Nato a Codroipo (Udine) l’anno 1874, studiò nel Seminario udinese e fu ordinato sacerdote nel 1899. L’anno seguente iniziò a collaborare (con lo pseudonimo Max) con il «Cittadino italiano», il quotidiano cattolico udinese, pubblicandovi nel tempo una copiosa serie di bozzetti e poesie, e mostrandosi «scrittore spigliato e brillante», dalla penna «talvolta spregiudicata», come ebbe a giudicarlo Tiziano Tessitori. Fu nel numero degli innovatori ed in effetti subito dalle colonne del «Cittadino» provocò sconcerto quando invitò ad abbandonare il tradizionalismo letterario cattolico, legato al Manzoni, per guardare ai contemporanei, Pascoli, Carducci (autori poco graditi al mondo cattolico) e Fogazzaro. Venne nominato in cura d’anime a Mussons. In quei primi anni del secolo fu, in ogni caso, soggetto a critica da parte delle superiori gerarchie ecclesiastiche per il contenuto licenzioso di alcuni suoi scritti e per la condotta (visita pastorale del 1906). Giuseppe Ellero lo descrisse, affettuosamente, come «una birba». Nel 1909 pubblicò Da Udine a Lourdes, memorie di un pellegrino, seguito nel 1912 dalla raccolta di novelle Anche le mie… La raccolta, che ebbe una seconda edizione nel 1913, portava la prefazione di Ellero. In essa vi erano diverse novelle di polemica antisocialista. Avrebbe dovuto pubblicare in seguito un romanzo dal titolo La Divina Tragedia, che non sembra, però, aver visto la luce. Continuò la sua collaborazione con il quotidiano cattolico friulano, divenuto «Il Corriere del Friuli», ma scrisse pure sull’«Avvenire d’Italia» e sul liberale «La Patria del Friuli». Nel frattempo era passato al vicariato di Bueris. Durante la guerra continuarono ad apparire sue novelle sul «Corriere», mentre in lui, come in buona parte del mondo cattolico, crescevano l’ansia e lo sconforto per il perdurare del sanguinoso conflitto. ... leggi Così, quando il 17 agosto 1917 venne resa pubblica la nota alle potenze di papa Benedetto XV, che sostanzialmente invitava a far terminare «l’inutile strage», volle intervenire con una breve considerazione pubblicata sul «Corriere del Friuli» il 21 dello stesso mese, dal titolo La parola… alle trincee. In essa si diceva che il papa, prima che ai governanti, aveva parlato, interpretandone l’animo, ai e per i soldati delle trincee e da loro avrebbe avuto sicuramente una degna risposta, diversa da quella dei guerrafondai. Lo scritto aveva passato il vaglio della censura (contrariamente ad altri articoli sullo stesso argomento), ma una volta apparso suscitò subito reazioni negative da parte delle autorità governative e militari. Il prefetto ordinò l’immediato internamento a Firenze di G. e, con lui, di don Pagani, quale direttore responsabile del quotidiano, mentre l’autorità militare fece sospendere il «Corriere del Friuli» per quindici giorni. Le cose si aggravarono quando i due furono arrestati ed imputati di subornazione al tradimento, colpa punibile con la morte. Nel frattempo il Vaticano, per opportunità, ordinò la chiusura del giornale. Il processo, davanti ad un tribunale militare, si tenne a Codroipo l’8 ottobre e si concluse con l’assoluzione (visto anche il loro passato patriottismo) di G. e di Pagani per non provata reità: era vero che l’articolo poteva essere interpretato come un invito alla ribellione, ma non vi erano dolo né idoneità del mezzo al fine. Nonostante questo, G. rimase internato a Firenze e, finita la guerra, si preferì tenerlo lontano dall’ambiente friulano (pur continuando ad essere incardinato alla diocesi), anche per le polemiche di tono anticlericale che erano seguite al fatto, fin nelle aule del parlamento. Fu inviato in un paese dell’Istria come cappellano e maestro. Qui morì improvvisamente, probabilmente nel 1923. Aveva tentato senza esito di pubblicare un memoriale su quanto accadutogli.
ChiudiBibliografia
G. GASPARUTTI, Da Udine a Lourdes, memorie di un pellegrino, Udine, Tip. del Crociato, 1909; ID., Anche le mie…, Udine, Libreria Editrice Udinese, 1912.
T. TESSITORI, Storia del movimento cattolico in Friuli, 1858-1917, Udine, Del Bianco, 1964, 130-131 e 361-375; G. DALLA TORRE, Memorie, Milano, Mondadori, 1965, 71-72; A. STELLA, Un secolo di storia friulana (1866-1966), Udine, Del Bianco, 1966, 71-72; L. BRUTI LIBERATI, Il clero italiano nella Grande Guerra, Roma, Editori Riuniti, 1982, 76-88; SCOTTÀ, Vescovi, 534-544; E. ELLERO, Autorità militare italiana e popolazione civile 1915-17. Sfollamenti coatti e internamenti, «Storia contemporanea in Friuli», 29 (1998), 62-67; ID., Friuli 1914-17. Neutralità, guerra, sfollamenti coatti, internamenti, Udine, IFSML, 2009, 227-233.
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