BIANCHINI GIACOMO

BIANCHINI GIACOMO (1875 - 1954)

esperantista, scrittore

Nacque a Carbona di San Vito al Tagliamento (Pordenone) il 12 marzo del 1875. Ordinato sacerdote nell’agosto del 1903, due anni più tardi entrò in contatto con il movimento esperantista italiano. Nel 1906 pubblicò la sua prima opera in questa lingua internazionale: Hebrea kalendaro. Nel 1908 incontrò a Vienna Lazar Ludwik Zamenhof, fondatore dell’esperanto. Collaboratore della rivista cattolica esperantista «Espero Katolika», B. divenne ben presto uno dei principali protagonisti dell’Unione esperantista cattolica internazionale (IKUE). Promotore degli incontri internazionali tra gli esperantisti cattolici, vi partecipò con grande slancio propositivo. Nel 1913 era presente a Roma per il IV congresso internazionale e ricevette, insieme agli altri esperantisti presenti, la benedizione apostolica di Pio X, che ben vedeva la diffusione di questa lingua nel mondo. Durante i lavori congressuali B., che già possedeva un certo ascendente sui colleghi, ottenne che fossero tradotti in esperanto l’Antico e il Nuovo Testamento. Nello stesso anno pubblicò Lernolibro de itala lingvo, un libro per imparare l’italiano in esperanto. Allo scoppio del primo conflitto mondiale l’attività dell’Unione esperantista subì un rallentamento. B. continuò però la sua opera di studio e di ricerca. Tra il 1914 e il 1915 diede alle stampe Tutmonda adresaro de katolikaj esperantistoj e Tiu de latina lingvo, una grammatica della lingua latina in esperanto. Nel 1916 B. fu eletto segretario generale dell’associazione e, in tale veste, cercò un contatto con papa Benedetto XV, che al tempo del suo episcopato bolognese gli aveva dimostrato un forte interesse per l’esperanto. Nel 1920 partecipò al I convegno internazionale dell’IKUE dopo la fine della guerra, che si tenne a L’Aia. L’anno successivo fu nominato parroco di Pradis, in diocesi di Concordia, dove rimase sino al 1927: in questo periodo B. scrisse alcune poesie sulle bellezze del luogo e, in modo particolare, sulle grotte, una delle quali sarebbe stata dedicata a lui dopo la morte. ... leggi Nel 1927 fu trasferito alla parrocchia di Cimpello. Gli anni della dittatura fascista non furono facili per il movimento esperantista, portatore di un messaggio di pace e fratellanza universale. B., le cui opere gli avevano conferito oramai fama internazionale, continuò a pubblicare, seppure con qualche difficoltà. Nel 1934 uscì un corso di esperanto (grammatica e dizionario) e tre anni più tardi il Malgranda katolika katekismo originale verkita en esperanto. Alla fine del secondo conflitto mondiale fondò ad Azzano Decimo un gruppo di giovani esperantisti, particolarmente attivo anche nel sociale. Morì nel 1954 a Cimpello. Di lui rimane anche una storia manoscritta di Cimpello.

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Bibliografia

C. SARANDREA, Discernimento dei papi da san Pio X a oggi sul carisma dei Cattolici Esperantisti (Roma, 22 agosto 1996), www.museosanpiox.it; A. SCOTTÀ, Da una guerra all’altra, in Concordia, 655-670: 668; E. ACKERMANN, Mostra e convegno “Don Giacomo Bianchini e l’Esperanto” (Cimpello di Fiume Veneto, 18 giugno 2005), «Nova Sento in rete», 425 (maggio 2005), www.carpani.homelinux.net/pipermail/nsir.

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