L’arcivescovo Giacomo Missia, nel suo breve, ma intenso governo della chiesa goriziana (1898-1902), affrontò anche programmi di carattere culturale e artistico, in particolare facendo sorgere, a chiusura del lato orientale del palazzo arcivescovile, un corpo di fabbrica avente al centro una nuova cappella privata, che egli, all’inizio del nuovo secolo, volle dedicare al Redentore. Il progetto fu di Raimund Jeblinger, mentre A. ne rivestì l’interno con un vistoso ciclo pittorico a encausto che prevedeva scene (Esaltazione del Redentore, Adorazione dei Magi, Risurrezione, Pentecoste e Via Crucis), ma anche figure singole, in un fitto intreccio ornamentale nel quale si impegnò Clemente Del Neri. Allo stesso gruppo di artisti, proveniente da Linz e a cui si era aggiunto lo scultore Josef Ignaz Sattler, lo stesso cardinale Missia aveva già affidato un lavoro strettamente affine (1895-1898) nel palazzo vescovile di Lubiana. A., che si era già fatto apprezzare a Linz per gli interventi in quel duomo (1891-1892) e nell’Oberösterreichischer Landesmuseum (1895), si rivela fedele all’eclettismo su basi rinascimentali, sia pure con qualche ripresa dal purismo nazareno e con grafismi schematici, che paiono preludere a novità suggerite da Vienna. Il pittore, che era nato a Grünburg (alta Austria) il 2 settembre 1856 e che aveva frequentato con illustri maestri l’Accademia viennese di arti figurative (1873-1883), non si sa ancora dove sia finito dopo aver lavorato a Gorizia, indirizzato forse dal D’Aronco a Istanbul nel 1902 e infine più a oriente ancora. Lo stesso cardinale Missia, come i suoi successori, fece ricorso anche ad altri artisti transalpini, tra cui Philipp Schumacher e Theophil Melicher, che fu impegnato nel restauro di affreschi quattrocenteschi nella cattedrale metropolitana di Gorizia (S. Acacio) e di Antonio Paroli, ma poi anche nella basilica di Aquileia.
Bibliografia
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