Nacque in San Vito al Tagliamento (Pordenone) nel 1765 da Carlo della nobile famiglia Altan di Salvarolo (figlio di Prospero e della contessa Lucrezia di Sbruglio) e dalla contessa Elisabetta Amalteo di Oderzo, sposata nel 1749. Dal matrimonio, oltre ad Antonio, erano nati anche Prospero, Guglielmo e Ascanio. Tra gli zii paterni, il ragazzo poteva quindi annoverare Federico, vicario dell’abbazia di Sesto al Reghena e letterato, Giuseppe, cavaliere gerosolimitano, e Antonio, canonico udinese di grande zelo. All’età di sei anni perse il padre (1771); probabilmente poco dopo morì il fratello maggiore Prospero, nato nel 1758 e all’epoca allievo dei padri somaschi in Cividale del Friuli. Nel 1784, in San Vito, attese alla sua prima breve composizione e cioè la Vita del conte Federico Altan di Salvarolo scritta da Antonio Altan, tributo all’illustre zio, mentre stringeva amicizia con i sanvitesi Francesco Annoniani, Lorenzo Pezzana e Francesco Locatelli. Compose anche alcuni versi in occasione di nozze della nobiltà friulana, ma nell’ottobre 1787 risulta fosse a Corfù, probabilmente ad adempiere al servizio di guarnigione (pubblico servizio) agli ordini della Serenissima, mentre avviava un rapporto personale con il patrizio veneziano Marco Contarini, con il quale mantenne a lungo una stretta corrispondenza. Alla fine del gennaio 1788 rassegnò le dimissioni dal servizio e si portò a Bologna, con una scelta piuttosto repentina di cui informò la famiglia solo all’ultimo momento, suscitando forse qualche malumore. ... leggi Qui chiese l’ammissione presso il convento di S. Giovanni in Monte e vi ricevette la visita del fratello Ascanio, futuro canonico di Concordia, in rappresentanza anche della madre e del fratello Guglielmo, divenuto ormai la figura più rappresentativa degli Altan in San Vito, tanto da divenire anche capitano e poi podestà. Dopo aver preso i voti, A. sembra si dedicasse ad attività di carità sociale e sanitaria, in particolare avvicinandosi all’opera in tal senso sostenuta dagli stessi padri somaschi, presso i quali aveva studiato il fratello Prospero. È probabile, in un secondo tempo, il suo spostamento a Venezia; in ogni caso era spesso presente nella città natìa. Conservò la passione letteraria che si evidenziò in alcuni componimenti in rima, mentre alcuni suoi scritti vennero ospitati anche dalle stampe della tipografia Gatti in Pordenone (in seguito Arti grafiche dei fratelli Cosarini), attiva dal 1799. Nel 1820 suoi componimenti vennero dedicati al vescovo di Concordia Pietro Carlo Ciani, all’atto del suo insediamento. Nel 1821 insieme con il fratello Guglielmo venne confermato dalla Corona asburgica nel titolo di conte del Sacro Romano Impero. In questi anni A. sarebbe stato impegnato nella stesura della sua opera più famosa, quelle Memorie storiche della Terra di San Vito al Tagliamento, pubblicate dalla tipografia Picotti in Venezia nel 1832, che costituiscono ancora oggi un’opera fondamentale per la storiografia sanvitese, pur con i dovuti adattamenti critici. Interessanti sono anche i profili biografici in essa contenuti, ricostruiti spesso attingendo al cospicuo patrimonio bibliografico di famiglia. Dopo alcuni anni, nei quali ricoprì anche l’incarico di padre spirituale del Monastero sanvitese della Visitazione, il 10 marzo 1840 A. si spense, nel rimpianto della comunità locale. Con sua nipote Elisabetta, figlia di Guglielmo e sposata a Francesco dei conti Tullio, di lì ad alcuni decenni lo stesso ramo dinastico degli Altan di San Vito si sarebbe estinto, confluendo nella nobile famiglia Tullio Altan, i cui ultimi discendenti sono ancora viventi.
ChiudiBibliografia
Ms BCU, Joppi, 163, Genealogie del Torso, Altan; ASP, Altan, 92/11, 24/296.
Scritti di A. Altan: Poetici componimenti per le felici nozze della nob. sign. contessa Giustiniana Beltrame, di Valvasone, col nob. sig. conte Marino Zuliani, di Ceneda, Venezia, Zatta, 1785; Poesie nell’inaugurazione di Pietro Carlo Ciani, vescovo di Concordia, Pordenone, S. Gatti, 1820; Lettera circolare (dal Monastero di s. Maria, in Sanvito nel Friuli, 12 aprile 1851) in cui dà conto della morte di d. Antonio co. di Altan, padre spirituale del monastero, della morte di due suore e s’intrattiene di altri particolari del monastero stesso, s.d., s.n.; Memorie storiche della Terra di San Vito al Tagliamento, Venezia, Picotti, 1832.
ANON. SANVITESE, Epitaffio in memoria di Antonio d’Altan dei Conti di Salvarolo, 10 marzo 1840, San Vito al Tagliamento, Pascatti, 1840; R. DE RINALDIS, Memorie del viaggio in Italia (1779-1780), a cura di P. G. SCLIPPA, Pordenone, Accademia di San Marco, 2000; VALENTINELLI, Bibliografia, indice; Mille protagonisti, 24; P. CEOLIN, Vita del conte Federico Altan dei signori di Salvarolo, scritta da Antonio della medesima casata, S. Vito al Tagliamento 1784, «La Bassa», 45 (2002), 115-119.
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