Nacque a Ligosullo, in Carnia, il 7 febbraio 1877 da Pietro e da Caterina Zamparo, terzogenito di dodici figli. Manifestò fin da giovanissimo la passione per il disegno, perciò appena possibile cercò fortuna e orizzonti culturali più consoni alle sue aspirazioni oltralpe, come già avevano fatto i suoi predecessori. Dapprima fu a Berlino, poi a Monaco di Baviera dove frequentò l’Accademia di belle arti da cui sarebbe uscito col titolo di professore. Iniziò subito a dipingere in molte chiese della Baviera, poi in Ungheria dove decorò la cappella del palazzo Reale suscitando l’ammirazione dell’imperatrice Zita. Verso la fine del secolo, dopo aver lavorato in Romania, in Bulgaria e in Turchia, rientrò in Friuli. A San Daniele aprì un primo studio e poi, nel 1920, quello definitivo a Udine, in via Caterina Percoto. Fu un pittore versatile: la sua produzione infatti spaziò dal paesaggio, alle nature morte, dai cartelloni pubblicitari, agli interni di case, dai ritratti, alle grandi composizioni murali. Queste ultime, eseguite soprattutto su commissione, sono rese con colori acquerellati, chiari, con predilezione per le luci gialle che sfumano nell’ocra, dove colloca i personaggi del Nuovo e Vecchio Testamento; ossequienti ai canoni del passato «non rappresentano perciò mai l’espressione sua più vera» come disse A. Manzano. ... leggi Mentre con la pittura a olio, quando è sinceramente ispirato, quando sente il soggetto o è libero di interpretarlo a modo suo, sembra esprimersi molto meglio. Tra i ritratti sono da segnalare quelli intitolati Mia moglie e Mia figlia presentati alla I Esposizione degli artisti friulani allestita a Udine nel 1913; tra i paesaggi Vespro silente (ora conservato nei Civici musei di Udine) e altri. Fece parte, inoltre, della Commissione d’arte sacra e questo gli diede modo di lavorare per molte chiese della regione ma anche fuori di essa (a Fiume, nella chiesa dei salesiani; a Chieti, nella chiesa del Seminario; nel convento di Castagnevizza; a Raunizza e Salcano in territorio ora sloveno; ad Alano di Piave nella chiesa di S. Antonio Abate; a Sappada affrescò la facciata della parrocchiale dedicata a S. Margherita; a Sdraussina, ora Poggio Terzarmata, Gorizia, dipinse la Pala di s. Paolino, a Farra un’Assunta, ecc.). Numerose sono le chiese del Friuli e di Udine in particolare che portano suoi dipinti o affreschi: a Treppo Carnico nella parrocchiale di S. Agnese si conserva una grande tela raffigurante Gesù tra i bambini, scena dipinta nel 1900 (a soli ventitré anni). Nel 1904 decorò la chiesa della B. V. delle Grazie a Tausia, nei pressi di Ligosullo: collocò un affresco nel presbiterio col Trionfo della croce, e sul soffitto la B. V. venerata dai ss. Nicolò e Antonio. Nel 1920 per la chiesa di S. Cristoforo a Udine dipinse la grande tela raffigurante il Battesimo di Gesù. Nel 1924, ancora a Treppo Carnico, affrescò il soffitto della navata con il Trionfo di s. Agnese e, sopra la porta d’ingresso, collocò una lunetta con la Madonna con Bambino nel cui sfondo si riconosce il paese di Treppo Carnico. Nello stesso anno decorò la chiesa di Ligosullo, che gli aveva dato i natali, realizzando sei lunette e, al centro del soffitto, l’Assunzione in cielo della Madonna e i Ss. Nicolò e Bartolomeo, patroni della chiesa, in gloria. A Sutrio, nel 1925, nella chiesa di Ognissanti affrescò il catino absidale e il soffitto della navata dove raffigurò l’Ascesa al cielo di Gesù con san Biagio che gli offre il modellino della chiesa. La scena è inserita tra la Madonna e S. Giuseppe col Bambino. Sempre a Sutrio per la chiesa arcipretale di S. Ulderico dipinse a olio la pala di S. Valentino. Nel 1930 per la chiesa di S. Pietro Martire a Udine firmò una pala d’altare con l’immagine di san Giuda Taddeo. Altre chiese di Udine furono decorate da M.: quella di S. Marco in Chiavris e il santuario della Madonna delle Grazie. Per quest’ultima nel 1924, dipinse a olio su tela la Madonna appare ai sette santi fondatori dell’Ordine; il dipinto fu inserito in un altare rinascimentale. Nel 1935, su incarico della fabbriceria di S. Marco in Chiavris, dipinse il catino absidale con il Cristo Re e sul soffitto della navata, l’Assunzione della Vergine Immacolata. Qualche anno più tardi aggiunse due scene della vita dei santi titolari: S. Marco che annuncia il Vangelo ad Aquileia e S. Tommaso riconosce Gesù risorto; realizzò anche una pala a olio con l’immagine di S. Marco. In S. Giacomo lasciò le stazioni della Via Crucis, basate come di consueto sui toni ocra, e una tela raffigurante il Sacro Cuore di Gesù. L’attività di “pittore di chiese” continuò frenetica anche negli anni successivi; dipinse a Vico di Forni di Sopra, a Ravascletto, a Enemonzo. Nel 1938 ad Arta decorò la chiesa dei Ss. Ermacora e Fortunato con Gesù che istituisce l’Eucarestia, Gesù benedicente, i Ss. Ermacora e Fortunato titolari della chiesa e la Beata Vergine. Nello stesso anno decorò la parrocchiale di Ampezzo dedicata alla B. V. del Rosario e s. Daniele: qui dipinse la scena del Santo nella fossa dei leoni e la B. V. del Rosario con il Bambino assisa su trono. Sulle pareti della navata collocò Santi, evangelisti e la Sacra Famiglia. Nei lunettoni del coro e della parete d’ingresso dipinse Cristo in trono tra gli Apostoli e la Disputa del Ss. Sacramento. Nel 1940 affrontò un altro lavoro, impegnativo per superficie e quantità di personaggi ritratti: il decoro a Socchieve della pieve di S. Maria Annunziata (Castoia): nel presbiterio dipinse Cristo in gloria benedicente, angeli e i simboli degli evangelisti; tre grandi quadri con l’Annunciazione, l’Incoronazione e l’Assunzione in cielo della Beata Vergine. Sulle pareti, scene e santi tra i più conosciuti e venerati in Carnia. Nella chiesa parrocchiale di S. Leonardo a Sammardenchia di Pozzuolo del Friuli affrescò la volta del coro con i consueti Evangelisti, ai lati del presbiterio dipinse la Resurrezione di Gesù e Gesù buon pastore; sopra l’altare maggiore collocò l’Adorazione dell’Eucarestia; sul soffitto della navata dipinse la Beata Vergine Immacolata assunta in cielo tra angeli. Questa sarebbe stata tra le ultime fatiche di M. che morì improvvisamente nel 1949. Il pittore può essere annoverato tra i migliori interpreti dell’arte sacra del primo Novecento friulano.
ChiudiBibliografia
DAMIANI, Arte del Novecento I, 45-46; G. BERGAMINI, Artisti friulani contemporanei, «La Madonna delle Grazie», 3 (1989), 46-47; B. MOROCUTTI, Le vetrine di Ligosullo, Milano, Edizioni Elite, 1989, 104-107; Giovanni Moro pittore. Opere da una collezione (1877-1949). Catalogo della mostra, a cura di R. CARGNELUTTI - M. LUNAZZI MANSI, Tolmezzo, Ed. Andrea Moro, 2001 (con bibliografia precedente).
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