Nella vicenda degli usi scritti del friulano B. ritaglia un proprio spazio con il Compendi di dug i contegnos pa’l soldat comun tant in guarnigion come in chiamp devant il nemì, cul zurament e i articui-di-uera [Compendio di tutti i comportamenti per il soldato comune tanto in caserma come sul campo di fronte al nemico, con il giuramento e gli articoli di guerra], da lui tradotto dal tedesco e stampato a Vienna nel 1843. A B. (cognome che rinvia al perimetro di Gorizia, ma si completi: de Jacomini & Sigisberg) si deve anche il testo italiano: Il soldato pratico, in una prima edizione nel 1847 (Vienna), in una seconda nel 1858 (Como). Da «prin tenente» nel 1843 B., nel 1858, salì al grado di «I. R. Maggiore di Piazza. Possessore della medaglia d’oro Recta Tueri di S. M. l’Imperatore Ferdinando I»: della biografia non si conosce altro. La devozione all’esercito è decisiva e il Compendi si giustifica nel quadro (nel quadro plurilinguistico, con il rango che può riconoscere al friulano) e nella storia della contea di Gorizia e dell’Impero, in grado di incidere ancora nelle rinnovate e più ampie maglie del Lombardo-Veneto. L’indirizzo preliminare Ai Furlans, che costituisce un saggio del friulano impiegato, dove è agevole osservare la scarsa fluidità dell’impasto, è di rilievo: «Avind tradot chist Compendi dal todesc in furlan, jò no hai vud nissun altri scopo, che solamentri chel: di facilitaj ai miei Patrioz, i quai i tochia a servì nell’imp. reg. armada, l’imparà cun facilitad ta so marilenga, ogni contegno e servizi necessari…» [Avendo tradotto questo Compendio dal tedesco in friulano, non ho avuto altro scopo che quello di agevolare ai miei compatrioti, ai quali tocca servire nell’I. R. esercito, l’apprendere con facilità nella loro madrelingua ogni comportamento e servizio necessario…]. L’obiettivo è però più ambizioso: il Compendi non è indirizzato ai soli friulani, ma anche a tedeschi e italiani che con i friulani debbano interagire, e il Compendi, con gli accorgimenti adottati («In chista traduzion hai crodut aproposit nel scrivi, di fà alquantis ecezions…» [In questa traduzione ho creduto opportuno nello scrivere di fare alquante eccezioni…], formula comunque oscura), risulterebbe «facil a leilu» [facile da leggere] per «ogni Italian» e «Todesc». Una sorta di lingua veicolare (i titoli dei capitoli sono bilingui e, a margine del testo friulano, figurano gli argomenti in tedesco). Un obiettivo mancato, se poi B. fornirà anche la versione italiana. ... leggi Il friulano ad ogni modo non manca di assorbire voci tedesche accusate: «bandelier», bandoliera («Il tabar… nel istad però al ven plëad in bandelier e pichiad sul chiavic distinad» [Il cappotto… d’estate però viene piegato a bandoliera e appeso all’apposito piolo]), «chiacò», che corrisponde a chepì, «marcatander», per «Marketender», vivandiere, «pass», permesso («ogni Soldat chel ven chiatad fur del campament senza Pass, al ven fermad e menad al so Regiment» [ogni soldato che viene trovato fuori dell’accampamento senza permesso viene fermato e portato al suo reggimento]), «sacc», zaino, «vics», lucido («lis scarpis e i stivai si netta ogni dì cun del vics» [le scarpe e gli stivali si puliscono ogni giorno con del lucido]). Con qualche francesismo, come «defilé», nel senso di strada, passaggio, luogo eminente, esposto, o «port-epé d’aur», pendente d’oro. Ed è abbondante la terminologia relativa alle armi (e alla loro pulizia), alle consegne dettagliatissime per la sentinella, alla gerarchia, al vestiario, dove spesso ha luogo l’adattamento approssimativo («Patulia di-flanc», «Patulia-di-sbrissa»), con ripetuto uso del trattino. Ma a sollecitare uno spoglio largo dovrebbe essere il vocabolario medio, anche in difetto del quale tuttavia per la vicenda degli usi scritti del friulano il valore complessivo della traduzione resta di grande spicco.
ChiudiBibliografia
Compendi di dug i contegnos pa’l soldat comun tant in guarnigion, come in chiamp devant il nemì, cul zurament e i articui-di-uera tradot dal todesc in furlan d’Antoni Brumatti de Jacomini e Sigisberg, Vienna, Stamparia di Ferninand Ullrich, 1843.
DBF, 123; E. BOEHMER, Verzeichniß Rätoromanischer Literatur, II. Friaul, «Romanische Studien», 6 (1885), 191; FAGGIN, Letteratura, 295-296; PELLEGRINI, La cultura, 1049.
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