Nato a Cervignano del Friuli (Udine) il 17 aprile 1909 da Valentino e da Teresa Milocco, fin da giovane si appassionò all’alpinismo. Sedicenne, affrontò le sue prime ascensioni sulle Alpi Carniche e negli anni successivi scalò diverse cime del Nord Est, in particolare sulle Dolomiti. Nel 1930 si trasferì a Torino, dove si iscrisse alla Facoltà di economia e commercio, senza però giungere alla laurea e mantenendosi tramite iniziative commerciali, quasi sempre poco fortunate, ma il suo interesse principale era ormai la montagna. «I confini entro cui avevo operato sino allora – scrisse sul suo taccuino – cominciavano ad essere angusti. Mi occorreva svariare su altri orizzonti. E così iniziai il secondo periodo, quello della preparazione fisica e spirituale a qualunque grande impresa». Formatosi in Friuli e in Veneto secondo la tecnica “dolomitica”, caratteristica delle arrampicate su calcare, seppe fonderla con la tecnica “occidentale”, tipica di chi affrontava il granito, realizzando di fatto un nuovo modo di fare alpinismo. Nel corso degli anni Trenta, le sue imprese si fecero sempre più impegnative e numerose, incominciando a praticare anche lo sci e l’alpinismo invernale. Acquistò rapidamente la considerazione dell’ambiente alpinistico, sia piemontese, sia italiano ed europeo, tanto da guadagnarsi il soprannome di “Fortissimo”. Tra i suoi compagni di cordata si citano figure come Renato Chabod, Massimo Mila, ma anche Alberto, re del Belgio, che voleva essere accompagnato da «un grande alpinista». Nel 1934 partecipò a una spedizione italiana sulle Ande, tuttavia le sue imprese avevano come oggetto soprattutto il monte Bianco, «montagna [che] non è solamente la più alta d’Europa, ma riunisce in un solo gruppo tutte le più vaste caratteristiche che l’alpinista possa desiderare». È qui che nel 1938, con Gabriele Boccalatte, salì per primo la parete sud-ovest del Pic Gugliermina, mentre nel 1940 scalò con Paolo Bollini il pilone di destra e nel 1942 con Giuseppe Gagliardone la parete est delle Grandes Jorasses. Descrisse le sue imprese nel volume Scalate nelle Alpi, pubblicato nel 1945 dalla casa editrice Il Verdone, che aveva fondato con Renzo Pezzani qualche anno prima e che però presto fallì. Il 16 settembre 1946, affrontando la parete nord-est del Mont Blanc du Tacul, precipitò perdendo la vita.
Bibliografia
C.-E. ENGEL, Storia dell’alpinismo (in appendice M. MILA, Cento anni di alpinismo italiano), Torino, Einaudi, 1965, indice; Il Fortissimo. Giusto Gervasutti, a cura di G.P. MOTTI, Milano, Melograno, 1985 (che contiene gli scritti di G., una nota biografica e ricordi di R. Chabod, L. Devies, P. Bollini, A. Bonacossa); E. CAMANNI - D. RIBOLA - P. SPIRITO, La stagione degli eroi: Castiglioni, Comici, Gervasutti, Torino, Vivalda, 1994, 97-137; E. CAMANNI, Gervasutti, Giusto, in DBI, 53 (1999), 471-472.
Nessun commento