Figlio di Tommaso (o Tommasino, a sua volta figlio di Baietto di Minuccio da Siena) nacque a Udine nel 1386. In Udine avrebbe chiuso gli occhi nel 1452. L’attività del B. si intrecciò, nelle testimonianze documentarie, con quella di Domenico Lu Domine (Domenico da Udine). Dal punto di vista stilistico è praticamente impossibile distinguere i due artisti, anche perché sono pervenute scarse testimonianze della loro attività, mentre sussistono dati documentari relativi a opere perdute. Nel 1410 i due pittori lavorarono nelle chiese di S. Giovanni e di S. Francesco a Marano (opere perdute). Come ha brillantemente chiarito il Marini analizzando le diverse informazioni tramandate dai documenti contenenti dati cronologici non univoci oscillanti tra il 1421 e il 1427, essi decorarono tra il 1421 e il 1423 le pareti e la calotta del coro della cattedrale di S. Giusto a Trieste. Nella calotta dell’abside centrale dipinsero una monumentale Incoronazione della Vergine distrutta nel 1843, della quale sussistono due frammenti con le teste del Cristo e della Madonna, conservati presso i Musei di storia e arte a Trieste. Un disegno acquarellato di Gaetano Merlato (delle dimensioni di cm 48 x 66, 5, conservato presso gli stessi musei) eseguito nel 1842 tramanda l’iconografia della composizione. L’epigrafe sull’arcone delimitante il catino absidale decorato, tramandataci dalle note manoscritte di L. De Jenner e riportata anche da Joppi, citava al primo posto Domenico Lu Domine […] DOMINICUS DICTUS DOMINE ET ANTONIUS BAYETI DE UTINE[…]. È possibile quindi che il B. lavorasse in sottordine al collega «secondo l’ovvia autorità dell’epigrafe scomparsa». I due frammenti triestini rivelano una cultura legata ancora alle testimonianze pittoriche lasciate nel duomo di Udine da Vitale da Bologna, ma aperta a cogliere le più moderne suggestioni della pittura veneziana segnata dall’attività di Gentile da Fabriano. ... leggi Ai due pittori è stata attribuita l’esecuzione degli affreschi, perduti a causa del terremoto del 1976 ma noti da buona documentazione fotografica, che ornavano le vele della cappella del Gonfalone nel duomo di Venzone. Opere del B. sono attestate anche per la chiesa di S. Cristoforo di Udine nel 1437. Su base documentaria si può riferire al B., tra il 1441 e il 1443, l’affresco con la Madonna della Misericordia ricomparso, a seguito di recenti restauri, sulla facciata dell’antica casa della fraterna di S. Lucia, in via Mantica 6, a Udine. Entrambi gli artisti avevano prestato la loro opera per la fraterna, ma l’affresco ritrovato, stando alla lettura dei documenti, fu eseguito dal solo B. La qualità non eccezionale di questo affresco rispetto a quella, assai alta, dei due frammenti triestini può confermare il ruolo svolto da Domenico e una più rilevante statura artistica rispetto al collaboratore.
ChiudiBibliografia
H. VOLLER, Antonio Baietti, in AKL, 1 (1907), 580; U. GALETTI - E. CAMESASCA, Enciclopedia della pittura Italiana, I, Milano, Garzanti, 1951, 175; MARCHETTI, Friuli, 741; R. MARINI, Baietti, Antonio, in DBI, 5 (1963), 285-286; P. CASADIO, Baietto, in La Pittura in Italia. Il Quattrocento, Milano, Electa, 1987, 568; S.W. STAPS, Baietti (Baietto, Bajetti, Bajetto) Antonio (Antonio di Baietto), in SAUR, 6 (1992), 305; DBF, 45; G. MAINATI, Croniche ossia memorie storiche sacro-profane di Trieste, II, Venezia, Picotti, 1817, 212; V. JOPPI, Cenni storici del castello di Zoppola con documenti, Udine, Seitz, 1876, 20-21; CAVALCASELLE, La pittura, 17, 124, 287; JOPPI, Contributo quarto, 10-11, 55-58; G.B. CORGNALI, Una notizia inedita sui pittori udinesi Baietto e Lu Domine, «MSF», 38 (1942), 96-97; R. MARINI, Domenico Lu Domine e Antonio Bajetto e l’Incoronazione della Vergine a San Giusto, «Arte Veneta», 5 (1951), 87-93; M. MIRABELLA ROBERTI, San Giusto, Trieste, Editoriale libraria, 1970, 39-41; BERGAMINI, Affreschi, 110; BERGAMINI - TAVANO, Storia, 258-259; L. CARGNELUTTI, L’evoluzione istituzionale, in Ospitalità sanitaria in Udine. Dalle origini all’ospedale della città, secoli XIV-XVII, a cura di L. MORASSI, Udine, Casamassima, 1989, 77-131: 119, n. 117; R. RADASSAO, La confraternita di San Cristoforo di Udine e i suoi artisti, «Ce fastu?», 75/1 (2000), 121-135: 123.
Nessun commento