MREULE ENRICO

MREULE ENRICO (1886 - 1859)

intellettuale

Immagine del soggetto

Cane e schizzo di Enrico Mreule, disegni a lapis di Carlo Michelstaedter (Gorizia, Biblioteca statale isontina, Fondo Carlo Michelstaedter, III 6a 27).

Figura molto singolare, per il modo a dir poco romanzesco con cui concepì l’esistenza e la visse: vi è rappresentato molto bene lo slancio severo e “persuaso” della Gorizia del primo decennio del Novecento, ma anche di quella città trasferita nella “normalità” grigia e sconfitta degli anni Venti. Nato a Rubbia nel 1886, frequentò lo Staatsgymnasium di Gorizia tra il 1897 e il 1906 dove espresse l’intenzione di seguire corsi universitari in filosofia. Nei primi quattro anni del ginnasio fu in classe con Carlo Michelstaedter, Nino Paternolli e Igino Valdemarin: ebbe quale insegnante di storia e di geografia una figura non meno singolare, Richard von Schubert-Soldern (nato a Praga il 14 dicembre 1852 e morto a Zwettl il 19 ottobre 1924) che, ordinario nell’Università di Lipsia, aveva scelto un percorso decisamente antieroico, preferendo venire a Gorizia nello Staatsgymnasium, dove insegnò storia e geografia fino al 1914-1915, guidando discepoli di grande personalità. Quella scuola, per quanto fosse grande e prestigiosa, non poteva rappresentare un avanzamento nella carriera del docente. Su premesse del genere, Claudio Magris ha costruito un romanzo (Un altro mare, Milano, 1991) in cui M., discepolo di Schubert-Soldern, pare che alla fine voglia seguire l’esempio del suo maestro con intelligente distacco e con persuasione utopistica. Conseguita la maturità nel 1906, un anno dopo di C. Michelstaedter, sviluppò con lui e con Nino Paternolli un’amicizia fondata sul culto dei classici e sulla discussione filosofica: Michelstaedter affidò alle voci di Nino (Paternolli) e di Rico (Mreule) il suo Dialogo della salute (curato, con altri dialoghi, da S. Campailla, Milano, 1988). Sennonché, alla fine di novembre del 1909, M. si imbarcò a Trieste e se ne andò da Gorizia e dall’Europa per rifugiarsi in Patagonia, dove fece il “gaucho” fino al 1922, quando ritornò a Gorizia. ... leggi Aveva portato con sé le opere degli autori greci, che in classe aveva imparato a conoscere a fondo, e che rilesse con passione. Tornato in patria, si dedicò all’insegnamento del latino, ma soltanto fino al 1933, quando scomparve di nuovo, al punto che fu creduto subito morto: si era invece ritirato a Salvore, nell’Istria nord-occidentale, continuando a leggere i classici greci e dedicandosi alla pesca. Morì alla fine del 1959 ed è sepolto a Salvore. Un suo discepolo goriziano dei primi anni Venti (firmato “v.s.”) ne scrisse su «Il Piccolo» un ricordo che concorre puntualmente a dimostrare quanto fosse giusta la ricostruzione della figura che ne ha fatto Claudio Magris.

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Bibliografia

E. POCAR, Richard von Schubert-Soldern insegnante di filosofia a Gorizia, «Iniziativa Isontina», 51 (1971), 99-104; S. CAMPAILLA, A ferri corti con la vita, Gorizia, Il Comune, 1981, 107-141; C. MICHELSTAEDTER, Epistolario, a cura di S. CAMPAILLA, Milano, ICM-Adelphi, 1983, 359-363, 393-398, 407-408, 420-424, 424-433, 440-444; C. MAGRIS, Un altro mare, Milano, Garzanti, 1991; S. TAVANO, Con Michelstaedter e con Mreule, in Cultura tedesca, 7-12; C. MAGRIS, Il mio romanzo «goriziano», ibid., 13-22; S. SCANDOLARA, Quell’anonimo ricordo del prof. E. M., «Il Piccolo», 21 dicembre 2009.

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