C., figlio di Paolo di Corrado detto Boiano da Cividale e di Avenent di Francesco detto Cussolino da Cividale, nacque probabilmente tra il 1297, anno del matrimonio dei genitori, e il 1300. Nel 1314, infatti, deve aver avuto almeno 14 anni (l’età minima per prestare giuramento) giacché contrasse matrimonio con Flordelcamp de’ Portis. Il matrimonio, a cui assistette anche Enrico II conte di Gorizia e del Tirolo, all’epoca capitano generale del patriarcato, dovette rappresentare il suggello della pacificazione avvenuta a Cividale tra l’aristocrazia cittadina, capitanata dalla famiglia de’ Portis, e la fronda castellana, legata al conte di Gorizia, che nel 1308 aveva cercato di prendere la città. Tra i fideiussori del contratto dotale compaiono infatti per i de’ Portis illustri membri dell’aristocrazia cividalese (Fulcherio Savorgnan, Ulvino da Canussio, Filippo del fu Quoncio, consanguineo dei de’ Portis) mentre a garantire per Paolo Boiani, agente ‘nomine ac vice’ del figlio, intervennero esponenti della fazione ribelle (Bernardo di Zuccola, Artuico di Pramperch) e uno dei castellani rimasti fedeli al patriarca (Bernardo di Strassoldo). A reggere le fila della politica familiare a Cividale e in Parlamento era ancora il padre Paolo che tenne la carica di consigliere della città sul Natisone fino alla morte (1335), venendo sostituito nel suo ruolo di riferimento della casata tra le mura cittadine da Francesco, fratello di C. I piani per C. sembrano essere stati più ambiziosi e legati all’entrata tra i fedelissimi del patriarca. Figura con una certa frequenza nelle sedute del Parlamento friulano dal 1331, ricomprendo anche la carica di consigliere (1331). Nel 1333, durante la vacanza della sede patriarcale, fu C. uno dei rappresentati di Cividale nella seduta che conferì il capitanato generale del Friuli alla contessa di Gorizia. ... leggi I Boiani vennero poi incaricati della delicata difesa dei confini occidentali del patriarcato su cui si esercitava la pressione dei caminesi. Si trova infatti C. capitano di Sacile (1333-34) e il fratello Francesco impegnato a difendere il castello di Aviano. Fu con Bertando di Saint-Geniès tuttavia che si concretizzarono i piani della famiglia per entrare nella cerchia ristretta del patriarca. C. venne nominato podestà di Muggia per il primo semestre del 1336 (incarico che ricoprì nuovamente nel 1341 e tra 1342 e 1343) e a novembre Bertrando lo prese per un anno al proprio servizio, ricompensandolo con i redditi della ‘muda’ e l’avvocazia di Cividale. L’avvocazia, legata all’amministrazione del mercato cittadino, ricoperta nuovamente da C. nel 1339 fu l’occasione per il Boiani di formare clientele nell’ambiente artigianale e mercantile. L’operazione era finalizzata a creare in Cividale una fazione popolare da contrappore a quella aristocratica dei de’ Portis, scontenti della politica del patriarca caorsino e sempre più gravitanti verso il conte di Gorizia. In effetti nel 1346 il patriarca riuscì a imporre C. come gastaldo a Cividale. Poco dopo la morte di Flordelcamp (8 maggio 1347) C. sposò Mabilia dei conti di Prata, famiglia vicina al patriarca e da questi utilizzata in chiave anti-spilimberghese nella destra Tagliamento. I rapporti con la parte aristocratica a Cividale erano ormai deteriorati e attorno al tentativo di colpo di mano popolare pianificato da C. a Cividale si svolse nel 1348 un’‘inquisitio’ di cui resta uno stralcio. La situazione, precipitata con l’uccisione di Betrando nel 1350, ritornò alla normalità nel 1351 con la tregua stipulata tra Savorgnan udinesi e de’ Portis e tra questi ultimi e Boiani. L’affermazione a Cividale della fazione popolare guidata dai Boiani giunse nel 1360, troppo tardi per C., morto il 31 maggio 1354. Ebbe sette figli. Di questi si distinse particolarmente Federico, vicedomino del patriarcato dopo la morte di Nicolò di Lussemburgo, e continuatore del ramo principale della famiglia.
ChiudiBibliografia
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