Nato a Sauris di Sopra, in Carnia, il 2 febbraio 1908, si trasferì insieme con la famiglia nella frazione di Sauris di Sotto, tradizionalmente più popolosa, dove si iscrisse alla scuola elementare, frequentandola fino alla quarta classe. L’infanzia e la primissima adolescenza di P. furono segnate dalle vicende della prima guerra mondiale che, pur investendo Sauris solo marginalmente, lasciò tracce profonde in alcuni scritti della maturità. Nel corso della sua vita si sarebbe poi con versatilità dedicato a varie professioni della tradizione di quelle terre: fu muratore e macellaio (norcino), taglialegna e tessitore. Nel corso della seconda guerra mondiale P. fu incorporato nella storica brigata alpina Julia, allora divisione, partecipando alle operazioni sui fronti jugoslavo e francese. Egli spese gli ultimi anni nei mestieri agricoli, riservando l’“otium” alla poesia, che presenta diverse affinità rispetto a quella di Fulgenzio Schneider; coltivò una vena letteraria in cui si riflettono gli avvenimenti della sua intensa vita, profondamente legata a luoghi che, a dispetto della collocazione geografico-amministrativa per certi versi isolata e ai margini, sono ricchi e peculiari sotto molti aspetti, tra cui quello linguistico e culturale. P. scomparve nel 1983. Protagonista di un’attività poetica e letteraria di natura schiettamente popolare che rispecchia la situazione linguistica dell’area saurana, caratterizzata dalla cosiddetta triglossia tedesco-italiano-friulano e dall’influsso del dialetto veneto-cadorino, la scrittura di P. è fortemente ancorata ai moduli del parlato, i quali la arricchiscono conferendole una propria originalità. In particolare, utilizzando nella sua produzione in modo vario ma funzionale il friulano carnico, l’italiano e il dialetto autoctono di Sauris (“tsarar špröche”), proprio a causa della mancata conoscenza approfondita della grammatica della lingua tedesca, P. scrive i testi saurani senza il filtro delle convenzioni grafiche, con l’effetto di produrre testimonianze genuine e preziose, insieme, della parlata locale e della commistione linguistica (così il tedesco Zeit, ‘tempo cronologico’, diventa Zait; oppure compare binter al posto del corretto Winter, ‘inverno’, mostrando anche l’adozione, nell’uso delle maiuscole, della consuetudine italiana invece di quella tedesca). Alcuni altri testi sono invece rilevanti in quanto testimonianza del tentativo degli abitanti di Sauris, negli anni di guerra dell’occupazione austriaca, di creare una sorta di lingua franca adeguando il loro dialetto alla lingua degli occupanti. ... leggi Anche rispetto alla tecnica letteraria la produzione poetica di P., seppur ancora da valutare in modo analitico nel suo insieme, rivela un autore che fa dell’immediatezza e della spontaneità le sue doti migliori. Realizzate prevalentemente in quartine e sestine, le poesie di P. ricorrono spesso alla rima baciata e alternata (con rime imperfette, assonanze e occasionali versi irrelati), adottando anche forme più libere negli schemi metrici e nel numero di versi. Ma sono appunto i loro contenuti ad accrescere il valore dei testi (peculiari quelli sull’origine di Sauris o i passi che esortano i giovani a preservare l’identità saurana), molte volte ispirati a fatti realmente accaduti, che offrono testimonianze storiche (come la visita ad Ampezzo nel 1918 in occasione della storica requisizione da parte austriaca delle campane delle chiese) e spaccati di vita quotidiana (con notizie sull’abbigliamento tradizionale, e sulle usanze e le problematiche matrimoniali, o sull’alimentazione e il lavoro nei campi); di grande interesse etnografico, sono i versi che fanno riferimento al patrimonio delle leggende della tradizione (come la storia della strega Belin).
ChiudiBibliografia
C. PETRIS VÖVLAN, Bie lafet de zait. Come corre il tempo, Presentazione di D. Isabella, Sauris, Circolo culturale saurano Fulgenzio Schneider, 2009.
N. DENISON, Italiano, friulano e tedesco a Sauris, in Atti del congresso internazionale di linguistica e tradizioni popolari, a cura di L. CICERI, Udine, SFF, 1970, 87-95; B. PETRIS/VA PLOTZN, Testi saurani/Zarar stiklan, Udine/Baidn, Grillo, 1978, 67-80; N. DENISON, Repertoire and Norm in Pluriglossia, «Grazer Linguistische Studien», 38 (1992), 43-71; D. ISABELLA, Il plurilinguismo del poeta popolare saurano Costante Petris, in Dialetti oggi. Atti del convegno “Tra lingua, cultura, società: dialettologia sociologica” (Sappada-Plodn, 1-4 giugno 1998), a cura di G. MARCATO, Padova, Unipress, 1999, 361-372.
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