Di famiglia di origine marchigiana, nacque nel novembre del 1881 ad Anagni (Frosinone), dove il padre svolgeva l’attività di segretario comunale. In quella cittadina frequentò le scuole primarie e, nella vicina Alatri, il liceo classico presso il convitto Conti-Gentili. Trasferitasi la famiglia a Porto San Giorgio, nelle Marche, egli si segnalò ben presto per un coraggioso atto di valore salvando tre donne in pericolo di annegamento, per cui gli venne conferita una medaglia di bronzo al valore civile. Qui, a Porto San Giorgio, dove nella Biblioteca comunale dedicata al suo nome vengono conservati le sue carte ed i suoi ricordi, si avvicinò agli ideali del socialismo, ideali che non abbandonò mai. Studiò medicina e chirurgia all’Università di Roma, dove nel 1905 conseguì la laurea con il massimo dei voti. Iniziò, quindi, la sua attività agli ospedali Riuniti di Roma prima come assistente, poi, nel 1913, come aiuto di Raffaele Bastianelli. All’entrata dell’Italia nella prima guerra mondiale, si presentò come volontario; quando venne congedato con il grado di capitano, portava due medaglie di bronzo al valor militare. Nel dopoguerra conseguì due libere docenze, la prima in traumatologia (1919), la seconda in operatoria (1923). Antifascista, venne perseguitato, sorvegliato e schedato per le sue idee socialiste e per essersi abbonato all’«Ordine nuovo» di Gramsci. Per sfuggire a questa persecuzione, nel 1923 si trasferì a Belluno, dove esercitò la professione come primario chirurgo presso l’ospedale civile e dove rimase fino al 1934. Pubblicò nel 1934 una delle sue opere fondamentali, Contributi clinici alla chirurgia del sistema nervoso vegetativo, tematica sulla quale sarebbe ritornato più volte e per la quale divenne uno dei più eminenti chirurghi italiani, mentre del 1937 è la Fisiopatologia del simpatico nell’uomo. Coltivò l’arte, gli studi letterari e storici, ai quali si dedicò lasciandoci alcuni acuti saggi, come quelli sullo scienziato bellunese Girolamo Segato (1792-1836), sull’occupazione napoleonica in Friuli, sul Leopardi, su Giocchino Belli, su Machiavelli, Ugo Betti e altri poeti e storici. ... leggi Nel settembre del 1934 si trasferì a Udine come primario presso il locale ospedale civile, dove rimase fino al 1950 quando rientrò a Roma. Nel frattempo P. era divenuto uno dei più illustri e stimati chirurghi italiani, collaboratore di numerose riviste scientifiche, anche europee, quali «La presse médicale», per diventare infine, dal 1949 al 1951, presidente della Società italiana di chirurgia. A Udine lasciò un grande ricordo sia per la sua umanità e generosità, sia per l’alto contributo dato durante il periodo resistenziale. Infatti, subito dopo l’8 settembre, fin da quando le prime formazioni partigiane friulane si formarono sui colli retrostanti Nimis, Attimis e Faedis, P., con il nome di copertura di “Quidam”, entrò nella Resistenza per mettere le sue competenze a disposizione dei combattenti partigiani e del Comitato di liberazione provinciale di Udine. Durante i diciotto mesi della lotta di liberazione la sua attività antifascista e di prezioso supporto al movimento partigiano fu ininterrotta e caratterizzata da una estrema disponibilità: nel suo reparto di chirurgia accolse per operare, curare e proteggere i partigiani feriti. Scoperto nel marzo 1945 da un partigiano infiltrato, venne arrestato e detenuto nelle carceri di via Spalato, a Udine. Il 28 aprile furono gli stessi tedeschi, ormai in rotta, a liberarlo allo scopo di allacciare contatti, che furono rifiutati, con il Comitato di liberazione. Uscito indenne da quel mese di detenzione, fu nominato dal CLN commissario straordinario dell’ospedale civile di Udine. Erano momenti di grandissima difficoltà a cui P. seppe far fronte con il suo instancabile impegno, con la sua dedizione. Dell’esperienza partigiana egli lasciò un libro di memorie, Storie di partigiani, scritto a ridosso di quelle vicende, pubblicato in una prima edizione alla fine del 1945, in una seconda l’anno seguente. Fu il primo contributo, anche se di tipo narrativo più che storico, alla conoscenza di quella lotta per la libertà di cui fu protagonista anche la gente friulana. Nel dopoguerra P. partecipò alla rinnovata vita politica militando nelle file del Partito socialista italiano, divenendo anche assiduo collaboratore del settimanale socialista «Il Lavoratore friulano». Partecipò al XXIV congresso del partito, assise rifondativa del socialismo italiano, che si tenne a Firenze nell’aprile del 1946. Dirigente di primo piano, insieme a Giovanni Cosattini e ad Ernesto Piemonte, fu eletto il 2 giugno 1946 all’Assemblea costituente portandovi le sue idee europeiste e la condivisione del manifesto di Ventotene di Altiero Spinelli. Rimasto nel PSI quando nel gennaio del 1947 ci fu la scissione saragattiana di palazzo Barberini, P. fu candidato alle elezioni del 18 aprile 1948 nel collegio di Cividale del Friuli, senza però venire eletto. Cessata la sua attività di medico ospedaliero dopo quarant’anni di lavoro, rientrò a Roma dove continuò sia il suo impegno di chirurgo presso la clinica del suo antico maestro Bastianelli, sia quello politico come membro del Comitato centrale del Partito socialista. A Roma si spense improvvisamente il 21 giugno del 1952.
ChiudiBibliografia
Atti parlamentari: Discorsi e interventi di Gino Pieri; Commemorazione di Gino Pieri (24 giugno 1952).
Opere di G. Pieri: I progressi della chirurgia nel 1913, Milano, F. Vallard, 1914; La circolazione cutanea degli arti e del tronco in rapporto alla tecnica della chirurgia plastica e cinematica, Bologna, Cappelli, 1918; La lotta contro il cancro, Belluno, Tip. Benetta, 1930; La cura chirurgica delle nevrosi gastriche, Belluno, Tip. Edit. La Cartolibraria, 1930; Contributi tecnici alla chirurgia del sistema nervoso vegetativo, Belluno, Istituto veneto di arti grafiche, 1934; Girolamo Segato, 1792-1836. Scienzato ed esploratore bellunese, Belluno, Istituto veneto di arti grafiche, 1936; Fisiopatologia del simpatico nell’uomo, Roma, Pozzi, 1937; Giacomo Leopardi e i medici, Udine, AGF, 1937; Ippocrate e Galeno in una cosmologia pittorica medievale, Milano, Arti Grafiche E. Gualdoni, 1939; Gioacchino Belli, poeta di popolo, «AAU», s. VI, 8 (1940-1943), 453-454; Augusto Murri e la Società operaia di Mutuo Soccorso di Porto San Giorgio, Fermo, Stabilimento cooperativo tipografico, 1941; Napoleone e il dominio napoleonico in Friuli, Udine, Del Bianco, 1942; Storie di partigiani, Udine, Del Bianco, 1945; Il Movimento federalista europeo: discorso pronunciato all’Assemblea costituente nella seduta del 15 marzo 1947, Roma, Tip. Camera dei deputati, 1947.
«Il Lavoratore friulano», numeri sparsi; G. D’ARONCO, Appunti per una storia dell’Ospedale Civile di Udine, «Il Tesaur», 14 (1962); G.A. COLONNELLO, Guerra di liberazione, Udine, Ed. ... leggi Friuli, 1965; L. DE CILLIA, Agostino Candolini, Udine, IFSML, 1983; B. CADETTO, Udine capitale della Resistenza, Udine, SFF, 1983; RINALDI, Deputati 2, passim; L. ARGENTON, I medici durante la Resistenza nella Regione Friuli-Venezia Giulia (1943-1945), «Storia contemporanea in Friuli», 20 (1990), 63-104; A. CELOTTI, 1932-1975. All’Ospedale Civile di Udine, Udine, Chiandetti, 1993; R. MATTIOLI, Dentro la sanità. Strutture, personaggi e testimonianze in Friuli, Udine, Senaus, 2008.
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