Nacque a Trieste il 16 novembre 1920 da Domenico e Maria Florio. Il lavoro del padre, un romagnolo funzionario delle filiali estere della Ford trapiantato in Friuli al termine della grande guerra, lo portò a trascorrere l’infanzia prima in Iran e poi in Turchia, dove frequentò l’Istituto salesiano di Costantinopoli. Nel 1932 si stabilì a Udine con la famiglia e nel 1939, dopo aver conseguito il diploma di ragioniere all’Istituto tecnico A. Zanon, si iscrisse alla Facoltà di economia e commercio di Trieste, dove si laureò nel 1943. Prese parte alla lotta di liberazione e con il nome di Paolo entrò nella brigata Osoppo-Friuli con l’incarico di delegato politico. Sfuggito per puro caso all’eccidio di Porzûs, al termine del conflitto aderì alla nascente Democrazia cristiana, di cui fu pure segretario provinciale (1948-1953), e sposò Adriana Rapretti (1945); nel 1953 venne eletto deputato nel collegio di Udine. Sedette a Montecitorio solo nella seconda legislatura, durante la quale fu membro delle Commissioni finanze e tesoro, e trasporti. Tra i suoi interventi in assemblea merita ricordare la richiesta dello statuto speciale per il Friuli Venezia Giulia (marzo 1957). In commissione, invece, si batté affinché venissero estesi alla provincia di Udine i finanziamenti del Fondo di rotazione previsti per Trieste e Gorizia, ottenendo infine la costituzione del Mediocredito (luglio 1957), alla cui guida rimase fino al 1964. Tra le cariche ricoperte nello stesso torno di tempo vanno ricordate quelle di presidente dell’ospedale civile di Udine (1956-1964), di presidente provinciale dell’Associazione cristiana lavoratori italiani (1945-1946), di vicepresidente della locale Cassa di risparmio (1951-1953), di direttore dell’Associazione cooperative friulane e di segretario generale della Camera di commercio di Udine (1946-1951). Dottore commercialista, esercitò per un periodo anche la libera professione, cui dovette rinunciare a causa dei sopravvenuti maggiori impegni politici. ... leggi Fu pure consigliere al comune di Udine (1954-1956), nonché consigliere provinciale dal 1956 al 1964, anno in cui venne eletto presidente della neonata regione. A lui spettò il compito di mettere in moto l’imponente macchina amministrativa, dando il via alla programmazione economica e alla pianificazione urbanistica, anche attraverso la creazione di enti strumentali, quali Friulia, l’Ente regionale per lo sviluppo dell’agricoltura (ERSA) e dell’artigianato (ESA). Seppur accusato di un eccessivo centralismo, ebbe sempre di mira il superamento degli squilibri territoriali interni sul piano sia economico che sociale. Dimostratosi estraneo alle clientele e poco interessato alle vicende interne del partito, con il suo pragmatismo seppe dare solide fondamenta alla regione, della cui giunta fu a capo fino al 1973. Rimase in carica come presidente del consiglio regionale fino al 1978, ma da quell’anno iniziò un lento ritiro dalla vita politica. Venne allora chiamato a ricoprire importanti cariche, mettendo la sua professionalità ed esperienza al servizio di alcune società private, tra le quali merita citare la Società cattolica di assicurazione di Verona, di cui, già consigliere di amministrazione (1969-1978), fu poi presidente (1978-1997), la società di navigazione Lloyd triestino, di cui fu presidente (1974-1993), e la SAFAU di Udine, di cui pure fu presidente dal 1976 al 1981. Morì a Udine il 13 maggio 2000.
ChiudiBibliografia
E. S., L’addio a Berzanti, un padre della Regione, «MV», 14 maggio 2000; A. BIASUTTI, In ricordo di Alfredo Berzanti, «La Panarie», 31 (2000), 5-6; Alfredo Berzanti (Paolo), Udine, Associazione Partigiani Osoppo Friuli, 2001; M. DE GRASSI, L’ultima delle regioni a statuto speciale, in Friuli-Venezia Giulia, II, 759-804; si veda inoltre la scheda personale pubblicata sul sito della Camera dei deputati: www.legislature.camera.it. Alcune preziose informazioni sono state fornite dalla nipote Chiara Berzanti.
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