La presenza a San Daniele del Friuli di «Baptista de Anchona» o «de Cingulo» è attestata dalle fonti documentarie a partire dal 1449; in esse al suo nome si accompagna sempre la qualifica di «scriptor» di Guarnerio d’Artegna, a sottolineare la sua precisa identità professionale: nell’entourage di Guarnerio fu infatti l’unico copista professionista. Figlio di un Rinaldo del fu Bene da Cingoli morto tra il 1454 e il 1458, era nato probabilmente negli anni Trenta, epoca in cui altri cingolani si trasferirono dalle Marche in Friuli al servizio del patriarca di Aquileia Ludovico Trevisan; dovette entrare al servizio di Guarnerio verso i 17-18 anni. Tra la fine del 1457 e gli inizi dell’anno successivo si sposò con una Maria Vuitiglari di San Daniele, cittadina nella quale abitò almeno fino al 1477; negli anni 1466-67 occupava una casa di proprietà della chiesa di S. Michele, mentre proprio da una fonte del 1477 è ricordato come «custos» dell’ospizio annesso alla chiesa di S. Antonio Abate. Dal suo arrivo in città fino al 1461 lavorò continuativamente per Guarnerio, per il quale copiò ben trentuno codici, ora conservati presso la Biblioteca Guarneriana di San Daniele del Friuli (i manoscritti 6, 14, 19, 25, 26, 33, 35, 37, 40, 41, 47, 55, 56, 57, 58, 77, 78, 80, 81, 82, 85, 97, 101, 110, 113, 114, 161), la Bodleian Library di Oxford (Canon. Misc. 44) e la Bibliothèque Nationale de France di Parigi (Parr. latt. 8953, 8954, 9325). Si tratta in massima parte di manoscritti esemplati esclusivamente da B.; fanno eccezione i Guarneriani 14 e 25 e il Par. lat. 8954, copiati in collaborazione con Nicolò de Collibus, i Guarneriani 40 e 57, di mano anche di Giovanni Belgrado, e il Guarneriano 161, in cui il lavoro è diviso tra B. e Nicolò da San Vito. Un ulteriore codice di Virgilio, ora conservato presso la Österreichische Nationalbibliothek di Vienna (Lat. ... leggi 39), fu copiato da B. nel giugno del 1456 per il luogotenente veneto in Friuli Girolamo Barbarigo. B. impiega una “littera antiqua” ispirata a modelli fiorentini, caratterizzata da varianti di lettera nell’alfabeto sia maiuscolo sia minuscolo e da elementi arcaizzanti come la fusione di curve contrapposte; i manoscritti da lui copiati sono, almeno fino al 1456, prodotti di alto livello, impreziositi da una ricca ornamentazione; di fattura più modesta, a causa delle mutate condizioni economiche di Guarnerio dal decadere dalla carica di vicario patriarcale, sono invece i libri datati o databili dopo quell’epoca. Da un documento del 1483 risulta che B. a tale data risiedeva invece a Udine e aveva due figli, Rinaldo e Ottaviano, quest’ultimo di quattordici anni.
ChiudiBibliografia
LIRUTI, Notizie delle vite, I, 349; M. D’ANGELO, La libreria di Guarnerio. Stato attuale delle ricerche - I codici datati, in Studi e documenti nel 1050odi San Daniele, San Daniele del Friuli, Comune di San Daniele del Friuli, 1979 (= «Quaderni Guarneriani», 6), 47; M. D’ANGELO, Nuovi copisti nello “scriptorium” di Guarnerio d’Artegna, «Quaderni Guarneriani», 8 (1984), 8-10; R. AVESANI, Cingoli nella storia della cultura tra medioevo ed età umanistica. Prime schede, in Cingoli dalle origini al sec. XVI. Contributi e ricerche. Atti del XIX convegno di studi maceratesi (Cingoli, 15-16 ottobre 1983), Macerata, Centro di studi storici maceratesi, 1986 (Studi maceratesi, 19), 528; C. SCALON, Guarnerio d’Artegna e la sua biblioteca. Appunti per una ricerca, in Guarneriana. Tesori, 16, 18 n. 29; M. D’ANGELO, I copisti di Guarnerio d’Artegna, Ibid., 27, 29; SCALON, Guarnerio, 15, 25, 28-31, 34, 38-39, 44-45, 88; CASARSA, Come in uno specchio, 98; CASARSA - D’ANGELO - SCALON, Libreria, 185-186, 192-193, 197, 205-207, 224-227, 229-230, 232-234, 251-253, 261-263, 293-297, 299-300, 303, 305, 319, 338, 352-353, 358-360, 416, 463, 473-475; SCALON, Produzione, 84, 107, 474 no 364 e n. 268, 491 no 386, 498 no 392, 553-554 no 458.
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