L’attività di questo tecnico udinese, definito nei documenti d’inizi Seicento col titolo di «Pertegador Pubblico delli Borghi di Udine», appare concentrata, per quanto le poche carte rimasteci ci permettono di ipotizzare, nei decenni iniziali del secolo XVII e nelle zone immediatamente circonvicine alla capitale della Patria. Per incarico «delli ill.mi signori Marc’Antonio Marcello et Bernardin Bellegno […] proveditori sopra li beni comunali in Terra Ferma», il B. si trovò a redigere numerose mappe e relazioni sullo stato dei beni comuni detenuti dalle comunità facenti capo ai vari borghi della città. Tra l’agosto e il novembre del 1606, il B. stese un’accurata descrizione dei beni comunali del borgo di Gemona, di quello di Aquileia, di Paderno e di Feletto (Tavagnacco). Mentre di alcuni anni posteriore appare la stima dei beni delle ville di Pavia, Percoto e Lauzacco. La sua attività, come i documenti d’archivio testimoniano, s’intrecciò molte volte con quella dei pubblici periti Giacomo Braciero (o Bracier), Ercole Peretti e Alessandro Bonrizzo. Quest’ultimo, attivo grossomodo negli stessi anni e nei medesimi territori, data la scarsa attestazione del cognome, va sicuramente annoverato fra i suoi parenti e con ogni probabilità fra i suoi fratelli o cugini.
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