Originario di Brazzacco di Moruzzo (Udine), dove nacque il 21 novembre 1927. B. fu tra i primi ad aderire alla brigata Garibaldi “Friuli” ed al Partito comunista italiano (PCI). Nel dopoguerra alternò periodi di disoccupazione a diversi mestieri: stradino, cavatore di sabbia, manovale, operaio metalmeccanico. Fu sindacalista della Federazione impiegati operai metallurgici (FIOM) nel Pordenonese e segretario della Camera del lavoro di Maniago. Condannato due volte nel 1950-1951 per manifestazione non autorizzata ed occupazione di una fabbrica, dovette rifugiarsi in Svizzera nel 1954 per evitare l’arresto dopo la condanna definitiva; fu amnistiato nel 1964 con l’elezione a presidente della Repubblica di Giuseppe Saragat. In Svizzera B. svolse svariati lavori. Operò con vari incarichi nella Federazione lavoratori metallurgici ed orologiai (FLMO): dapprima delegato di base, poi dal 1963 responsabile regionale per i lavoratori italiani di Zurigo e della Svizzera orientale. Passò quindi nel 1966 al Sindacato degli edili e legno (SEL), come responsabile dell’Ufficio degli stagionali, chiamato da Ezio Canonica, il socialista ticinese segretario centrale che – cresciuto alla scuola di Augusto Vuattolo – era divenuto il principale interprete delle istanze dei lavoratori immigrati nel sindacato svizzero, l’Unione sindacale svizzera (USS), di cui fu infine presidente dal 1973 alla morte avvenuta nel 1978. Non potendo B. ancora assumere l’incarico formale perché egli operava sotto la copertura di Canonica. Solo nel 1970 B. poté diventare infine segretario centrale della SEL, quando gli stranieri erano ormai diventati la maggioranza nel sindacato. Impegnato, oltre che sulle tematiche dell’immigrazione, su quelle delle relazioni internazionali, B. fu anche componente dell’esecutivo dell’USS. Fece parte del Comitato federale del PCI di Zurigo e si impegnò nel campo della cooperazione. Rientrato in Italia nel 1988 dopo il pensionamento, B. assunse incarichi nell’associazionismo degli emigranti, come presidente dell’Associazione lavoratori emigrati del Friuli Venezia Giulia (ALEF). Morì all’inizio del 1998 ad Udine.
Bibliografia
Torre, Archivio Casa del popolo; Fondo Federazione PCI di Pordenone; Testimonianza di Bruno Cannellotto, Zurigo, 16 marzo 2006; Intervista a Giuliana Filipponi Burrino, Udine, 15 ottobre 2007.
K. AESCHBACH - D. ROBBIANI, “Ciao Ezio!”, Canobbio, Scoe-Aurora, 1979, 57-58; Internazionalista dalla «a» alla «z», «Quaderni di Agorà», 1 (giugno 1988); G.B.M. VENEZIANO, Romeo Burrino «si confessa» al Corriere, «Corriere degli italiani», Lugano, 3 settembre 1988; Emigrazione notizie, 20/8 (4 marzo 1998); Il cordoglio della Filef per la morte del presidente dell’Alef Romeo Burrino, www.fiei.org/en1998/en8.pdf.
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