Nacque a Rovigno d’Istria il 24 maggio del 1895. Allo scoppio della prima guerra mondiale, renitente alla leva austroungarica, lasciò la sua città natale e si rifugiò in Italia, a Pordenone, ospite degli zii Montereale-Mantica: durante la sua permanenza presso i parenti ebbe la possibilità di consultare il loro archivio di famiglia e di trascrivere diversi documenti, i cui originali sarebbero andati perduti nel 1917, durante l’occupazione austriaca della città. Nel 1915, dopo la dichiarazione di guerra dell’Italia all’Austria, si arruolò volontario con il grado di tenente. Alla fine del conflitto si avvicinò a Gabriele D’Annunzio e con lui partecipò all’impresa fiumana. Il 6 dicembre del 1919, insieme con altri sei “uscocchi” catturò il cacciatorpediniere A. Bertani a Trieste e lo dirottò a Fiume. Nell’agosto del 1920 si recò a Napoli per compiere un’altra azione di pirateria nei confronti della nave commerciale Cogne. Con l’occupazione italiana di Fiume, B. lasciò l’esercito, completò gli studi, laureandosi in lettere, e iniziò a insegnare al Liceo Francesco Petrarca di Trieste. Nei primi anni di permanenza nella città giuliana affiancò all’insegnamento la collaborazione con alcune riviste locali, come la cattolica «Vita Nuova», «Indipendente», «La Nazione», scrivendo articoli di storia istriana, ma non trascurando alcuni argomenti di attualità, riguardanti la sua regione d’origine. Nel 1922 pubblicò sulle «Memorie storiche forogiuliesi» un articolo sui conti di Montereale (Di un privilegio erroneamente attribuito alla famiglia dei conti di Montereale da Pordenone), il primo di una lunga serie di contributi, dedicati alla storia di Pordenone e dei suoi abitanti. ... leggi Nel 1924 diede alle stampe L’antico ordinamento civile di Pordenone. Gli anni Trenta furono caratterizzati dalla collaborazione con la «Rivista del Collegio Araldico» e dagli studi di araldica, e in modo particolare del blasonario giuliano, che si sarebbero conclusi solo dopo la fine del secondo conflitto mondiale. Nel 1935 fu nominato preside del Liceo Cremonino di Cento. Il trasferimento non diminuì l’interesse di B. nei confronti della storia istriana e di quella pordenonese. Nel 1938 pubblicò La partecipazione dei Pordenonesi alle guerre del risorgimento e l’opera del conte Giacomo di Montereale. Gli anni della seconda guerra mondiale e quelli successivi rallentarono l’attività editoriale dello storico. Nel 1950 B., divenuto nel frattempo preside del Liceo Ricasoli di Grosseto, fondò a Pordenone la collana di monografie pordenonesi “Il Noncello”: suo il compito di scrivere il primo contributo (La cultura umanistica a Pordenone), stampato nello stesso anno dalle Arti grafiche dei fratelli Cosarini. Quattro anni più tardi con Daniele Antonini, Giuseppe di Ragogna, Vittorio Quirini e Augusto Cassini istituì l’associazione culturale “Il Noncello”, trasformando la collana di monografie in una rivista, di cui assunse la direzione, che avrebbe mantenuto fino al 1973: la rivista «Il Noncello» avrebbe pubblicato centosessantatré numeri (l’ultimo nel novembre del 1995), divenendo negli anni un riferimento culturale importante per il Friuli occidentale. Negli anni successivi B., trasferitosi a Viterbo nella veste di preside del locale Istituto magistrale, pubblicò una serie di studi sul blasonario pordenonese (1955-1956) e su alcuni uomini di cultura del Friuli occidentale, tra cui Pietro Capretto (1962), Andrea Morone (1962), il Cimbriaco (1963), Girolamo Rorario (1965), il Fortunio (1966). Nel 1964 pubblicò con le edizioni de “Il Noncello” la Storia di Pordenone, l’opera che gli avrebbe garantito negli anni notevole fama, soprattutto per l’attenzione riservata alla ricerca e allo studio delle fonti. Tale attenzione emerse anche nelle edizioni da lui curate, tra cui si ricordano Il trattato della caccia, uccellagione e pesca del conte Jacopo di Porcia (1962) e i De’ commentari urbani di Giambattista Pomo (1954-1974). Raggiunta la quiescenza, B. si stabilì a Roma, da dove continuò a intrattenere rapporti epistolari con i suoi collaboratori friulani e con le associazioni di cui era membro (Accademia di scienze, lettere ed arti di Udine, Deputazione di storia patria per il Friuli). Nel 1968 cominciò la sua collaborazione con la rivista «Itinerari». A questo periodo risalgono altre monografie di pordenonesi illustri: Cornelio Paolo Amalteo (1969), Ludovico Leporeo (1970), Marc’Antonio Amalteo (1972), il Rosaccio (1973), Antonio de’ Sacchis detto il Moretto (1977). Nel 1973 diede alle stampe un’altra opera di particolare importanza, Origine del “corpus separatum” pordenonese. Morì il 1° luglio 1978 a Fiume Veneto, ospite dei parenti Montereale nella villa di famiglia, in località Piandipan, lasciando alcune opere inedite (La signoria del Liviano e Il Rinascimento a Pordenone).
ChiudiBibliografia
A. BENEDETTI, La cattura del “Cogne” e le sue ripercussioni sull’impresa fiumana, «La Porta orientale», 4-5 (1940), 100-107; ID., Rovigno d’Istria per l’Italia, «Pagine istriane», 23 (1968), 81-114: 107-111.
È scomparso Andrea Benedetti, «Itinerari», 40-41 (1978), 53; A. CASSINI, Bibliografia di Andrea Benedetti, «Il Noncello», 48 (1979), 79-92; G. GRIFFONI, Viaggio nella memoria. Pordenone fra cronaca e storia (1943-2000), Pordenone, Propordenone, 2005, 360-361.
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