Nato da Guglielmo Boiani, ‘miles’ e marchese d’Istria dietro investitura di Ludovico della Torre, e da Alice di Castel Porpetto fu uno degli uomini chiave della diplomazia patriarcale nei convulsi anni prima della conquista veneziana. Dotato di un certo pragmatismo, incarnò alla perfezione la linea politica moderata che la famiglia aveva adottato dal ritorno di Paolo alla fedeltà patriarcale all’inizio del XIV secolo. Nacque probabilmente entro il 1360, dal momento che nel 1385 doveva essere almeno venticinquenne per ricoprire il ruolo di provveditore del comune di Cividale. Le sue indubbie doti di diplomatico, così come la rete di parentele che la famiglia aveva costruito un matrimonio dopo l’altro, lo resero un fattore di equilibrio molto gradito sia dentro che fuori lo stato patriarcale. Il suo cursus honorum fu rapidissimo. Già il semestre successivo al suo mandato da provveditore venne eletto tra gli ufficiali “ad faciendum chavalcatas” del comune di Cividale (1385-86), venendo inoltre nominato tra gli elettori del futuro consiglio e risultando infine consigliere l’anno successivo. Il suo ruolo pare sia stato quello di tenere Cividale ben ancorata agli indirizzi politici di Filippo d’Alençon e di Giovanni di Moravia, schiettamente anti-udinesi e gravitanti verso la signoria carrarese. Sotto il patriarcato di quest’ultimo in particolare si profila il ruolo di pedina internazionale di C. La sua vicinanza a Francesco Novello da Carrara e la parentela con i Prata (Corrado II Boiani aveva sposato in seconde nozze Mabilia da Prata e lo stesso C. sposò una da Prata) lo misero nel 1391 nella difficile situazione di intermediario tra Cividale e il patriarca da un lato e il gruppo d’interessi fiorentino-carrarese dall’altro per la concessione della commenda di Rosazzo al cardinale Pileo Prata. Sempre all’interno della ben più ampia politica internazionale va letta la richiesta da parte del comune di Firenze di avere C. come capitano, giunta a Cividale nell’estate del 1392, allorché si era andato concretizzando l’inedito allineamento tra Firenze, Venezia, Carraresi e Giovanni di Moravia in chiave anti-viscontea. ... leggi Il consiglio di Cividale, per cause ancora poco chiare, impedì a C. di assumere il prestigioso incarico e questi seguì quindi quella che era ormai una tradizione familiare venendo nominato podestà di Muggia in quello stesso 1392 e nuovamente nel 1401 e nel 1406. La nomina di Antonio Caetani a patriarca nel 1396, voluta per calmare le acque in Friuli dopo le tensioni culminate con l’assassinio di Giovanni di Moravia, vide C. nuovamente protagonista. La parentela sia con i Prata, attratti nell’orbita carrarese-cividalese, sia con i da Porpetto, vicini, questi, al fronte udinese-savorgnano, lo resero il candidato più appetibile per il ruolo di maresciallo patriarcale che svolse per il Caetani a partire dal 10 marzo 1396, accompagnandolo peraltro nel viaggio napoletano del 1401-02. Più complicati furono i rapporti con il successore Antonio Pancera, troppo vicino agli udinesi per risultare gradito a Cividale. Cionondimeno C. svolse anche per questi il ruolo di maresciallo patriarcale tra il 1402 e il 1403 quando venne sostituito da Federico Toplacher. Nel 1408 tuttavia C. fu tra coloro che rifiutarono l’opposizione del Parlamento friulano alla citazione del Pancera davanti alla Curia. Durante l’ultimo decennio del patriarcato C. svolse nuovamente un ruolo di mediatore, venendo nominato da Cividale nella commissione incaricata di trattare una pace decorosa con Venezia nel 1419. Adempì all’incarico con ambasciate tra Udine e Ariis (dove si era stabilito Tristano Savorgnan) fino alla morte giunta il 13 settembre 1419. Dalla moglie Margherita di Prata ebbe tre maschi, Venceslao, Guglielmo e Odorico, e una figlia, Alice. L’attività diplomatica di C. è ben testimoniata dal nutrito epistolario riunito in codice diplomatico (oltre 400 lettere quasi tutte da e per C.).
ChiudiBibliografia
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