Della B., di Trava di Lauco, sono ugualmente ignote le date di nascita e di morte. È autrice di Strofuttis per il Viners Sant, centocinquantadue quartine datate «Trave ai 15 d’Avost 1832». Il poemetto, introdotto e conchiuso da un prologo e da un epilogo, ripercorre gli accadimenti della passione di Cristo: l’orazione nell’orto (parte prima), i giudizi del Sinedrio, di Pilato e di Erode, la flagellazione, la corona di spine (parte seconda), la salita al Calvario, l’incontro con la madre e la morte in croce (parte terza). Si direbbe canovaccio per una sacra rappresentazione; nel prologo si fa accenno esplicito ad uditori («Ma rilevi za la brame / dei miei chiars ascoltadors […]»); e sono frequenti gli inserti di battute in prima persona (oltre che di esortazioni ai più disparati attori, recriminazioni, riflessioni svolte nella forma dell’interrogativa retorica). Il linguaggio è fitto di termini patetici, volti a suscitare e a condividere la partecipazione emotiva. I versi assecondano con docilità l’italiano. Si segnalano, a caso: «ludibrio», «reo», «come tigris a si aventin», «satellitz» (per gendarmi), fino a un clamoroso «Deicidi». È il vocabolario delle contemporanee prediche friulane; ed è nitido l’allineamento alla varietà del friulano centrale, con l’espunzione delle peculiarità proprie di Trava, o della montagna.
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