Sacerdote originario di Mantova, era figlio di messer Bartolomeo e nipote del canonico concordiese Paolo Vandino nonché fratello di Laura e Paolina. Divenuto sacerdote, l’11 dicembre 1603 era a Venezia, nella casa del vescovo concordiese Matteo Sanudo il Vecchio, in San Marziale, quale teste all’atto con cui il presule smembrava in due porzioni il beneficio del locale scolastico canonicale. Fu organista della parrocchiale di Tolmezzo dal 16 agosto 1604 al 6 luglio 1609 e dal 1609 al 1623, almeno, della chiesa di S. Andrea in Portogruaro. Il 5 giugno 1609, in previsione del probabile trasferimento nella città del Lemene, dal capoluogo carnico cercava inutilmente di farsi nominare mansionario capitolare dal capitolo di Concordia. Nel 1616 risultava destinatario della Cantilena di Paolo Cima messa in partitura a 4 voci da cantarsi in dui canoni da parte di pre Romano Micheli romano, mansionario nella Metropoli d’Aquileia (Venezia, 16 novembre 1619). Dal 1628 al 1631, periodo caratterizzato da malattie concluse infine dalla peste, ebbe molto probabilmente anche l’incarico di maestro di cappella della cattedrale. Verosimilmente morì, in seguito al contagio, nei primissimi giorni del luglio 1631.
Bibliografia
La riedizione di una sua opera a stampa reca l’intitolazione: Admodum R. D. presbiteri Ioannis Bisegini organistae Portus Gruarii missarum quaternis vocibus liber primus cum basso ad organum, cum privilegio nunc denuo in lucem aeditus, Venezia, Giacomo Vincenti, 1612 (nella stampa, dopo le Missae, figurano anche le Litaniae ad honorem Beatae V. Mariae Condubati a 4 voci).
PRESSACCO, Musica, 2005; METZ, Concordia, 249, 264; METZ, Portogruaro, 84.
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