Giacomo nacque a Cividale del Friuli nel 1885. Si formò da autodidatta, nel ristretto ambito locale, per proseguire poi il suo percorso di studi a Venezia. Qui ebbe modo di frequentare le lezioni di Luigi Nono presso l’Accademia di belle arti. Nel 1920 intraprese un viaggio a Roma per perfezionare la sua conoscenza della tradizione artistica italiana. Iniziò la sua attività espositiva nel corso degli anni Venti partecipando, insieme al fratello Luigi, alla I e alla II Biennale d’arte, tenutesi nel capoluogo friulano rispettivamente nel 1926 e nel 1928, dove presentò al pubblico una serie di ritratti e di paesaggi di chiara impostazione realistica. Nel 1934 decise di tornare nell’Urbe dove si trattenne per frequentare il corso serale di nudo alla British Academy of Arts. Successivamente fu a Venezia, e di nuovo a Roma nel 1937-1938 e poi nel secondo dopoguerra. Negli anni compresi tra i due conflitti mondiali partecipò attivamente alle esposizioni sindacali organizzate a livello provinciale e interprovinciale in regione. I suoi riferimenti figurativi rimasero sempre quelli costituiti dalla pittura veneta di tardo Ottocento, da cui mutuò una tavolozza dai toni generalmente soffusi e delicati e solo a tratti accesi di improvvisi bagliori luminosi. Dopo la fine della seconda guerra mondiale, il pittore continuò ad allestire numerose mostre personali; a Udine, ad esempio, il Circolo artistico friulano ospitò alcune sue importanti rassegne antologiche (1946, 1949, 1952, 1955) che ne decretarono il successo anche negli ultimi anni della sua attività, periodo a cui risale anche l’esecuzione del dipinto raffigurante una Donna di Sardegna (1950-1957; Udine, collezione della Provincia) che ben testimonia lo stile tardo della sua pittura. ... leggi Giacomo B. morì nella cittadina natale nel 1972.
Luigi nacque a Cividale del Friuli nel 1891. Apprese da autodidatta i primi rudimenti della pittura frequentando gli artisti locali. Nel 1923 ottenne una delle borse di studio messe a concorso dalla Fondazione Marangoni, allora ancora operante a Udine, che gli consentì di recarsi a Roma e di frequentare la Scuola libera dell’Accademia di San Luca. Al suo rientro in Friuli cominciò a lavorare su commissione, dedicandosi soprattutto al ritratto e al quadro a soggetto religioso. Nel 1926 partecipò alla Biennale di Venezia, esponendo il dipinto Mia madre (Udine, Galleria d’arte moderna), assai apprezzato da pubblico e critica, che lo qualificò come un pittore affezionato al vero e legato a moduli espressivi di tarda ascendenza ottocentesca. Al solido impianto realistico delle sue composizioni egli associò sempre l’ammirazione per la pittura del Seicento olandese e di Rembrandt in particolare, riconoscibile nella cura del dettaglio rivelato dall’improvviso colpo di luce e nell’attenzione riservata al valore chiaroscurale dell’immagine. Pur rimanendo piuttosto isolato nel panorama figurativo regionale, a causa della sua naturale ritrosia di carattere, partecipò assiduamente alle esposizioni collettive che si svolsero a Udine nel corso degli anni Venti e Trenta (Biennali friulane d’arte del 1926 e 1928, mostre sindacali del 1931 e del 1937), allestendo anche alcune importanti personali presso la galleria Micheli a Milano (1930) e più tardi alla galleria Josè di Cividale (1977). Tra il 1934 e il 1947 l’artista si dedicò anche all’illustrazione di riviste quali «La Panarie» e «Avanti cul brun!». Accanto ai ritratti e ai dipinti a soggetto religioso per numerosi edifici sacri della provincia (pala di S. Donato nel duomo di Cividale; alcune lunette per la chiesa dei Caduti a Ziracco, ecc.), Luigi si dedicò anche alla pittura di paesaggio in cui raffigurò i luoghi più poetici di Cividale, dove morì nel 1978.
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