Nacque a Sequals (Pordenone) il 13 ottobre 1826. Giovanissimo si trasferì a Trieste, dove di giorno lavorava come garzone e la sera frequentava la Scuola di disegno. Diciassettenne partecipò al restauro dei mosaici della cattedrale di S. Giusto. Fu un impatto decisivo, che avrebbe segnato il destino suo e dell’arte musiva. Subito dopo fu impegnato a restaurare i mosaici di S. Marco a Venezia, poi quelli pavimentali della basilica di Aquileia e infine a Villa Vicentina, nel palazzo della principessa Baciocchi. Qui venne a conoscenza della scoperta di antichi mosaici romani in Provenza e ne colse al volo le opportunità. Nel 1847 era a Montpellier, dove eseguì i suoi primi restauri facendo ricorso a una tecnica innovativa, che consisteva nell’estrarre le tessere a strappo dopo averle incollate su carta o garza, per poi ricollocarle nella posizione originale. Seguirono altri interventi simili a Nîmes, Lillebonne, Narbonne, Lescar e Beziers, che suscitarono l’ammirazione dei sovrintendenti. Tale procedimento fu da lui accortamente depositato, ottenendo dal governo francese il brevetto n. 36416 in data 23 marzo 1858. Nel 1852 F. apriva a Beziers un atelier di terrazzo e mosaico dove mise a punto una nuova tecnica, logica conseguenza della prima, consistente nell’esecuzione del mosaico, incollato blandamente a rovescio su carta, che poi veniva collocato sul letto di malta nei luoghi prescelti. I vantaggi pratici ed economici del nuovo metodo abbassarono di molto il costo del mosaico e, di conseguenza, la domanda di opere musive aumentò. Nel 1860 si trasferì a Parigi e nel 1867 partecipò all’Esposizione universale, dove conobbe l’architetto Charles Garnier, che gli avrebbe affidato l’imponente decorazione dell’Opera. ... leggi Tale lavoro apparve in tutto il suo splendore il 5 gennaio 1875, giorno dell’inaugurazione del teatro. Fu un successo strepitoso, che accrebbe ancor più la sua fama. Dall’atelier di F. uscirono opere straordinarie per sedi prestigiose nei cinque continenti. Tra le altre si ricordano: la cupola di S. Paolo a Londra, il Metropolitan di Chicago, la villa Vanderbilt a New York, le basiliche di Nôtre Dame de Sion a Gerusalemme e di Lourdes, il palazzo imperiale di Kyoto. Altri suoi lavori sono ad Algeri, Buenos Aires, L’Aia, Bucarest, San Pietroburgo e nelle maggiori città francesi. A Parigi merita ricordare, tra le altre opere, le decorazioni del Grand Palais al Trocadero e del Sacré Coeur a Montmartre. L’artista non si dimenticò della chiesa di S. Andrea a Sequals, per la quale eseguì a Parigi tutta la pavimentazione e provvide, a sue spese, a recapitarla e a collocarla. Nel 1886 ebbe la croce di cavaliere della Legion d’onore e la laurea honoris causa della Società centrale degli architetti francesi. Per la finezza e la genialità delle opere presentate ottenne la medaglia d’oro all’Esposizione nazionale di Parigi del 1878 e a quelle di Amsterdam del 1885 e 1889. Fu considerato il più famoso mosaicista del suo tempo. Morì a Parigi il 26 aprile 1903 e fu sepolto al Père Lachaise, il cimitero degli artisti e di altre celebrità (trasversale 2, campo 41). La sua vita è ben sintetizzata nella lapide commemorativa che la municipalità volle collocare sulla sua casa natale di Sequals: L’ARTE SUA CONDUSSE A INSUPERATI TRIONFI ONORANDO NEL MONDO SE STESSO E LA PATRIA.
ChiudiBibliografia
DBF, 326; G. COLLEDANI, Gian Domenico Facchina: da Sequals a Parigi, «Il Barbacian», 26/2 (1989), 52-54; L. ZANINI, Friuli migrante, Udine, Doretti, 1964, 159-170 (nuova ed.: Udine, Friuli nel mondo, 1992, 199-209); M. ANDRYS, Gian Domenico Facchina, in Dal sasso al mosaico, storia dei terrazzieri e mosaicisti di Sequals, a cura di G. COLLEDANI - T. PERFETTI, Sequals, Comune di Sequals/Tip. Tielle, 1994.
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