Nacque a Buia (Udine) l’11 dicembre 1920 da Prosdocimo e Maria Forte, insegnante, poetessa e scrittrice; laureatasi a Padova nel 1946, insegnò materie letterarie nelle scuole medie e poi superiori di Udine; sposata con Luigi Ciceri, si trasferì con lui nella casa di Tricesimo, luogo di raccolta per collezioni importanti di materiali etnografici, oggetti d’arte, manoscritti, documenti e materiale librario. Morì a Udine il 24 maggio 2000, lasciando eredi delle collezioni diverse istituzioni friulane (in particolare, i musei etnografici di Udine e Tolmezzo delle specifiche collezioni, il Museo civico d’arte di Pordenone dei materiali della ditta Galvani, il Centro studi Pier Paolo Pasolini di Casarsa dei manoscritti e delle carte relative al poeta; di altri fondi la Biblioteca civica e l’Archivio di Stato di Udine, il comune di Tricesimo). Collaborò dapprima in maniera stretta e intensa con l’attività di ricerca, collezione, organizzazione culturale del marito, soprattutto nell’ambito della Società filologica friulana. Dopo la scomparsa di Luigi Ciceri, ne continuò l’attività, sostituendolo anche come vicepresidente della Filologica e, per un periodo, nella direzione della rivista «Sot la nape», sviluppandone ulteriormente i progetti di ricerca e riproposta della cultura tradizionale e popolare del Friuli. Come critica letteraria ha valorizzato la documentazione anche manoscritta e inedita raccolta da e con Luigi Ciceri relativa in particolare a Ippolito Nievo e Pier Paolo Pasolini, cui i coniugi Ciceri furono vicini nel primo periodo romano (va citato almeno il salvataggio del manoscritto de I turcs tal Friúl, ora nel Centro pasoliniano di Casarsa, con le due edizioni curate nel 1976, da Luigi, e da Andreina nel 1995); ha provveduto (1975, per le Edizioni Aquileia di Tolmezzo) alla ristampa dell’Antologia della letteratura friulana di Bindo Chiurlo, organizzando più tardi (1986) anche un convegno di studi sullo stesso critico; ha accompagnato gli sviluppi della letteratura e della poesia friulana contemporanee attraverso una fitta attività di recensione e valorizzazione soprattutto sulla rivista «Sot la nape» e con particolare attenzione dedicata al versante creativo femminile: sua la cura della sezione in friulano delle Scrittrici contemporanee in Friuli per l’editore Rebellato, 1984. Il suo contributo maggiore resta quello etnografico. ... leggi Si devono a lei iniziative importanti nell’organizzazione della ricerca e dell’attività editoriale all’interno della Società filologica friulana: la fondazione della serie dei “Racconti popolari friulani” e dei volumi relativi agli ex voto presenti nei maggiori santuari friulani; lo sforzo, insieme a Luigi Ciceri, per dare maggior peso scientifico all’iniziativa delle monografie (i “Numeri unici”) dedicate alle località dove si tenevano i congressi annuali della Società; la collaborazione – tradottasi in cospicue donazioni anche in vita – con i maggiori musei del Friuli (le donazioni di sculture e maschere lignee ai Civici musei di Udine, di pittura religiosa su vetro al Museo diocesano della stessa città, di ritratti al Museo etnografico Gortani di Tolmezzo). Larga la sua attività di folclorista: ricercatrice sul campo, da sola, con il marito, con alcuni collaboratori fra i quali spicca soprattutto la goriziana Olivia Averso Pellis, a lungo sua accompagnatrice per l’illustrazione fotografica e cinematografica delle tradizioni popolari friulane; ma anche ricercatrice di tradizioni popolari in archivio (attingendo per lo più alla propria collezione di carte storiche), con speciale predilezione per i temi connessi con gli usi nuziali e con la tradizione medica. L’ampia bibliografia etnografica di N. presenta, a partire dal 1955, un numero consistente di interventi e saggi di diversa natura e consistenza (molti illustrano documenti o parti delle collezioni Ciceri), editi soprattutto sulle riviste e pubblicazioni della Società filologica friulana, ma anche sui periodici di altre istituzioni culturali udinesi che la videro socia e collaboratrice. Restano soprattutto le diverse monografie e lo sforzo di costruzione di una rinnovata sintesi delle tradizioni popolari del Friuli, nel loro complesso, a sostituire l’ormai centenaria Vita in Friuli di Valentino Ostermann (V.). Fra le monografie, si ricordano l’edizione (nella serie dei “Racconti popolari friulani”) dei corpus narrativi di tradizione orale di Buia (1968 e 1994), Cercivento (1969), Ara di Tricesimo (1971); la cura delle raccolte ottocentesche di testi popolari di Giovanni Tavoschi relative alla Val di Gorto (1969 e 1970), l’introduzione alla ristampa delle leggende edite nel secolo XIX da Ferdinando del Torre (1995); l’edizione del corpus di ex voto del santuario di S. Antonio di Gemona (1989); i due volumi, con Piera Rizzolatti, dedicati alla Vita tradizionale in Val Pesarina (Comune di Prato Carnico, 1990-1991). Fra i resoconti complessivi, la documentazione relativa al tema dei mascheramenti, frutto di ricerca ed edizione con Luigi Ciceri (ai Ciceri si deve una bella collezione di maschere lignee del tarcentino, ora nel rinnovato museo etnografico del Friuli a Udine): Il Carnevale in Friuli. Mascheramenti e maschere; usi epifanici (1967, ristampa 1977); ma soprattutto i due volumi delle Tradizioni popolari in Friuli (Chiandetti, 1982; più volte ristampato, fino all’ultima edizione del 2002), che valse a N. il premio nazionale Pitrè. Organizzate le tradizioni lungo i due assi del “ciclo della vita” e del “ciclo dell’anno”, rifacendosi allo schema classico delle monografie otto-novecentesche di folclore regionale, nel volume trovano sintesi, integrati nel quadro bibliografico più ampio – a sfruttare l’intera stagione novecentesca di studi folclorici in Friuli –, i suoi tantissimi contributi parziali e locali fin lì pubblicati in riviste e nei numeri unici della Società filologica friulana. A corredo della monografia, dedicati in maniera particolare all’apparato documentario iconografico delle tradizioni rituali (fotografie di O. Averso Pellis, testi di A. Nicoloso Ciceri), sempre presso l’editore Chiandetti, apparvero (s.d., ma nel 1987) i due volumi delle Feste tradizionali in Friuli. Alla collaborazione stretta con la stessa Averso Pellis e all’illustrazione delle stesse tradizioni presentate poi in quei volumi, si devono anche gli otto documentari etnografici – prima esperienza sistematica del genere in regione – editi per la Società filologica friulana nel 1973-1975 (originariamente in super8, riediti in videocassetta nel 1989).
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In attesa di una bibliografia sistematica, in corso di preparazione, oltre che dalle informazioni che si recuperano nei due volumi delle Tradizioni popolari in Friuli citato, un primo quadro complessivo dei contributi della Nicoloso Ciceri può essere desunto dall’insieme dei repertori bibliografici relativi alla Società filologica friulana, curati da L. Peressi a muovere da Mezzo secolo di cultura friulana del 1974, con i successivi aggiornamenti. E va considerato anche il catalogo dedicato dai Civici musei di Udine ai materiali della donazione Ciceri, in occasione della mostra organizzata nella chiesa di S. Francesco: Segni della devozione. Materiali della donazione Ciceri, a cura di T. RIBEZZI, Udine, Civici musei, 2005.
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