Nacque a Forgaria nel Friuli (Udine) l’8 agosto 1904. Di umili origini contadine, fu ordinato sacerdote nel 1926, si laureò in teologia a Roma nel 1928 e, a pieni voti, in filosofia presso l’Università Cattolica di Lovanio nel 1931. Spirito libero e geniale, nel 1938 scrisse un opuscolo in favore degli ebrei; inviso al regime fascista, nel 1941 fu mandato cappellano militare in Russia. Fu intraprendente in diverse fondazioni di carità in Friuli: 1933, la Piccola Casa F. Ozanam per gli ex carcerati; 1936, il Rifugio Giacomino Bearzi per ragazzi bisognosi e diseredati, affidato ai salesiani il 29 ottobre 1939; fra il 1943 e il 1944, il Piccolo Cottolengo friulano a Santa Maria la Longa. Fu insignito delle onorificenze di cameriere d’onore e quindi di cappellano di Sua Santità. Fu protagonista della storia contemporanea, soprattutto del dopoguerra: su incarico vescovile costituì (febbraio 1948) i Comitati cattolici (poi civici). Fu lucido estensore del programma volto a promuovere e organizzare il mondo cattolico nel confronto delle elezioni (eventi popolari “pro archiepiscopo” e la Crociata mariana “Madonna Missionaria”), ma evitando ogni contrapposizione e contraddittorio di natura politica. Fu animatore della vita del santuario della Madonna a Ribis e di quello della Madonna Missionaria a Tricesimo, con l’annessa Casa degli Esercizi. Già professore nel Seminario minore diocesano e nel collegio arcivescovile Bertoni, fu anche cappellano curato di Lauzacco. Alla morte di Giuseppe Vale, dal 1952 fu nominato ispettore diocesano degli archivi diocesani, archivista del Capitolo, bibliotecario arcivescovile. ... leggi Fatto segno di apprezzamenti per le qualità geniali e carismatiche, per le doti dialettiche e intellettuali di storico, come pure per quella sua indole infuocata e senza misure, per cui patì cocenti incomprensioni, preferì, dal 1975, ritirarsi, presso il suo Bearzi, a vita appartata, dedita alle ricerche archivistiche e all’analisi storica, condotta non senza geniali e provocanti intuizioni; prodigo sempre di attenzioni per quanti da lui cercavano lumi e consigli nell’ambito della ricerca. Morì a Udine il 23 febbraio 1985 e fu sepolto a Forgaria. B. fu sacerdote, intellettuale e filantropo, uomo della carità, pubblicista fecondo e poliedrico, caustico e provocante, storico locale dalle ampie vedute. Uomo di fede e di cultura, in lui si armonizzavano l’anima della carità, lo spirito dell’intellettuale, l’impegno del cittadino. Con la sua scomparsa, è stato detto di lui che «la Chiesa udinese perde l’ultimo dei ‘grandi’ uomini di fede e di cultura, che la resero illustre e stimata non solo in Friuli, ma in Italia e all’estero negli ultimi sessanta anni». B., uomo dalla limpida fede, e vibrante, ebbe a dire (1983): «[…] la cultura cristiana scintilla ed esplode quando arriva a bere alla fonte della poesia e della musica, che è il divino celato, ma insito nella natura e nell’uomo; il divino in cui viviamo e siamo, che è il Cristo stesso, pulsante come autore della vita e redentore del vivere totale. Solo questa estatica percezione – sentire – e lettura, dà alla cultura del clero e del laicato cattolico la sua autentica dimensione e ricchezza». Il monsignore B. ha vissuto integralmente tale «linea Christi», come lui dichiarava. Ricercatore acuto e studioso di storia della Chiesa aquileiese, B. ne investigò i primordi cristiani, immettendovi nuove luci, in un intenso confronto con le ipotesi accreditate da Pio Paschini, che ritenevano come non storicamente plausibili, perché seriori, l’evangelizzazione di san Marco e la “passio” dei protomartiri Ermagora e Fortunato. B., critico su tali conclusioni, ha fissato – come egli diceva – la sua attenzione «sulla matrice spirituale del primo cristianesimo aquileiese», giungendo a formulare nuove tesi, espresse in ricerche edite essenzialmente dal 1959 al 1977, che si sono proposte come stimolanti prodromi per una rinnovata stagione di studi. Sarebbero divenuti punti di riferimento obbligati nella letteratura specifica dei primordi del cristianesimo aquileiese, quegli studi che egli andò elaborando fino al termine dell’esistenza, e che furono inaugurati dallo studio La questione marciana aquileiese, provocatorio, allora, quanto innovativo per l’ambiente della ricerca storica; il saggio ripropone la classica teoria circa le origini del cristianesimo aquileiese del de Rubeis. E per il cristianesimo originario aquileiese B. riconosce anche una forte componente giudaico-cristiana di matrice alessandrina, le cui tracce ancora nel IV secolo egli ravvisa e indica nella formulazione della professione di fede aquileiese, tramandata da Rufino, come anche nella tradizione sabbatica diffusa tra i rustici delle campagne friulane ancora nell’VIII secolo, e del pari nel passo di una delle tre lettere inviate dal Concilio di Aquileia del 381, lì dove la Chiesa di Aquileia dichiara di aver sempre mantenuto indissolubili rapporti di comunione ecclesiale con Alessandria d’Egitto. Nel 1956 ebbe cura di editare con accurata trascrizione quella che è la più antica testimonianza della storia linguistica del friulano: Il più antico rotolo censuale del Capitolo di Aquileia (sec. XII). Nell’ambito della storia ecclesiastica medievale della diocesi, fondamentale rimane il saggio del 1966 (ripreso nel 1983 nella prefazione del Catapan di Fagagna): Racconto geografico santorale e plebanale per l’arcidiocesi di Udine. L’ampia indagine sull’origine delle pievi in Friuli è condotta sulla base del criterio dell’agiologia. Tra i molti saggi di storia moderna, è da segnalare per la novità del tema e la ricchezza della documentazione una tra le sue opere migliori: Echi del Quietismo in Friuli del 1971. Studi monografici si accompagnano a opere di sintesi dedicate ad alcune località del Friuli: La Pieve di S. Margherita del Gruagno (1968); Storia del santuario di Castelmonte (1964); Forgaria, Flagogna, Cornino, San Rocco, pubblicato nel 1976: è il monumentale volume dedicato alla sua terra natale, alla sua gente, ancor più amati dopo i disastri del terremoto. L’interesse santorale punteggiò la sua ricerca, dando forma alle biografie di due friulani, quella per la beata Elena Valentinis e quella per la causa di beatificazione, sul sacerdote Luigi Scrosoppi. Alla sua brillante e vivace penna fu affidato anche il compito di delineare per il necrologio le biografie di molti confratelli, come di quei laici distintisi per l’impegno apostolico, tra cui spicca il ritratto dedicato a Giuseppe Brosadola. Nella storiografia friulana assieme con il de Rubeis e il Paschini, il nome di B. compare degno. Scrisse oltre cento opuscoli scientifici su differenti argomenti (autobiografico, memoriale, ecclesiale, religioso, storico, locale, sociale, artistico) che pubblicò, spesso a sue spese, in un numero limitatissimo di esemplari; redasse 150.000 schede di interesse locale: storico, topografico, prosopografico.
ChiudiBibliografia
Mss BSAU, G. Biasutti.
G. BIASUTTI, Di un’antica tradizione sulla festa dell’Immacolata nel patriarcato di Aquileia, Udine, AGF, 1953; ID., Chiese e confraternite dell’Immacolata nell’Arcidiocesi di Udine, Udine, AGF, 1954; ID., Il più antico rotolo censuale del Capitolo di Aquileia (sec. XII), Udine, AGF, 1956; ID., Sante Sabide. Studio storico-liturgico sulle cappelle omonime del Friuli, Udine, Doretti, 1956; ID., I libri “de scossi, e spesi”del Card. Daniele Delfino ultimo patriarca d’Aquileia. (1734-1762), Udine, AGF, 1957; ID., La tradizione marciana aquileiese, Udine, AGF, 1959; ID., Il “Proprium Santorum” aquileiese ed udinese e le sue variazioni, Udine, AGF, 1961; ID., La zecca patriarcale aquileiese dal 1401 al 1408, Udine, AGF, 1961; ID., Alessandrinità della chiesa aquileiese primitiva, «Jucunda Laudatio», 3 (1965), 245-262; ID., Una cassetta di piombo (Lettera al prof. Sergio Tavano di Gorizia), Udine, AGF, 1965; ID., Racconto geografico santorale e plebanale per l’arcidiocesi di Udine, Udine, AGF, 1966; ID., Mille anni di cancellieri e coadiutori nella Curia di Aquileia ed Udine, Udine, AGF, 1967; ID., Otto righe su Rufino, Udine, AGF, 1970; ID., Note d’archivio su pittori del ’600 in Friuli, Udine, AGF, 1973; ID., Aquileia e la chiesa di Alessandria, «AAAd», 12 (1977), 215-229; ID., Tre singolari incidenze dell’agiologia nella storia del Friuli, Udine, SFF, 1978; ID., La lunga fine dei Longobardi in Friuli, Udine, AGF, 1979; ID., Le decene di Nimis, Udine, AGF, 1979; ID., Taxis kai diathesis, «La Panarie», 43 (1979), 41-44; ID., Acacio ed Ellaro, «La Panarie», 49-50 (1980); ID., Padre Luigi Scrosoppi, Udine, AGF, 1981; Salustris (Messaggio essenziale del Concilio Aquileiese del 381. Il segno della croce e preti friulani. Divagazioni su demoni e angeli), Udine, AGF, 1981; ID., Il cristianesimo primitivo nell’alto Adriatico. La chiesa di Aquileia dalle origini alla fine dello scisma dei Tre Capitoli (secc. I-VI), a cura di G. BRUNETTIN, Udine, Gaspari, 2005 (I gelsi, 153).
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