Nacque a Udine il 29 settembre 1914, ultimo di sette fratelli. La sua fu una vita dedicata al lavoro, come dimostra il fatto che a soli undici anni iniziò a fare l’apprendista presso un’officina meccanica per la riparazione di biciclette di Colloredo di Montalbano. Appena tre anni più tardi si diede al commercio, aprendo un piccolo negozio di mercerie in Colloredo di Prato, attività che nel 1945 venne trasferita a Udine, nella centralissima via Paolo Canciani. La svolta avvenne l’anno successivo, quando il “Magazzino Udinese del Lavoratore”, questo il nome del primo marchio aziendale, venne ampliato con l’acquisto dell’intero immobile di via Canciani. Nacque così la Galleria del Lavoratore. Le dimensioni dello stabile, vendutogli a rate dalla contessa Orgnani-Martina, gli consentirono di sviluppare un’idea: concentrare in uno stesso luogo più attività commerciali, capaci di attirare da ogni angolo della provincia una larga massa di clientela, invogliata da un’ampia offerta e da prezzi bassi. Per raggiungere tale scopo, inoltre, fece largo uso della comunicazione commerciale, di cui aveva intuito le potenzialità, attuando campagne pubblicitarie, quali, ad esempio, il lancio di volantini dall’aereo o il rimborso delle spese di viaggio ai clienti provenienti da fuori Udine. I risultati non tardarono ad arrivare e a metà degli anni Cinquanta l’azienda di B., che contava già ottanta dipendenti, era in piena espansione. Dopo l’avvio di un processo di concentrazione dei dodici negozi inizialmente presenti in Galleria, nel 1962 venne aperto il primo supermercato alimentare, “Il Lavoratore”, e tre anni più tardi furono inaugurate anche le filiali di Gorizia, Trieste e Pordenone. ... leggi Tra la metà degli anni Sessanta e la fine del decennio successivo, B. investì anche in altri settori, dando vita a industrie nel settore tessile (a Moruzzo con il marchio “Il Tiglio”), chimico (la Nordchem di Martignacco) ed edilizio (la ItalTrybo di Torreano). Grande risalto merita infine l’apertura nel 1984 del “supermercato Lavoratore fiera” di Torreano di Martignacco, diventato in seguito, con il nome di Città Fiera, uno dei più grandi centri commerciali della regione. Nel 1989 decise di delegare la gestione delle attività imprenditoriali ai figli Elsa e Antonio Maria, avuti dalla moglie Rita Giacomuzzi con cui si era unito in matrimonio nel 1940. Da quel momento in poi B., sempre attento all’andamento delle sue “creature”, poté dedicarsi maggiormente ad alcune iniziative in campo sociale, tra cui si ricordano quelle avviate dall’istituto Bearzi e dalla comunità La Viarte di Santa Maria la Longa, nella convinzione che, come ebbe a dichiarare in un’intervista, «un imprenditore illuminato deve restituire alla comunità parte dei benefici che la comunità stessa gli ha consentito di ottenere». Il pioniere dei grandi centri commerciali in Friuli Venezia Giulia morì a Udine il 28 giugno 2005.
ChiudiBibliografia
A. BEVILACQUA, Bardelli: i megacentri e i piccoli negozi possono convivere, «MV», 28 settembre 2004; Morto Antonio Bardelli. Fondò Il Lavoratore, «MV», 29 giugno 2005; È stato un uomo che ha saputo rischiare in tempi difficili, ibid.; Investì anche nella chimica e nell’edilizia, ibid.; F. PERESSONI, In centinaia in Duomo a Udine per l’ultimo saluto a Antonio Bardelli, «Udine economica», 21/7 (2005), 2.
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