Nato a Ioannis, frazione di Aiello (Udine), il 26 settembre 1927, tirò i primi calci di pallone nella squadretta locale, poi ai salesiani di Gorizia e nella Pro Gorizia. Mediano difensivo, energico marcatore, fu acquistato dall’Inter e cominciò una dignitosa carriera di calciatore professionista che lo portò a giocare anche con il Catania e con il Torino. Disputò 251 partite in serie A e una presenza in nazionale. Al Torino collaborò con Nereo Rocco e poi allenò il Prato in serie C. Ferruccio Valcareggi, commissario tecnico della nazionale, lo volle tra i tecnici federali e come suo aiutante ai mondiali del 1970 e del 1974; quindi B. assunse la guida della Under 23 e fu associato a Fulvio Bernardini nella nazionale maggiore, di cui divenne responsabile unico nel 1977. Nello scetticismo generale creò un gruppo di giocatori nazionali compatto, con grande senso di appartenenza e solidarietà. Restava, pressoché per tutti, “quello del Prato”, ma lui continuava a lavorare, quasi isolato. In chiave tattica proponeva la zona mista ma voleva soprattutto il superamento della specializzazione del ruolo. Ai mondiali di Argentina l’Italia finì al quarto posto, lasciando intuire grandi potenzialità, anche per l’inserimento di giovani come Antonio Cabrini e Paolo Rossi. Ma arrivarono nuove critiche per la mancata qualificazione agli europei e per l’avvicinamento poco brillante ai mondiali. In Spagna l’avvio fu pessimo e suscitò tremende polemiche con giornalisti scatenati in feroci attacchi personali a tecnico e giocatori. B. impose il silenzio stampa e nominò il non loquacissimo Dino Zoff unico portavoce della squadra. Superata la prima fase, l’Italia sembrò destinata ad essere la vittima sacrificale di Argentina e Brasile. ... leggi Arrivarono invece due esaltanti vittorie, poi il successo con la Polonia e la conquista del titolo mondiale con la Germania. Un trionfo che incendiò d’entusiasmo il Paese e costrinse tanta gente a goffi e patetici tentativi di salire sul carro dei vincitori. B. diventò “el Vecio”, per saggezza, senso della misura, credibilità. Durò poco: il carattere schivo, la memoria lunga, la scarsa propensione a curare le relazioni generarono di nuovo freddezza se non vera e propria ostilità nei suoi confronti. I risultati non positivi del dopo Spagna e la sollecita eliminazione ai mondiali messicani portarono alle sue dimissioni. B. si trincerò sempre più in una sorta di isolamento, confortato dal suo grande attaccamento alla famiglia, la moglie Luisa Crippa, i figli Glauco e Cinzia. Il 21 dicembre 2010 arrivò la notizia della sua morte avvenuta a Milano.
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