Nacque a Pallanza (No) il 18 aprile 1872 da Antonio e Maria Racchelli. Frequentò le scuole elementari nella città natale. Già attivista del PSI, emigrò nel 1890 in Svizzera. Alternò la sua attività di organizzatore sindacale tra Berna, dove lavorava come cementista, e la città natale, dirigendo scioperi della categoria, finché venne arrestato ed espulso dalla Svizzera alla fine del 1912, per aver organizzato nella capitale elvetica una manifestazione di solidarietà con Ettor e Giovannitti, organizzatori italoamericani del grande sciopero tessile di Lawrence, nel Massachusetts. Rientrato in Italia, si impegnò nella campagna contro la conquista italiana della Libia e le contemporanee guerre balcaniche. Nel 1913 si trasferì in provincia di Como, come propagandista stipendiato e direttore della stampa socialista. Nel 1914 fu eletto consigliere provinciale per il mandamento di Gavirate e consigliere comunale a Laveno (località più tardi passate alla neoprovincia di Varese). Orientato su posizioni rivoluzionarie, durante la prima guerra mondiale svolse attività antimilitarista, divenendo anche responsabile del partito per la provincia di Como. Il 3 luglio 1917 B. e la famiglia (la moglie Petronilla Gramola ed una figlia) si trasferirono da Laveno a Pallanza, dove assunse l’incarico di segretario della Confederazione delle Cooperative Sociali. Il 17 gennaio 1920 si trasferì nuovamente con la famiglia ad Udine, per assumere il ruolo di segretario della Camera Confederale del Lavoro della provincia. Assunse in più occasioni – in polemica con i dirigenti e gli amministratori locali anche socialisti – posizioni favorevoli ad un’accentuazione della lotta per ottenere lavori pubblici e provvedimenti per la ricostruzione del Friuli, al fine di permettere di dare risposta alla disoccupazione di massa. ... leggi Nel gennaio 1921 optò per il Psi, venendo temporaneamente licenziato da segretario camerale, per la momentanea prevalenza comunista nella Camera del Lavoro di Udine. Fu pure impegnato nella ricostruzione della sezione friulana della Società Umanitaria, e nella costituzione della Casa del Popolo cittadina. Rimase ad Udine anche dopo l’avvento del fascismo: all’inizio del 1924 ritornò al suo lavoro nel settore dell’edilizia, abbandonato da dodici anni per dedicarsi al lavoro politico a tempo pieno. Non si trattò di una scelta facile: nel 1928 la Prefettura di Udine comunicava che «è affetto da grave esaurimento nervoso». Apparentemente ritiratosi dalla politica, B. lavorò dapprima come disegnatore presso l’impresa Rizzani e poi, dal 1930, presso il Consorzio di Bonifica della Bassa Friulana. Morì ad Udine il 6 agosto 1940.
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