Nacque a Venezia nel 1857. Si laureò a Padova con Giuseppe De Leva, docente di storia moderna e rettore, da cui imparò l’esame delle fonti secondo il metodo della scuola tedesca. Contemporaneamente ai primi studi, M. si dedicò all’insegnamento. Assegnato a Viterbo, nel 1882 fu trasferito all’Istituto tecnico di Udine, dove insegnò dapprima storia e geografia, poi soltanto storia. Nel 1907 fu insignito dell’onorificenza di cavaliere della Corona d’Italia. Nel 1910 fu nominato preside a Verona. L’Istituto Zanon al momento del pensionamento, avvenuto nel 1923, gli donò una medaglia d’oro di benemerenza. M. morì a Udine nel 1943, donando gran parte della propria biblioteca alla civica Joppi. Venezia e il Friuli furono momenti centrali degli studi storici di M. che, lasciate le ricerche d’archivio condotte secondo il modello di De Leva, preferì dedicarsi alla storia di Venezia, del Friuli veneto e successivamente – come naturale conseguenza – del Risorgimento, partendo sempre dai documenti, ma cercando di cogliere attraverso il loro esame aspetti caratterizzanti la società contemporanea. M., in letture tenute sia all’Ateneo veneto sia all’Accademia di Udine, in saggi pubblicati a Udine come a Venezia, riconobbe la grandezza originaria della Serenissima, ma ne mise in luce la decadenza a partire dal Cinquecento, l’incapacità di attuare riforme per non intaccare i privilegi di pochi, l’inerzia e l’inefficienza nel governo della terraferma, considerata luogo di sfruttamento. Egli fu il primo a pubblicare i rapporti dei luogotenenti della Patria del Friuli dal 1525 al 1797 e dei sindaci inquisitori in terraferma, scritti per gli «Annali del R. Istituto tecnico di Udine» (Le relazioni dei luogotenenti della Patria del Friuli al Senato veneziano, 1893, e Le relazioni dei sindaci inquisitori in terraferma al Senato veneziano, 1894) con il preciso scopo di evidenziare come una terra già scarsa di risorse venisse ulteriormente impoverita da un sistema incapace di cogliere le esigenze del territorio, gravato da angherie dei castellani, problemi di confini, decadenza di industrie e commerci. ... leggi Tale posizione portò M. in aperta polemica con Pompeo Molmenti che sul «Nuovo Archivio veneto» difese invece la bontà dell’amministrazione della Serenissima anche in province meno ricche, come il Friuli, e non riconobbe la validità delle fonti utilizzate da M., in quanto, essendo scritture pubbliche e come tali modellate su stereotipi, non potevano per la loro stessa natura essere illuminanti della specifica realtà friulana (Il dominio veneto nel Friuli, 1893). In effetti, tale confutazione sembrò un po’ debole a Occioni Bonaffons, che la giudicò – nonostante il titolo del saggio – non sempre in linea con i caratteri della provincia friulana. M. rispose a Molmenti con Il dominio veneto nel Friuli. Risposta al prof. Pompeo Molmenti (pubblicato negli «Atti» dell’Accademia di Udine nel 1893-1894), confutandolo, tra l’altro, con asserzioni presenti in uno scritto dello stesso Molmenti, pubblicato sulla «Nuova antologia» (I bandi e i banditi della Repubblica veneta, 1893). M. si dedicò poi allo studio del Risorgimento, esaltando l’idea nazionale di contro al particolarismo degli antichi stati italiani, dando ampio spazio ai moti del 1848 e meritando nel 1916 un premio dal comune di Venezia per la Storia documentata della rivoluzione e della difesa di Venezia negli anni 1848-49, tratta da fonti italiane e austriache. Per conto dell’Accademia di Udine curò la pubblicazione dei Commentari di Giovanni Battista Cavedalis, da lui scritti in sua difesa. Fu anche autore di un fortunato manuale per le scuole, Storia d’Italia che, dopo la prima edizione udinese del 1895, giunse alla quinta edizione.
ChiudiBibliografia
Udine, Istituto tecnico commerciale A. Zanon, Archivio storico, 228, Registro “Stato del personale”.
OCCIONI BONAFFONS, Bibliografia, III, 336-337, 398, 452-453; L. PILOSIO, Vincenzo Marchesi, necrologio con bibliografia a cura di G.B. CORGNALI, Padova, Tip. Messaggero, 1947 (estratto da «Archivio veneto», 1945).
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