La data di nascita del maestro è collocata dal Berenson intorno al 1470, mentre è certo che non fosse friulano d’origine, poiché viene definito «Marco pictore Veneto» in alcuni atti e in un documento è ricordato come figlio del defunto ser Giorgio Bello da Venezia. Nonostante il recente e circostanziato saggio di Tempestini metta ordine in una vicenda complessa, la storia biografica e critica del B. non è tuttavia ancora del tutto chiarita. I documenti noti infatti danno notizie solo sugli ultimi due decenni della vita del pittore, dal 1505 al 1523, anno della sua morte, quando risiedeva a Udine e, divenuto genero di Domenico da Tolmezzo grazie al matrimonio con la figlia Franceschina, realizzava ancone e gonfaloni (tutti perduti) per le chiese della campagna friulana. Il corpus dell’artista, attualmente formato da poco più di una cinquantina di dipinti, prevalentemente destinati alla devozione privata, consente di affermare che il B. fu un seguace di Giovanni Bellini, dal quale mutuò le invenzioni iconografiche, con personaggi a mezza figura, che tanto successo ebbero nei territori della Serenissima tra XV e XVI secolo, per replicarle senza innovazioni sostanziali e in maniera seriale. Tra le realizzazioni più significative ricordiamo la Circoncisione di Cristo dell’Accademia dei Concordi di Rovigo, firmata; la Madonna con il Bambino e san Giovannino delle Gallerie dell’Accademia di Venezia (n. 101), soggetto più volte reiterato; la Madonna con il Bambino del duomo di Chioggia; il Cristo portacroce del Szépmüvészeti Múzeum di Budapest; il Santo Vescovo e il San Francesco del museo di Castel Sant’Angelo di Roma. Madonne e Sacre conversazioni tratte da prototipi belliniani sono i temi che contraddistinguono tutta la produzione da cavalletto del maestro, in cui lo stile è essenziale, il chiaroscuro accentuato, il panneggio duro e metallico. ... leggi Tra le più recenti acquisizioni deve infine essere segnalata l’unica opera friulana superstite, ovvero la decorazione ad affresco delle facciate sud e ovest di palazzo Stringher-Levrini a Cividale del Friuli, riconosciuta dal Tempestini al B., attribuzione interessante ma sicuramente da confermare con ulteriori elementi, sia per la tecnica utilizzata, non consueta per l’artista, sia per la monumentalità dell’impianto compositivo, assai lontana da quella delle altre realizzazioni assegnate al “piccolo maestro” belliniano. Il paramento è emerso a seguito del terremoto del 1976: lesioni strutturali e cadute di intonaco avevano lasciato intravedere frammenti di decorazione, successivamente messa in luce e restaurata. Il ciclo, databile fra il 1515 e il 1520, è costituito da scene profane, ovvero Storie di Ercole, e da una Madonna con il Bambino affiancata da due coppie di santi, il tutto suddiviso e incorniciato da una decorazione a finti marmi, lesene, cornici e fregi. Esso si sviluppa per l’intera altezza del palazzo e interessa il piano terra, in parte a loggia, due piani abitabili e la soffitta. Sulla facciata ovest, al secondo piano, si possono individuare i seguenti episodi: Ercole e Caco, L’uccisione dell’Idra di Lerna, L’uccisione del leone nemeo; a sud si riconoscono invece Ercole che lotta con Anteo e Priamo e Tisbe. Al primo piano della facciata ovest vi è la Madonna con il Bambino, affiancata dai santi Rocco e Girolamo a sinistra e da altri due santi non identificabili a destra; sull’altra facciata, allo stesso livello, sono raffigurati due personaggi di incerto significato e Venere e le tre Grazie. Nonostante la ricchezza del repertorio iconografico e l’ampiezza della decorazione, l’autore degli affreschi si qualifica come pittore minore, anche per il legame ancora forte con la cultura della fine del Quattrocento e il gusto attardato, elementi questi che, assieme a caratteri stilistici peculiari, hanno fatto propendere per una proposta di identificazione con il B.
ChiudiBibliografia
JOPPI, Contributo quarto, 25; J.A. CROWE - G.B. CAVALCASELLE, A History of Painting in North Italy, edited by T. BORENIUS, I, London, J. Murray, 1912, 290; BAMPO, Contributo quinto, 66-71; F. GIBBONS, The bellinesque Painter Marco Bello, «Arte Veneta», 16 (1962), 42-48; A. TEMPESTINI, Marco Bello tra Giovanni Bellini e Vincenzo Catena, in Scritti di storia dell’arte in onore di Federico Zeri, a cura di M. NATALE, I, Milano, Electa, 1984, 320; M. C. CADORE, Cividale del Friuli, Palazzo Levrini-Stringher, in La conservazione dei beni storico-artistici dopo il terremoto del Friuli (1982-1985), (Relazioni della Soprintendenza per i beni ambientali architettonici, archeologici artistici e storici del Friuli-Venezia Giulia, 5), Trieste, Editoriale libraria, 1986, 26-27; A. TEMPESTINI, Marco Bello in Friuli: gli affreschi del Palazzo Stringher-Levrini di Cividale del Friuli, in Cultura in Friuli, II, 565-584; A. TEMPESTINI, Bello (Belli), Marco, in AKL, 8 (1994), 503-504; A. TEMPESTINI, Il catalogo di Marco Bello. Nuovi contributi e riflessioni, «Studi di Storia dell’Arte», 11 (2000), 29-72.
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