ASQUINI GIROLAMO

ASQUINI GIROLAMO (1762 - 1837)

archeologo

Immagine del soggetto

Ritratto di Girolamo Asquini, incisione di L. Vigotti, 1832 (Mantova, Biblioteca del seminario vescovile).

Nacque a Fagagna il 20 gennaio del 1762, dal conte Fabio, importante innovatore dell’agricoltura e dell’imprenditoria friulana. Ricevette la prima formazione presso il collegio dei barnabiti di Udine, dove entrò in contatto con il rettore, Angelo Maria Cortenovis, studioso di antiquaria e di storia locale, con il quale svolse alcune campagne archeologiche ad Aquileia e Zuglio. Da tale maestro l’A. ricevette la convinzione che l’antica città romana di Forum Iulii fosse da identificare in Zuglio e non, come sarebbe stato corretto, in Cividale: tesi che sostenne per tutta la sua vita, cercando di esibire improbabili testimonianze a suffragio e ricorrendo anche a risibili etimologie gallo-celtiche. I due progettarono pure l’edizione di una raccolta di iscrizioni locali, con l’intento di ampliare il volume di Gian Domenico Bertoli apparso nel 1739. Proprio la ricerca e l’edizione delle epigrafi friulane costituirà lo scopo principale delle ricerche condotte dall’A. confluite in un manoscritto inedito, conservato presso la biblioteca del seminario di Mantova. Nel 1783 fu nominato deputato al pubblico archivio delle carte della città di Udine. Ad argomenti epigrafici si riferiva la sua prima pubblicazione, Note e illustrazioni […], apparsa nel 1789. Oltre all’antiquaria gli interessi dell’A. si indirizzarono alla storia della pittura, progettando nel corso degli anni Ottanta, con il pittore Leopoldo Zuccolo e l’incisore Variente Percoto, la riproduzione a stampa delle facciate affrescate dei palazzi udinesi (sull’esempio veneziano di Anton Maria Zanetti del 1760), impresa che però non vide la luce. ... leggi Verso la fine di quel decennio si colloca un manoscritto dell’A. dal titolo Notizie dei pittori del Friuli, una sorta di abbecedario dedicato alle biografie di alcuni artisti locali, il quale non fu mai edito dall’autore ed è stato ritrovato e pubblicato solo in anni recenti. Nel 1789 lasciò il Friuli per Parma dove si dedicò allo studio delle scienze agrarie, producendo in proposito due dissertazioni: Memorie sulla cultura e uso del grano saraceno, del 1805, e Note e illustrazioni di botanica […], del 1811. Tuttavia i suoi studi sono stati principalmente rivolti all’archeologia e in particolare all’epigrafia, sebbene non tutte le iscrizioni da lui rese note siano risultate corrette, anzi vere e proprie falsificazioni, smascherate già nel corso dell’Ottocento dal Mommsen, utili a comprovare insostenibili teorie storiche. Sposò la nobile parmense Maria Teresa Galla nel 1802, anno in cui assunse alcune cariche amministrative nel ducato di Parma, allora occupato dalle truppe francesi, che mantenne fino al 1811. Alla morte del padre, nel 1818, fece ritorno in Friuli, rimanendovi fino al 1821, quando si trasferì a Verona. Nella città scaligera si applicò principalmente a ricerche sulle antichità trivenete e all’esegesi della lingua dantesca, dando alle stampe numerosi scritti, tra i quali: Lettera […] sopra un vecchio sigillo e sugli antichi confini della provincia veronese col Trentino nel 1826; Del Forogiulio dei Carni e di quello d’altri popoli traspadani nel 1827; Sulle origini celte dell’Italia Superiore e Lettera […] intorno al vero significato della parola “Carnario” […] con la interpretazione di due luoghi di Dante nella Divina Commedia, del 1828. Tali studi ebbero una certa fortuna critica tra i contemporanei – del tutto scomparsa invece tra i posteri – e gli valsero numerosi e prestigiosi riconoscimenti scientifici e accademici, sui quali emerge l’associazione all’Accademia celtica di Parigi nel 1830. Rimasto vedovo nel 1827, l’anno successivo A. si risposò con la marchesa Angela Teresa Fumanelli Salvagno che però venne a mancare nel 1829, anno in cui sposò la marchesa Teresa d’Avet, con la quale dal 1830 si trasferì nuovamente a Parma. Frattanto proseguivano intense le sue ricerche antiquarie e di storia linguistica, tanto che l’Università di Parma gli conferì nel 1832 la cattedra onoraria in archeologia e lingua celtica, incarico che il nobile friulano ricoprì fino alla morte, sopraggiunta il 17 febbraio 1837.

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Bibliografia

L’inedita raccolta di A. di epigrafi friulane, dal titolo Antiche iscrizioni appartenenti alla Colonia Giulia Carnica e Forogiuliese e suo territorio al di qua e al di là delle Alpi Giulie, è conservata nella biblioteca del seminario di Mantova (ms X. I. i); altri numerosi manoscritti che riguardano studi di carattere antiquario e linguistico, nonché cospicui carteggi epistolari sono conservati nella BSAU.

G. ASQUINI, Note e illustrazioni con lapidi la maggior parte inedite alla Dissertazione “intorno l’Illirico Forogiuliese” del marchese Gravisi di Capodistria, Udine, Gallici, 1789; ID., Memorie sulla cultura ed uso del grano saraceno, Parma, Carmignani, 1806; ID., Note e illustrazioni di botanica alle tre Canzoni del conte Aurelio Bernieri, in Versi del conte Aureli Bernieri parmigiano, III, Parma, Bodoni, 1811, 113-114, 123-126, 137-140; ID., Lettera del co […] sopra un vecchio sigillo e sugli antichi confini della provincia veronese col Trentino, Verona, Bisenti, 1826; ID., Del Forogiulio dei carni e di quello di altri popoli traspadani, Verona, Bisenti, 1827; ID., Sulle origini celte dell’Italia Superiore. Breve saggio di lettera, «Giornale araldico», 39 (1828), [20 p.]; ID., Intorno al vero significato della parola ‘Carnaro’ con la interpretazione di due luoghi di Dante nella Divina Commedia, Verona, Bisenti, 1828; ID., La giardiniera suonatrice o sia illustrazione di un antico sepolcro in Osopo, nel territorio della Colonia Giulia Carnica capitale del vero e antico Forogiulio, Verona, Bisenti, 1830; ID., Sopra un’antica lapide inedita scoperta in Giulio Carnico della Colonia Forogiuliese, Milano, Angelo Bonfanti, 1834.

G. VALE, Gerolamo Asquini e papa Gregorio XVI, Udine, AGF, 1938 (nozze Asquini di Fagagna-di Prampero di Rovistagno); S. PANCIERA, Un falsario del primo Ottocento. ... leggi Girolamo Asquini e l’epigrafia antica delle Venezia, Roma, Edizioni di Storia e letteratura, 1970; M. P. BILLANOVICH, Falsificazioni epigrafiche di Girolamo Asquini, «Journal of the Warburg and Courtauld Institutes», 36 (1973), 338-354; M. BUORA, Notizie su tre sepolcreti di età longobarda nelle lettere di Girolamo Asquini, «Forum Iulii», 5 (1981), 29-39; G. ASQUINI, Notizie dei pittori del Friuli, a cura di P. PASTRES, Udine, Forum/Deputazione di storia patria per il Friuli, 2002; M. BUORA, Il Cortenovis, l’Asquini e le ricerche sui documenti, in Delle medaglie Carnico-Illiriche del p. Angelo Maria Cortenovis, a cura di M. MORENO, Udine, Società friulana di archeologia / Passariano (Udine), Centro regionale di catalogazione e restauro dei beni culturali, 2003, 13-32; L. REBAUDO, L’epigrafia aquileiese nella prima metà dell’Ottocento, in La ricerca epigrafica e antiquaria nelle Venezie dall’età napoleonica all’Unità, a cura di A. BUONOPANE - M. BUORA - A. MARCONE, Firenze, Le Monnier, 2007, 118-160: 129-133; G. ASQUINI, Lingua friulana o gallo-carnica, a cura di M. C. CESCUTTI, Udine, SFF, 2008.

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