Non si hanno molte notizie sulla vita di questo notaio, che svolge un ruolo di primo piano nella gestione documentaria dell’episcopato e del capitolo di Concordia. Il padre Almerico, eletto nel giugno del 1318 consigliere del comune di Portogruaro, è un sostenitore del vescovo Artico di Castello nello scontro con gli Squarra. I buoni rapporti mantenuti dalla sua famiglia con l’episcopato favoriscono la carriera di P., che nel 1337 comincia a collaborare con Guido Guizzi nella raccolta delle testimonianze atte a comprovare le giurisdizioni temporali della chiesa di Concordia. Il notaio offre i suoi servizi professionali anche alla canonica concordiese e in particolar modo al preposito Guido Ravani, di cui diviene nel tempo un prezioso collaboratore. Nel gennaio del 1342 P., assunto l’ufficio di notaio di curia, redige gli atti di una “curia vassallorum”, riunitasi per giudicare una causa relativa ai feudi di Cesarolo. Alla morte del vescovo Guizzi, il notaio portogruarese è chiamato a collaborare con Bartolomeo da Padova e Guido Ravani, vicari generali dell’episcopato in sede vacante. Nello stesso periodo comincia a lavorare anche per Tommaso, abate di Summaga, nominato dal patriarca Bertrando amministratore del monastero di Sesto. Nel febbraio del 1348 P. si trova a Venezia, al seguito del canonico Nicolò Romani, incaricato dal confratello Guido Accarisi di cancellare un debito. ... leggi Tornato a Portogruaro, notifica la nomina di Guido Ravani e Bartolomeo da Padova a vicari “in spiritualibus” del nuovo presule Costantino Savorgnan. Con il trasferimento sulla cattedra concordiese di Pietro di Cluzeau, P. sembra allentare la sua collaborazione con l’episcopato. L’ultima attestazione documentaria di P. risale al marzo del 1353, quando redige un atto di procura di Giovanni Ravani.
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