Nato a Udine nel 1829 dal conte Antonio, che fu podestà, e da Caterina de Portis, accompagnò l’impegno pubblico all’amore per l’arte, quale «gentiluomo artista» (detto anche “cont sisile” per la giacca a coda di rondine che sempre indossava), amico di Giuseppe Uberto Valentinis, con cui instaurò un’amicizia duratura anche se talvolta si trovarono a non condividere alcuni giudizi artistici. B. frequentò l’Accademia di Venezia perfezionando poi la sua educazione a Monaco, sotto la direzione del pittore bavarese Lange. A Venezia incontrò la prima moglie, la contessa Teresa de Reali. Rimasto vedovo, si risposò nel 1861 con Filomena Colloredo. Fu un elegante pittore di paesaggi, alcuni dei quali pubblicati in edizioni a stampa, privilegiando Grado con i suoi scorci e le sue marine; affrescò anche il salone passante del piano nobile della villa di famiglia a Lauzacco con le vedute dei castelli di Artegna e Fagagna. L’amore per il paesaggio gli fece trasformare l’orto della stessa villa in un giardino che ancora oggi conserva le forme originarie. Nel 1853 fu tra i promotori della I Esposizione di belle arti a Udine, evento che – ampliato anche alle arti “meccaniche” – fu ripetuto fino al 1858, quando fu sospeso per il clima politico che viveva la città, per la mancanza di appoggi istituzionali e soprattutto per la scarsità di prodotti delle industrie friulane. Le Esposizioni ripresero dopo l’Unità ed ebbero sede a Udine nel 1868, nel 1883, nel 1903. B. partecipò a tali rassegne sia come membro dei comitati organizzativi sia come pittore “dilettante”, entrando in un dibattito che portò avanti negli anni successivi sul pericolo che un «dominante spirito mercantesco» incidesse negativamente sulle arti trasformando l’artista in «bottegaio». Nel 1864 fu nominato, con Giuseppe Uberto Valentinis e Vincenzo Joppi, membro della Commissione municipale per il reperimento e la descrizione delle opere di pittura, scultura e architettura esistenti in Udine, in funzione dell’istituzione della pinacoteca del futuro museo. ... leggi Nel 1877 entrò a far parte della Commissione provinciale conservatrice dei monumenti e delle opere d’arte, creata dallo Stato italiano nel 1876 come organo di tutela (in Friuli sostituì la Commissione archeologica voluta nel 1866 da Quintino Sella), con Giovanni Gortani, Vincenzo Joppi, Giulio Andrea Pirona, Andrea Scala, Iacopo Tomadini, Francesco di Toppo, Giuseppe Uberto Valentinis, Alexander Wolf. B. si occupò, tra l’altro, degli studi e delle proposte per l’erezione del monumento a Vittorio Emanuele II, fuso dall’udinese Giovanni Battista De Poli su progetto del milanese Crippa in concomitanza con l’Esposizione provinciale di Udine del 1883. Contemporaneamente B. fu membro anche della Commissione d’ornato cittadina e della Congregazione di carità. Nel 1896, quando dopo la morte del conservatore del Civico museo e della Biblioteca Giulio Andrea Pirona, avvenuta il 28 dicembre 1895, fu necessario nominare un nuovo conservatore che affiancasse il bibliotecario Vincenzo Joppi, B. fu nominato nel mese di gennaio dalla Commissione preposta alla gestione della Biblioteca, di cui era membro dal 1881, vicepresidente della stessa con l’incarico della custodia degli oggetti e fondi preziosi (ambre Toppo, medagliere Antonini, medagliere comunale, bacheca Torrelazzi, archivio comunale) e, in marzo, dalla giunta municipale nuovo conservatore fino al 1899, incarico che gli fu rinnovato fino a quando si ritirò a vita privata nel 1902, dopo avere sollecitato l’accoglimento delle dimissioni. Gli subentrò Giovanni Del Puppo. Uno dei primi atti di B. come conservatore fu proporre al municipio di scolpire il nome di Pirona sulla lapide dei benemeriti del Museo e della Biblioteca nell’atrio di palazzo Bartolini. Nel 1899 egli intervenne con fermezza nella questione che portò al pensionamento di Joppi causandogli profonda amarezza: l’indagine del municipio sulla mancanza di materiali del Museo e della Biblioteca. B. e con lui tutta la commissione di gestione – composta da Antonino di Prampero, Giovanni Del Puppo, Vincenzo Marchesi, Massimo Misani, Achille Tellini – sostennero che la commissione municipale aveva effettuato una visita affrettata, senza conoscere la realtà e le difficoltà delle civiche istituzioni, e resero pubbliche le loro motivazioni attraverso la stampa. L’inchiesta giudiziaria diede infatti risultati assolutamente negativi, escludendo ogni responsabilità di Joppi. Nel discorso funebre di B., Giovanni Del Puppo, che parlava a nome del sindaco Domenico Pecile, ricordò che si dovette alla sua opera «se fu evitata la dispersione dei disegni del Chiarottini, oggi ornamento splendido del nostro Museo». Come conservatore, B. fece restaurare il tiepolesco Consilium in arena e iniziò i primi acquisti della galleria Marangoni. Le scelte non furono esenti da critiche, a cui B. rispose pubblicamente anche sulla stampa locale, satireggiando in versi gli «artisti deficienti» e «ambiziosi», incapaci di capire l’arte, tanto da affidare le loro proteste a meri «scribacchianti». Nel 1900 partecipò all’asta della collezione Cernazai, acquistando per il Museo e la Biblioteca dieci dipinti e una ducale di Francesco Molin, operazione significativa, indipendentemente dal valore delle opere. Fu conservatore in un momento cruciale di trasformazione delle civiche istituzioni, quando si decise la destinazione d’uso del castello quale sede del Museo, staccandolo dalla Biblioteca, operazione che fu condotta da Del Puppo. B. morì a Udine nel 1909, dopo avere ricevuto il titolo di cavaliere della corona d’Italia.
ChiudiBibliografia
Udine-Cussignacco. Album, Udine, Passero, 1880 (all’interno schizzi di B., oltre che di Marignani, Picco, Pletti, ecc.); F. BERETTA, Note artistiche. L’artista di genio e l’artista bottegaio, «La Patria del Friuli», 11 aprile 1883; G. CAPRIN, Lagune di Grado, Trieste, Stabilimento tipografico G. Caprin, 1890 (= Roma, Multigrafico, 1977) (all’interno quadretti di Grado di B.); ID., Ad un criticissimo degli acquisti Marangoni, ibid., 28 novembre 1898; ID., Spiegazioni sugli appunti per la Biblioteca. Alla onorevole Giunta Municipale di Udine, ibid., 27 dicembre 1899.
I funerali del co. Fabio Beretta, «La Patria del Friuli», 27 gennaio 1909; F. TAMBURLINI, Brevi note sul fondo Pirona. La donazione, in Giulio Andrea Pirona, 71; T. RIBEZZI, Un’eredità di bellezza per la città. Acquisizioni dei Civici Musei e formazione della Pinacoteca, in Galleria arte antica II, 27-28; L. CARGNELUTTI, Il Friuli nelle Esposizioni di Belle Arti e di Arti, Agricoltura e Industria, in Tra Venezia e Vienna, 195-200.
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