L’A., all’anagrafe Toniutto, nacque a San Daniele del Friuli il 16 novembre 1732, dai coniugi Giacomo e Cecilia. Perse il padre in tenera età e fu ben presto nelle scuole dei gesuiti di Gorizia, dove si dedicò con eccezionale profitto allo studio delle lingue: francese, tedesco e soprattutto inglese oltre, naturalmente, al greco e al latino. Divenuto sacerdote, fu prima a Venezia e poi, con incarico della Repubblica, per alcuni anni a Vienna dove, frequentando biblioteche e salotti letterari, conobbe Gianantonio Ruzzini, ambasciatore veneto a Costantinopoli e dotto mecenate. Un documento, datato 14 agosto 1764, lo dice confessore e cappellano regio del patrizio veneto divenuto oratore a Costantinopoli presso la Sublime Porta. Luigi Narducci cita il documento come esistente nella biblioteca del conte Leonardo Manin di Passariano: l’arcivescovo Francesco Caraffa, nunzio apostolico a Venezia, concede all’A., reduce da Vienna, di recarsi a Costantinopoli come confessore e cappellano del Ruzzini. Qui si dedicò, tra l’altro, alla traduzione dall’inglese della Istoria dell’Inghilterra di David Hume, ma sono davvero numerose le sue pubblicazioni, comparse fra il 1781 e il 1820: soprattutto traduzioni dall’inglese di opere storiografiche e filosofiche, annotate e commentate. Quando il Ruzzini lasciò Costantinopoli, l’A. si trattenne ancora in quella città al seguito di un inviato della corona britannica, il cav. Moris, finché tornò in Italia con il celebre lord Edward Wortley Montagu. ... leggi Fu in seguito, per qualche tempo, cappellano dei conti di Valvasone, ma non senza difficoltà, se nel maggio del 1773 una supplica inviata al doge dal giovane Lodovico di Valvasone chiedeva che il sacerdote venisse allontanato, in quanto «di contegno improprio, incauto, inhonesto, irrequieto e torbido»; il Valvasone, non potendo sopportare la sua presenza, aveva abbandonato la famiglia e preso moglie senza il consenso dei genitori dai quali non sarebbe stato più accettato. La supplica non ebbe seguito. Nonostante questa cattiva fama, nel 1789, l’A. divenne cappellano del doge Lodovico Manin e nel 1793 fu nominato parroco di Rialto a Venezia, ufficio che mantenne fino alla morte avvenuta nel 1827 in casa Manin, all’età di novantacinque anni. Nel suo testamento, datato Venezia, 30 marzo 1813, l’A. disponeva che i suoi libri e le sue carte andassero ai conti Manin di Passariano e i suoi beni a Giacomo Nicoletti, marito della sorella Dorotea. La produzione più rilevante dell’erudito fu, come si è detto, la traduzione di opere dall’inglese, trenta titoli per più di cinquanta volumi che egli faceva stampare pagandoli con i propri risparmi. Nel 1813 pubblicò a Venezia le Osservazioni di P. A. sopra la storia arcana di fra Paolo Sarpi, l’opera sua forse più rilevante ancorché più criticata. Sono anche notevoli: Sinopsi istorico-cronologica de’ più celebri autori inglesi dalla invasione di Giulio Cesare fino ai nostri giorni, e Riflessioni sopra la storia d’Inghilterra del lord Bolingbroke con un compendio istorico cronologico del regno e de’ regnanti inglesi. È infine ricordato dai biografi per essere stato il primo a far conoscere in Italia l’Inno a Cerere attribuito a Omero, stampato a Padova nel 1784 nel volume dal titolo Opere filosofiche e l’inno di Omero.
ChiudiBibliografia
P. ANTONIUTTI, Opere filosofiche e l’inno di Omero, Padova, Conzatti, 1784; ID., Osservazioni di P. A. sopra la storia arcana di fra Paolo Sarpi, Venezia, Santini, 1813.
G. CICONI, Udine e sua Provincia, Udine, Trombetti-Murero, 1862 (= Bologna, Atesa Editrice, 1974), 390; L. NARDUCCI, Notizie biografiche del Sac. Pietro Antoniutti pubblicate dal Sac. L. N., Udine, Tip. del Patronato, 1884 (nozze Seravallo-De Concina); G. OCCIONI BONAFFONS, Usi […] matrimoniali, Udine, Doretti, 1891 (nozze Tellini-Canciani); E. PATRIARCA, Pietro Antoniutti, «La Guarneriana, cultura e arte in Friuli», 1/2 (1958), 26-29; A. ZADRO, Pietro Antoniutti e la consapevolezza storica nelle Venezie fra XVIII e XIX secolo, San Daniele del Friuli, Comune di San Daniele del Friuli, 1990 (Quaderni guarneriani, 10), 9-23; Guida del Friuli, IV. Prealpi Giulie, Udine, Società alpina friulana, 1912, 315.
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