Prete originario da Ugento (Puglia), figlio del fu Antonio «argentarius» (cambiavalute, prestatore), cappellano dell’altare di S. Nicolò in S. Martino, canonico del capitolo di S. Pietro in Carnia, fu organista nella chiesa di S. Martino di Tolmezzo da data imprecisata fino all’aprile del 1451 quando morì. Fu anche copista e prestatore di denaro. Nell’inventario dei suoi beni (Tolmezzo, 29 maggio 1451) figurano un «manacordium» (clavicordo) e alcuni libri musicali purtroppo non identificabili.
Bibliografia
F. DE VITT, La chiesa e le cose. Un prete in Carnia nel Quattrocento, «MSF», 73 (1993), 125-148; SCALON, Produzione, 449; P. ZERBINATTI, Strumenti musicali nelle fonti profane del Friuli medievale, in In domo habitationis. L’arredo in Friuli nel tardo Medioevo, Venezia, Marsilio, 1996, 200; METZ - NASSIMBENI, Tolmezzo, 682, 701, 703.
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