Nato a Gemona nel 1648 da una famiglia della piccola nobiltà locale, originaria di Godo e stabilitasi in borgo Portuzza, fu battezzato con il nome di Mattia Andrea. Entrato nel 1666 nel convento di S. Bonaventura di Bassano, prese il nome di Basilio da Gemona. Ottenuti gli ordini nel 1674 a Venezia, dopo aver insegnato filosofia a Treviso, Asolo e Venezia e teologia a Padova, il B., che conosceva lo spagnolo e il portoghese, nel 1680 chiese di unirsi a un gruppo di cinque missionari francescani destinati all’Estremo Oriente. Il 25 ottobre essi partirono da Venezia e viaggiarono per mare fino al 27 giugno 1681 quando giunsero a Tripoli di Siria, dopo lunghe soste e continue deviazioni dovute agli scopi commerciali delle imbarcazioni che li avevano caricati. Impossibilitati a scendere a terra per la peste, si diressero ad Alessandretta (attuale Iskan derun) e di qui proseguirono per via di terra verso Baghdad per discendere il Golfo Persico, toccare l’India, Giava e la Thailandia, dove sbarcarono nell’ottobre 1682. Per due anni il B. si fermò a Siam (Ayutthaya) e a Lovò (Lop Buri) iniziò la pratica della lingua cinese. ... leggi Nel luglio 1684 raggiunse Canton dove avviò l’opera di evangelizzazione con Bernardino della Chiesa, amministratore generale di tutte le province della Cina e vicario apostolico del Fukien, visitando varie province. Dopo essersi fermato a Nanchino, Shangai e di nuovo a Canton, nel 1692 si trasferì per otto anni a Nanchino, nominato nel 1696 da Innocenzo XII (ma il breve pervenne soltanto nel 1698) vicario della provincia dello Shensi (Shaanxi) nella Cina settentrionale. Nel 1700 con Bernardino della Chiesa visitò Pechino. Gli ultimi anni furono dedicati a viaggi pastorali nella provincia dello Shaanxi – già cristianizzata dai gesuiti, ma rimasta senza missionari per una ventina d’anni – tra notevoli difficoltà per la tormentata morfologia della regione. Morì nel 1704 a Sanyüan, mentre, dopo le aperture da parte dell’imperatore ai missionari cristiani, iniziava una fase di repressione nei loro confronti. Il viaggio da Venezia alla Cina e la descrizione delle province cinesi da lui visitate sono ampiamente documentate nel volume sesto di Sinica Francescana, in cui sono raccolte le sue lettere e relazioni sia ai superiori sia ai familiari, in particolare al padre Valerio, allo zio sacerdote Andrea, al fratello Ludovico pure lui sacerdote, al fratello Andrea padre di una numerosa prole. Le lettere sono ricche di note su usi e costumi religiosi, matrimoniali, alimentari, economici delle regioni attraversate, con riflessioni sulla condizione femminile, giudicata molto più infelice di quella europea per la totale subordinazione all’uomo. L’opera principale del B. è costituita dalle due stesure del dizionario cinese-latino, composto il primo a Nanchino nel 1694 e il secondo nel 1699, nei quali tradusse dapprima 7.000 poi 9.000 ideogrammi. Le copie autografe si conservano alla Biblioteca Laurenziana di Firenze e alla Biblioteca Apostolica Vaticana, ma trascrizioni manoscritte circolarono in tutta Europa. Dopo infruttuosi tentativi di stampa, nel 1808 il governo francese incaricò dell’operazione Chrétien Louis Joseph de Guignes, già console francese a Canton, che nel 1813 pubblicò il dizionario, ampliandolo con traduzioni in francese, ma omettendo il nome del missionario gemonese. Fu Jules Klaproth, membro della Societè asiatique di Parigi, ad accusare il de Guignes di plagio e a ristabilire i meriti del vero autore. Nella storiografia locale, dopo un lavoro del 1775 di G.P. Della Stua, il primo a occuparsi del B. è V. Joppi; seguirono Fabris, di Manzano, Baldissera, Battistella, Marchetti, mentre la storiografia francescana sempre più è venuta valorizzando l’opera del missionario gemonese. La celebrazione del terzo centenario dalla morte nel 2004 ha offerto una nuova occasione per la conoscenza sia delle sue radici culturali sia della sua opera. La figura del B., nel quadro della storia delle esplorazioni, è stata segnalata da Giovanni Marinelli e ripresa da Pietro Donazzolo per la Società geografica italiana.
ChiudiBibliografia
G.P. DELLA STUA, Memorie del rev.mo p.fr. Basilio da Gemona M.O.R. di San Francesco, missoonario e vicario apostolico della provincia di Xensì nell’impero della Cina, Udine, Murero, 1775; [V. JOPPI], Notizie sulla vita ed opere di fra’ Basilio Brollo da Gemona, «L’Annotatore friulano», 2/75 (20 settembre 1854), 1-2; 2/76 (23 settembre 1854), 1-2; 2/79 (4 ottobre 1854), 1-2; L. FABRIS, Vita breve del p. Basilio Brollo da Gemona, francescano riformato, missionario e vicario apostolico del Xensì in Cina, Udine, Jacob e Colmegna, 1871; V. BALDISSERA, Del p. Basilio Brollo, «Pagine friulane», 4/9 (1891), 145-147; A. BATTISTELLA, Nel 2. Centenario della morte di fra Basilio Brollo da Gemona (Comme mo - razione letta il 6 agosto 1904 nella sala del Municipio gemonese), Udine, Del Bianco, 1904; L. TINTI, Vita e missioni nell’Indo-Cina del padre Basilio Brollo da Gemona dei frati minori, vicario apostolico del Xensì, 1648-1704, Udine, Tip. del Crociato, 1904; G. MARINELLI, Venezia nella storia della geografia cartografica ed esploratrice, Firenze, Ricci, 1907, 52-53; P. DONAZZOLO, I viaggiatori veneti minori. Studio bio-bibliografico, Roma, Società geografica italiana, [1927], 255-256; MARCHETTI, Friuli, 419-426; F. MARGIOTTI, Il cristianesimo nello Shansi (Cina) dalle origini al passaggio definitivo ai Francescani, Roma, Pontificium Institutum missionale scientificum, 1952, G. BERTUCCIOLI, Brollo, Basilio, in DBI, 14 (1961), 454-456; P. Fr. Basilius Brollo, in Relationes et epistolae primorum Fratrum minorum Italorum in Sinis, saeculis 17. et 18., pars prior, a cura di G. MENSAERT - F. MARGIOTTI - A.S. ROSSO, Roma, s.n., 1961, 789-1240 (Sinica francescana, 6); G. BERTUCCIOLI - F. MASINI, Italia e Cina, Roma, Laterza, 1996; M. PATAT, “Genti senza fine, terre senza termine”. Con padre Basilio Brollo da Gemona alla lontana Cina, Gemona del Friuli, Comune di Gemona del Friuli, 2004; S. CECCON, Basilio Brollo, in Frati minori in Friuli. Otto secoli di presenze, rilevazioni, proposte, a cura di A. TILATTI, Vicenza, Edizioni LIEF, 2008, 305-311.
Un commento
alfonso abel brollo 4 Aprile 2017
Sono Alfonso Brollo, da colonia caroya, cordoba. argentina. congratulazione per questo sitio web. mi ha piasciutto tanttissimo questo raconto, ricordo quando ho visitato il duomo di gemona la targa commemorativa a quest braf frate brollo.