Nacque a Udine il 21 luglio 1904 da Vittorio e Angela Zabai. Dotato di un fisico particolarmente atletico, fin dalla primissima adolescenza manifestò una spiccata propensione per lo sport. Esordì calciatore nell’Aurora, piccola società sportiva udinese; nel 1920 fu tra i boys dell’ASU, Associazione Sportiva Udinese. Passò quindi al campionato maggiore, attuale serie A. Durante il servizio militare a Bologna nella Compagnia Atleti si dedicò all’atletica, fu primo a Forlì nel 1925, nel campionato juniores, nel lancio del giavellotto, nel peso, nei 110 ostacoli, secondo nel lancio del disco. Nel 1925 si trasferì a Pordenone dove occupò un importante incarico presso il Cotonificio veneziano continuando ad allenarsi durante il tempo libero. Nel 1926 lasciò l’Udinese, perché la squadra si oppose al suo trasferimento all’Inter. Il calciatore affermato passò all’atletica nel Gruppo sportivo del Cotonificio Veneziano, guadagnando a Milano il titolo di campione italiano di decathlon. Il Gruppo sportivo del Veneziano nel 1931 diventò Dopolavoro, quindi non più federato alla Fidal e A. ritornò a gareggiare con la maglia dell’ASU. Indossò la maglia azzurra in campo internazionale per la prima volta a ventitre anni nel giugno del 1928, nel triangolare Italia-Francia-Svizzera (lancio del peso e corsa 110 m ostacoli). Fu sedici volte azzurro e il 6 ottobre 1935 a Vienna stabilì il primato nazionale nel giavellotto con un lancio di m 62,39. Un mese dopo sul campo “Moretti” di Udine migliorò il primato a m. 65,23, record imbattuto fino al 1950, quando Amos Matteucci lanciò a m. 65,94. Nel 1936 Agosti venne selezionato per le Olimpiadi di Berlino, ma non poté parteciparvi per uno stiramento muscolare, che lo costrinse a limitare l’attività agonistica. ... leggi … leggi … leggi Nel lancio del giavellotto l’atleta udinese seguiva lo stile finlandese di Järvinen, il più grande giavellottista di tutti i tempi, consistente in un movimento su accelerazione, più o meno veloce, trasportando l’attrezzo e in un arresto brusco per il lancio con una spallata. E la spallata di A. era tanto possente da frantumare in volo il giavellotto di legno frassino. Lo costruiva egli stesso: un bastoncino di due metri e venti, due viti per fissare la punta in metallo e l’attrezzo era pronto. Lasciata l’attività agonistica A. fu allenatore ufficiale Fidal, vicepresidente del Coni di Udine, presidente del Coni di Pordenone nel 1968. Con la nascita della provincia, vice delegato regionale, membro della Commissione regionale dello sport, presidente della ciclistica Bottecchia e socio fondatore del Panathlon di Pordenone. Cavaliere ufficiale della repubblica, Premio San Marco, dal Coni ebbe due medaglie di bronzo al valore atletico e la più alta delle decorazioni, la Stella d’Oro al Merito sportivo. A. si spense a Pordenone il 18 giugno 1992. Dal 1995 si disputa annualmente il memorial “Mario Agosti” – meeting di atletica leggera. Allo sportivo è intitolato anche il campo di atletica di Pordenone.
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