Nacque a Chieti il 27 dicembre 1720 da una famiglia nobile di origine napoletana. Studiò a Napoli, ove ottenne la laurea in filosofia e medicina e dove insegnò per quattro anni anche medicina teorica con un certo successo. Nel 1749, all’età di ventinove anni, per esercitare la professione medica si trasferì a Venezia, dove si fece apprezzare per i suoi studi scientifici sull’elettricità e per l’esercizio della condotta medica. Le sue originali ricerche gli consentirono di pubblicare articoli e saggi che ebbero grande risonanza, come lo studio intitolato Osservazione di una combustione spontanea in persona di Cornelia Bandi, contessa Cesena, che nel 1745 venne pubblicato anche sulle Phylosophical Transactions, o la Raccolta di osservazioni fatte in Venezia sopra la medicina elettrica e alcune osservazioni intorno all’uso della elettricità celeste (1754). Proprio sul tema dell’elettricità, il B. aveva tenuto nel 1764 una relazione all’Accademia delle scienze di Parigi e, con un esperimento fatto su di sé, aveva dimostrato che l’elettricità non poteva essere utilizzata per il trasporto di sostanze curative nel corpo umano. Ebbe certamente un approccio aperto agli studi medici, affiancando alle proprie ricerche anche lo studio della tradizione medica europea, testimoniato nella sua traduzione dei frammenti greci e latini delle opere di Asclepiade di Prusa (La medicina d’Asclepiade per ben curare le malattie acute raccolte da varii frammenti greci e latini), ritenuto il fondatore della medicina metodica, e nella traduzione italiana delle Lettres sur le pouvoir de l’imagination des femmes enceintes (Parigi, 1745) di Isaac Bellet, medico di Bordeaux. ... leggi Una certa fama giunse al B. anche dalla polemica, riportata da Girolamo Tiraboschi nella sua Biblioteca modenese […], con il medico modenese Giovanni Battista Moreali. Costui aveva pubblicato un Trattato delle febbri maligne e contagiose (1739) illustrando un proprio metodo per curare le febbri maligne basato sull’uso del mercurio, che gli era valso grande notorietà in Italia e all’estero. Il B. non condivise affatto l’uso medico del mercurio e si segnalò tra i critici più accesi del Moreali, prendendo parte al dibattito scientifico che si svolse sulle Novelle letterarie (1740) e pubblicando anche le Lettere medico-pratiche intorno all’indole delle febbri maligne e de’ loro principali rimedi, colla storia de’ vermi del corpo umano e dell’uso del mercurio (1750), nelle quali contestava l’uso del mercurio a scopo curativo. La polemica durò per un certo periodo, e il Moreali giunse anche a scrivere un’operetta, rimasta manoscritta, nella quale il mercurio compare sul banco degli imputati, difeso dal Moreali stesso e da Giuseppe Maria Saverio Bertini, ma nella quale i veri accusati sono Lorenzo Gaetano Fabbri e il B. stesso. Grazie alla notevole fama raggiunta, fu invitato a Udine per assumere l’incarico di primo medico della città, e quivi rimase quasi fino alla morte. Il legame con la città si strinse presto: a Udine, infatti, il B. ebbe modo sia di continuare a coltivare i propri studi scientifici e il proprio impegno professionale, sia di sperimentare nuove scoperte e ne fu premiato con l’aggregazione al Parlamento friulano nel 1765. Nel periodo udinese si applicò in particolare allo studio del vaccino contro il vaiolo, pubblicando prima, nel 1769, l’Istoria degli innesti del vaiuolo fatti in Udine nell’autunno dell’anno MDCCLXIX, e l’anno successivo la Continuazione degli esperimenti sopra gli innesti del vaiuolo nell’autunno dell’anno 1770. Ebbe forti legami con l’Accademia udinese, presso la quale tenne il Discorso sulla filosofia detto nell’Accademia di Udine […] adì 29 marzo dell’anno 1759 e con Antonio Zanon in particolare, al quale scrisse una Lettera al signor Antonio Zanon cittadino e socio dell’Accademia d’agricoltura pratica di Udine sull’epizoozia bovina in Friuli nel 1759 e dedicò un Elogio della società d’agricoltura pratica di Udine (pubblicato con Della utilità morale, economica e politica […] dello stesso Zanon). Scrisse l’Elogio di Carlo Fabrizi (1709-1773) riportato nell’opera delle Usure del Friuli nel sec. XIV del Fabrizi stesso. Il legame del B. con l’Accademia di Udine e con la Società di agricoltura fu forte, e entrambe le società lo videro come promotore: se ne trova testimonianza tra l’altro nell’Elogio di Giovanni Fortunato Bianchini […] detto nell’Accademia di Udine di Giovanni Brancaleoni (Udine [1779?]). La curiosità intellettuale del B. emerge anche dal suo studio sul fiume Timavo, volto a scoprire perché la portata dell’acqua alle bocche di San Giovanni di Duino fosse di gran lunga superiore a quella del fiume all’entrata nelle grotte di S. Canziano. Questo lavoro sul corso del Timavo (Osservazioni intorno all’uso dell’elettricità celeste e sopra l’origine del fiume Timavo riportate in due letture) si può considerare la prima indagine propriamente scientifica per determinare l’ipotetico corso del fiume ipogeo più noto della storia. Pochi anni prima di morire, su invito del governo veneto, fu chiamato nel 1776 a Padova a occupare la cattedra di Pratica ordinaria di medicina, e in quell’occasione pubblicò l’Introductio ad Praxim medicam habita in Gymnasio Patavino. Tanto l’Accademia di Padova che quella di Udine, quanto altre società scientifiche dell’Italia superiore, ebbero nel B. un socio dotto e attivo, e unitamente a Pompeo Caimo e a Pasino Belgrado è ricordato dai contemporanei negli elogi a stampa. Morì a Padova il 2 settembre 1779.
ChiudiBibliografia
G.F. BIANCHINI, Osservazione di una combustione spontanea in persona di Cornelia Bandi, contessa Cesena, «Philosophical Transactions», 1745; ID., Saggio d’esperienze intorno la medicina elettrica fatte in Venezia da alcuni amatori di fisica, Venezia, Pasquali, 1749; ID., Lettere medico-pratiche intorno all’indole delle febbri maligne e de’ loro principali rimedi, colla storia de’ vermi del corpo umano, e dell’uso del mercurio, Venezia, Pasquali, 1750; ID., Osservazioni intorno all’uso dell’elettricità celeste e sopra l’origine del fiume Timavo riportate in due letture, Venezia, Pasquali, 1754; ID., Discorso sulla filosofia detto nell’Accademia di Udine […] adì 29 marzo dell’anno 1759, Udine, Accademia, 1759; ID., Lettera intorno a un nuovo fenomeno elettrico all’Accademia Regia delle Scienze di Parigi, Parigi, [s.n.], 1764; ID., La Medicina d’Asclepiade per ben curare le malattie acute raccolta da varii frammenti greci, e latini, Venezia, Pasquali, 1769; ID., Istoria degli innesti del vajuolo fatti in Udine nell’autunno dell’anno MCCLXIX, Udine, Antonio del Pedro, [1769]; ID., Continuazione degli esperimenti sopra gli innesti del vajuolo nell’autunno dell’anno 1770, Udine, Gallici, 1770; ID., Lettera al signor Antonio Zanon cittadino e socio dell’Accademia d’agricoltura pratica di Udine sull’epizoozia bovina in Friuli nel 1759, Udine, Gallici, 1770; ID., Prefazione, o sia breve istoria dell’incominciamento delle leggi e dei progressi della Società d’Agricoltura pratica, (Memorie ed osservazioni pubblicate dalla Società d’Agricoltura pratica di Udine e raccolte nell’anno MDCCLXXI), Udine, Gallici, 1772; ID., Elogio di Carlo Fabrizi, in C. FABRIZI, Usure del Friuli nel sec. ... leggi XIV, Udine, Gallici, 1774; ID., Introductio ad Praxim medicam habita in Gymnasio Patavino, s.l., s.n., [1776].
E. DE TIPALDO, Biografia degli italiani illustri, II, Venezia, Alvisopoli, 1835, 235-237; G.B. CORNIANI, I secoli della letteratura italiana dopo il suo Risorgimento, VII, Torino, Utet, 1855, 58-59; SOMEDA DE MARCO P., Medici, 151; L. PREMUDA, La medicina, in EMFVG, 3/IV, 2298-2299; M. TAVAGNUTTI, Giovanni Fortunato Bianchini, in M. TAVAGNUTTI, Storia della speleologia a Gorizia, Gorizia, Centro ricerche carsiche “C. Seppenhofer”, 1999 (Sopra e sotto il carso, 5), 27-30; L. PREMUDA, Giovanni Fortunato Bianchini, in Professori e scienziati a Padova nel Settecento, a cura di S. CASELLATO - L. SITRAN REA, Treviso, Antilia, 2002 (Centro per la storia dell’Università di Padova. Profili biografici, 3), 487-489.
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