto del comune di Udine. Ai prodromi della grande guerra, si fece richiamare in servizio e visse gli eventi bellici, la liberazione di Gorizia e l’evacuazione dopo Caporetto in qualità di commissario militare di Gradisca (risalgono ad allora i duraturi legami con D’Annunzio, Ojetti e Barzini), poi per malattia contratta al fronte fu capo del servizio informazioni. ... leggi Al termine del conflitto ottenne la promozione, la croce al merito di guerra, la medaglia di bronzo. Postosi in congedo permanente, nel 1919 si trasferì nella villa di Tavagnacco (Udine), che ripristinò dopo i saccheggi del periodo bellico. Fu legionario di Fiume, partecipò alla marcia su Roma, ma devoto ai Savoia, abbracciò il fascismo solo quando non fu antitetico alla monarchia, per distaccarsene poi nel 1928. Nel 1924 venne insignito della cittadinanza onoraria di Gradisca; nel 1925 divenne cavaliere della Corona d’Italia. Morì a Tavagnacco nel 1953, provato nei sentimenti e negli averi anche dalla seconda guerra mondiale, ma apprezzato per le sue cognizioni in svariati campi (politica, biblioteconomia, caccia, scherma, tiro, equitazione, scienze occulte) e per la sua dirittura morale.

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Bibliografia

G. DI PRAMPERO, Napoleone in Friuli - 1797 e 1808, Udine, AGF, 1911 (= Udine, AGF, 1996); ID., Il Passaggio pel Friuli di Maria Amalia principessa di Polonia regina delle due Sicilie, 1738, Udine, Doretti, 1911; ID., Vita militare e politica dei signori di Gemona conti di Prampero, Udine, AGF, 1933.

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