Nacque a Udine il 15 maggio 1910 da Libero e Maria Zimmermann. A Venezia frequentò il Liceo artistico e poi l’Accademia di belle arti diplomandosi nel 1928. Subito dopo si trasferì per un anno a Milano, dove s’iscrisse all’Accademia di Brera e venne a contatto con l’ambiente novecentista. I lavori degli esordi recano tracce del postimpressionismo veneziano, mentre in seguito G. evolse verso una pittura dalle forme robuste e dal colore impiegato con funzioni costruttive. La prima esposizione di G. data ad una mostra udinese del 1925 che gli riconobbe un premio di pittura e disegno e un premio per la progettazione di oggetti e mobili. Nel 1927 e nel 1928 fu presente alle mostre di Ca’ Pesaro. Ritornato a Udine, s’impegnò con altri giovani autori – i tre fratelli Basaldella (Dino, Mirko e Afro), Filipponi, Modotto e Pittino – a rinnovare l’ambiente artistico locale e il 7 gennaio 1928 fondò la Scuola friulana d’avanguardia. Nel 1930 fu a Milano per il servizio militare: qui espose quindici opere dal tono arcaizzante alla galleria Milano e venne notato da Margherita Sarfatti che acquistò un suo lavoro. Attorno al 1932 G. adottò una diversa soluzione pittorica: alle stesure compatte sostituì una tecnica divisionista in cui il colore è scomposto in tasselli che ricordano le tessere musive. ... leggi Templi antichi, angeli vendicatori, città turrite, colombe, pesci: sono questi i soggetti del periodo solitamente raffigurati su palcoscenici e anticipati da drappi di gusto teatrale. Il risultato è una pittura densa di rimandi simbolici, per stile e sensibilità affine a quella dei fratelli De Chirico. Ma tra i modelli visivi dell’artista vi sono pure Sironi, Carrà e soprattutto Severini, conosciuto grazie alle testimonianze dirette dell’amico Modotto. Attivo anche sul fronte della critica con articoli e recensioni di mostre, dal 1934 G. insegnò disegno presso le scuole professionali, prima di Tarvisio e poi di Pozzuolo del Friuli. Nel 1935 e nel 1939 fu presente alle Quadriennali romane. L’insegnamento e l’attività pittorica ebbero una brusca interruzione nel 1940, anno in cui G. fu chiamato alle armi. Nel 1942 venne promosso capitano e dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, col nome di Verdi, diventò capo della brigata Osoppo attiva in Val Tramontina, in Valcellina e in Carnia. Dopo la Liberazione, G. fu eletto deputato in parlamento tra le file del Partito socialista e ricoprì vari incarichi nell’amministrazione udinese. Riprese l’insegnamento, diventò ispettore della Soprintendenza alle belle arti e, insieme con altri autori locali, fondò nel 1961 il Centro friulano arti plastiche e l’Intart, iniziative volte a promuovere l’arte regionale anche in una prospettiva di rapporti con le vicine Carinzia e Slovenia. Sempre a inizio decennio, G. ritornò ai pennelli riproponendo l’iconografia onirica dei lavori degli anni Trenta. Morì a Udine il 15 luglio 1969.
ChiudiBibliografia
Candido Grassi pittore. Catalogo della mostra, a cura di L. DAMIANI, Udine, Ente Manifestazioni Udinesi, 1972; Dino Mirko Afro Basaldella. Catalogo della mostra (Udine, Civici musei, 20 giugno-31 ottobre 1987), a cura di E. CRISPOLTI, Milano, Mazzotta, 1987, 282-285; L’intuizione creatrice di Candido Grassi. Catalogo della mostra (Udine, 7-22 febbraio 2004), a cura di G. ELLERO, Udine, Centro friulano arti plastiche/AGF, 2004: Candido Grassi pittore, a cura di ID. - B. GRITTI, Maiano, Comune di Maiano, 2005; L. DAMIANI - L. DE CILLIA, Candido Grassi, l’uomo, il combattente, l’artista, Udine, Associazione Partigiani Osoppo, 2006.
Nessun commento