Nacque a Pordenone nel 1928. Conseguì la licenza liceale mentre lavorava come operaio in una fonderia. L’impegno artistico lo appassionò e seguì corsi di incisione e pittura presso l’Accademia di Venezia. Visse anche a Zurigo e a Parigi. In Svizzera si accostò ai grandi maestri dell’incisione, a Parigi studiò soprattutto il “pointillisme” di Seurat. Abbandonate le prime prove figurative, influenzate specialmente da Cézanne, l’artista si accostò, all’inizio degli anni Sessanta, ad un astrattismo geometrico-percettivo che analizza a fondo sia le possibilità del bianco-nero, sia quelle delle variazioni e intersecazioni cromatiche, lavorando con precisissima tensione, soprattutto sulle forme del quadrato e del cerchio. Nel 1971-1972 era a Roma per realizzare alcune litografie, alla fine del 1972 a Milano per una serie di acqueforti. A Milano si sarebbe trasferito definitivamente nei secondi anni Settanta. Impegnato, oltre che nella pratica artistica, in studi di filosofia, matematica e letteratura, pubblicò, per la cura di Vanni Scheiwiller, l’importante volume Vita. Acqueforti e poesie, con presentazione di Giansiro Ferrata (1979). B. allestì, tra l’altro, mostre a Venezia, Pordenone, Portogruaro, Udine, Zagabria, Trieste, Milano, Roma, Basilea. Nel 1970 fu presente alla XXXV Biennale di Venezia, esponendo suoi lavori nel padiglione americano. Morì a Milano nel 1980. Nel 1989 è stata organizzata una fondamentale mostra a Pordenone, presso l’ex Convento di S. Francesco, che ne ripercorreva l’opera, curata da V. Perna.
Bibliografia
M. BOTTECCHIA, Vita. Acqueforti e poesie, Presentazione di G. Ferrata, Milano, All’insegna del Pesce d’Oro, 1979; Massimo Bottecchia. I ritmi della pittura. Catalogo della mostra, a cura di V. PERNA, Milano, Mazzotta, 1989; G. PAULETTO, Bottecchia. Una matematica tragica e luminosa, Pordenone, Biblioteca civica, 2003.
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