Nacque a Gemona del Friuli nel 1834, figlio di Antonio, capomastro muratore in Carinzia per cinquantuno stagioni. Dopo aver frequentato le scuole elementari, fu apprendista dal 1847 al 1852 nella bottega del gemonese Giuseppe Bonitti e, appena diciottenne, si iscrisse all’Accademia di Venezia, polo di attrazione per gli artisti friulani, che frequentò con ottimi risultati per due anni. Dopo aver prestato nel 1854 servizio militare nell’esercito austriaco a Leoben, iniziò nel 1858 la sua carriera di pittore decoratore, di cui annotò dal 1858 al 1901 le tappe più significative in un diario di lavoro intitolato Mie memorie. Nel 1860 emigrò stagionalmente, come era consuetudine dei pittori gemonesi, in Carinzia dove lavorò vicino a Villaco con Mattia Wieser, prima di entrare, nel 1861, nella bottega del compaesano Tomaso Fantoni. Licenziatosi nel 1868, B. iniziò ad assumere lavori con una propria bottega, dove ebbe, come segnala Franca Merluzzi, apprendisti Francesco Baldissera, Francesco Barazzutti e Antonio Pischiutti. Fu attivo, oltre che in Carinzia, in Slovenia, Croazia e in Stiria (tutti territori dell’Impero asburgico) dove affrescò una cinquantina di chiese, riportando ottimi risultati, tanto da sentirsi in dovere di ringraziare nel suo diario sia il clero che la popolazione della Stiria per le numerose commissioni e la generosa accoglienza. Decorò cappelle campestri, presbiteri e intere chiese con ben trentadue cicli interi di affreschi, restaurò molti altari, eseguì una serie di quindici Via Crucis e un centinaio di pale d’altare ispirandosi alla tradizione veneziana e agli accademici viennesi. ... leggi Nei territori dell’Impero asburgico fu molto attivo a Marburg (l’odierna Maribor) dove affrescò in S. Aloisio, nella chiesa del Seminario (1894), nel calvario di S. Pietro (1871), nel convento dei francescani (1877). Operò nei territori a sud di Graz, attualmente tra Austria e Slovenia, dove lavorarono, con intenti pratici più che artistici, numerosi pittori gemonesi: a Konjice, a Celije vicino a Lubiana, Nova Stifta in Slovenia, Ponigl (1890) e Lankowitz dove affrescò il santuario mariano, Huttenberg, Gross Bukovec (Vesna Bukovec) Vitanjie (1893) vicino a Maribor. Operò anche in Italia, anche se molti suoi affreschi andarono perduti con il terremoto del 1976, come quelli della chiesa di S. Valentino in Godo, di Artegna, della chiesa di Madonna di Buia, di Avasinis; carattere profano avevano le decorazioni per il sipario del Teatro Sociale di Gemona, distrutto nel 1917. Si possono ancora osservare gli affreschi eseguiti per la parrocchiale di Biauzzo e quelli per la parrocchiale di S. Lorenzo a Villa Santina (1898), il ciclo più esteso e importante recentemente restaurato. Tra le ancone devozionali si possono ricordare quelle di borgo Mulino ad Ospedaletto di Gemona, di Parùt in località Moseanda e lacerti di affreschi devozionali a Gemona; alcuni ritratti di famiglia sono conservati in collezioni private. Nel 1899 rientrò definitivamente a Gemona affidando la bottega ai figli Antonio, con lui dal 1890, e Ugo. Ebbe rapporti di amicizia con il pittore maniaghese Antonio Rosa, che nel 1857 ne fece un ritratto in miniatura, con il pittore carnico Giuseppe Da Pozzo, con il quale è ritratto in un dipinto del 1881, con Giuseppe Ghedina e il gemonese Valentino Baldissera. Oltre agli affreschi e alle tele di collezioni private, una sua opera è conservata nel Museo di Gemona e nel Museo del santuario di S. Antonio. B. morì a Gemona del Friuli nel 1918.
ChiudiBibliografia
Ms Gemona del Friuli, Biblioteca civica don Valentino Baldissera, Giacomo Brollo, Mie memorie.
G. MARCHETTI, Gemonesi nell’arte, «Voce amica», 10 (1938), 11-13; L. ZANINI, Friuli emigrante, Udine, Ente Friuli nel mondo (1992) (ristampa della prima edizione del 1937), 168-174; Dehio Handbuch die Kunstdenkmäler Österreichs Kärnten, a cura di G. RUSSWURM BIRÓ, Wien, Schroll, 20013, 148-149, 758, 882; Pitôrs a Glemone, scheda su Giacomo Brollo, a cura di F. Merluzzi, in Glemone, 247; PATAT, Oms, 39-41; Il museo Civico di Gemona. Catalogo delle opere, a cura di F. MERLUZZI, Gemona del Friuli, Comune di Gemona del Friuli, 2007, 146; M. LUNAZZI MANSI, Monumentalità e plasticità nelle opere di Giacomo Brollo, «Bollettino degli Amici dei musei», 30/3 (2009), 8.
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