Nacque a Codroipo (Udine) il 26 marzo 1840 dal medico chirurgo Daniele, fratello del deputato Paolo, e da Francesca Baldissera, sorella del generale Antonio. Rimasto orfano di padre, si distinse «per la prontezza dell’ingegno e la facilità di apprendere», che gli permisero di affrontare regolarmente gli studi prima nel Seminario di Udine e poi all’Università di Padova, dove conseguì la laurea in giurisprudenza, riuscendo nel contempo a frequentare lo studio dello zio, avvocato Paolo Billia. Dopo una breve esperienza come applicato nel tribunale di Udine, nel 1866 intraprese la professione forense dove, tanto nei dibattimenti penali quanto nei civili, seppe ben presto guadagnarsi la pubblica stima, emergendo «fra i primi» e più «ricercati» avvocati della provincia. Seppur impreparato alla vita politica, egli decise di prendere parte attiva al cambiamento segnato dall’avvento della Sinistra storica al potere. Forte della buona reputazione conquistatasi, dell’eredità del fratello Antonio (deputato nella X e XI legislatura, prematuramente scomparso nel 1873) e appoggiato dall’autorità dello zio, fu eletto deputato di Udine nel 1876, rappresentando la città per tre legislature (XIII, XIV e XV) fino al 1886, durante le quali si fece notare quale membro di diverse commissioni. Fermo difensore del principio secondo cui «lo Stato non può essere costretto a sostenere i comuni, che per mala amministrazione rovinano le proprie finanze», fu relatore della minoranza, «parl[ando] per due giorni», nella commissione che doveva esaminare il sussidio a favore del comune di Firenze (1878), e relatore della commissione, presieduta da Quintino Sella, sul progetto di legge dei provvedimenti per Napoli: in entrambi i casi riuscì a far ridurre lo stanziamento governativo. ... leggi Ritiratosi dalla vita politica a livello nazionale, riprese a pieno titolo l’esercizio dell’avvocatura e fu chiamato a ricoprire diversi incarichi pubblici in Udine, dove fu consigliere comunale (per circa vent’anni), consigliere (1902-1904) e poi vicepresidente (1905-1910) della Cassa di risparmio, vicepresidente dell’ospedale civile, sindaco della Banca di Udine e della Tessitura Barbieri, nonché presidente del consiglio di amministrazione dei Bagni di Lignano e del consiglio di disciplina dei procuratori. Morì a Udine il 5 gennaio 1910.
ChiudiBibliografia
La morte di Giovanni Battista Billia, «Giornale di Udine», 6 gennaio 1910; Giovanni Battista Billia, «La Patria del Friuli», 6 gennaio 1910; Gio. Batta Billia. Commemorazione letta dal socio ord. on. avv. Giuseppe Girardini, «AAU», s. III, 16 (1909-1910), 3-12; RINALDI, Deputati, 93-98.
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